Siamo “malati” da troppa e cattiva informazione, viviamo bombardati dai messaggi, dalle notizie, subiamo una sovrainformazione imponente, la cosiddetta information overload, abbinata ad una massiccia dose di disinformazione che causa una forte riduzione delle funzioni cognitive nella gran parte degli esseri umani, che vengono così assoggettati ad un lavaggio del cervello garantito. La rapida successione delle nuove informazioni a cui siamo sottoposti quotidianamente, presentate in maniera breve, subdola e slegate fra loro, producono un effetto molto diffuso al giorno d’oggi: lo stress da sovrainformazione e disinformazione, in altre parole il nostro cervello va letteralmente in tilt. Oggigiorno grazie alla tecnologia le informazioni non solo arrivano meglio, in HD, col Dolby Surround e via dicendo, ma possono essere trasmesse ininterrottamente, in tempo reale, da qualsiasi parte del mondo senza limiti di spazio e di tempo.
Ci troviamo nel bel mezzo di una tempesta magnetica dove i flussi di notizie ci bombardano ventiquattro ore su ventiquattro attraverso un’infinità di mezzi e dispositivi elettronici, per ricevere continuamente aggiornamenti su tutto e il contrario di tutto. Pensiamo a quanti fatti, quotidianamente, ci vengono raccontati dai media, e ogni giorno è un alternarsi di nuove vicende, così che nell’arco di un mese siamo soffocati da una valanga di fatti e diventiamo del tutto incapaci di conservare la memoria storica di eventi accaduti pochissimo tempo prima. Provate, ad esempio, a rivedere un telegiornale di un anno prima e vi accorgerete di avere la netta sensazione di assistere ad un documentario di un’altra epoca!
“La stampa non vuole informare il lettore, ma convincerlo che lo sta informando.”
(Nicolás Gómez Dávila – “In margine a un testo implicito“)
Questi “fatti” vengono spesso raccolti e miscelati in un cocktail denominato “Tg news” dalla durata di mezz’ora scarsa e dentro potete trovarci di tutto: dalle guerre alle rivolte, dagli incidenti ai furti e alle rapine, dai gossip alle sfilate di moda, dallo sport alla musica, dagli omicidi di mafia a quelli del quartiere e via dicendo. Tutto assume una logica da “fiction” senza alcun reale approfondimento. La gente “guarda” le notizie in Tv, sul giornale, sul social, ma non conosce null’altro se non il dato di cronaca che ha visto. Eppure si crede “informata”, pensa di aver colto il senso delle cose, quando questo non è affatto vero.
C’è una bella differenza infatti fra l’aver guardato i fatti e le informazioni, e il riflettere su quest’ultime. Perché senza riflessione non può esserci apprendimento. Si possono leggere venti quotidiani ogni giorno, e guardare tutti i notiziari trasmessi, ma al termine ne sapremo tanto quanto se avessimo letto un solo giornale o ascoltato un solo notiziario. Quindi, perché tutta questa sovrainformazione? Semplice, maggiore è la quantità di informazioni, minore è la qualità stessa delle informazioni.
“Viviamo schiacciati da un sovraccarico informativo che non sappiamo filtrare,
che non sappiamo gestire, che non sappiamo più elaborare.
Il grande paradosso della società tecnologica e globalista è che più aumentano
le informazioni a disposizione e più labile si fa la nostra conoscenza.”
(Dal mio libro “Schiavi del Tempo“)
La vera informazione, mettetevelo bene in testa, è noiosa, anzi dirò di più, noiosissima. E questo può capirlo chi, almeno una volta nella vita, si è messo a cercare di capire la complessità di un problema, qualunque esso sia, perché tale procedimento di ricerca richiede uno sforzo intellettuale notevole. Occorre, infatti, avere la capacità di approfondire i vari aspetti del problema e dei problemi ad esso correlati, il tutto amalgamato con la capacità di concentrazione e di elasticità mentale. Tutto ciò, naturalmente, è in forte contrasto con la sovrainformazione che noi riceviamo, dove questi pseudo-informatori sono “costretti” a occuparsi ogni giorno di fatti e notizie completamente diverse tra loro, senza avere il tempo necessario per approfondire e cercando di essere competitivi sul mercato stesso dell’informazione. Questo significa non bisogna apparire noiosi e spettacolizzare quanto più possibile la merce.
Da questo punto di vista penso che possa sembrare logico come il flusso di eventi narrati e descritti dai media siano il “detersivo” affinché possa avvenire il lavaggio del cervello, in quanto la loro utilità è rivolta soltanto a fini cronologici, ma capire cosa sta a monte di questi eventi (guerre, attentati, rivolte, omicidi, screzi politici, ecc.) è un obiettivo che i moderni media non solo non sono all’altezza per affrontarlo, ma non sono nemmeno interessati a raggiungerlo, in quanto come ho detto poc’anzi, la vera informazione richiede troppo tempo e troppo impegno per poter sovrainformare milioni di persone contemporaneamente.
Proprio per la loro caratteristica principale di “parlare” con milioni di persone, gli organi d’informazione (o di propaganda come li definirebbe Orwell) sono sempre stati considerati un potere, e oggi possiamo tranquillamente affermare che il potere mediatico è salito nella scala gerarchica, si trova al secondo posto, subito dopo il potere economico e prima del potere politico.
Ma in cosa consiste questo potere? Personalmente l’ho già specificato in un mio precedente articolo intitolato “La polvere magica dei media” in cui affermo: “Questo significa che chi controlla i media ha il potere consapevole di influenzare consapevolmente il libero arbitrio delle persone, che di libero, naturalmente, ha soltanto il nome. È una questione sotto gli occhi di tutti, fa parte della nostra quotidianità, eppure tanti cittadini credono ancora di avere libertà di scelta, quando in realtà i condizionamenti di massa sono studiati a tavolino dai vertici della piramide del potere.”. Questo significa che i media e la televisione in testa, si propongono per “formare” le masse, indicando a ciascun individuo quali sono i modelli di vita e di pensiero “ideali”, suggerendo anche quali sono i doveri morali e le giuste strade da percorrere.
In altre parole, quello dei mezzi di comunicazione è un vero e proprio potere persuasivo, ipnotico, e viene utilizzato proprio per far sì che in una società composta da milioni di individui, con milioni di teste diverse, il pensiero di tutti questi individui si trasmuti nello stesso istante in un pensiero unico, per tutti, e ogni giorno viene “compilata” l’agenda degli eventi su cui le masse devono porre la loro attenzione. Paradossale? No! Tragicomico? Sì. Se pensate che vi sto prendendo in giro, allora provate ad inserire il termine “agenda-setting” in qualche motore di ricerca, e vi assicuro che troverete valide informazioni in merito ad una teoria pianificata da molto tempo ormai, di cui tutti o quasi ne sono vittime inconsapevoli.
Ma cosa ci dice questo “effetto agenda”? Ci dice che i media non solo ci indicano cosa pensare (e cosa NON pensare!) al riguardo di determinati eventi, ma hanno il potere di stilare la lista, ossia l’agenda, degli eventi su cui dobbiamo focalizzare la nostra attenzione. Ecco perché esistono guerre di serie A e guerre di serie B, così come esistono personaggi politici che ricevono maggiori attenzioni dai media rispetto ad altri. ed è così che l’opinione pubblica si trova ad enfatizzare, a prestare attenzione a determinati argomenti e di conseguenza a sottovalutarne altri. Alla fine l’effetto agenda fa sì che la gente si ritrova al bar, a scuola, in famiglia a tavola, la sera con gli amici, tutti a parlare dei medesimi stessi argomenti proposti dai media. Un fenomeno insomma molto più conosciuto in verità, e si chiama conformismo.
A questo punto entra in gioco la disinformazione, perché è proprio attraverso di essa che chi è a capo di questo “Sistema” può difendere i propri interessi, e viene a trovarsi in una botte di ferro, perché tutti sappiamo come la disinformazione sia in grado di manipolare la democrazia stessa. In un altro mio articolo, “La disinformazione vi rende schiavi”, ho scritto: “La disinformazione è il metodo più subdolo usato dal Sistema per trarre in inganno le persone e per far credere loro cose che in realtà sono ben diverse e lontane dalla cosiddetta versione ufficiale”!
Le notizie veicolate in questo modo, e che giungono direttamente all’interno delle case delle persone, servono a radicare il consenso nei confronti del potere economico che tenta così di espandersi su scala globale. Non a caso infatti, il giornalista e scrittore polacco Ryszard Kapuscinski scrisse una frase che tutti, e dico tutti, dovrebbero tenere bene a mente: “I media sono un giocattolo in mano ai ricchi. E i ricchi lo usano per diventare ancora più ricchi”. Il resto è soltanto sovrainformazione e disinformazione, affinché possa verificarsi quella manipolazione mentale che possiamo tranquillamente chiamare il “lavaggio del cervello”!