Responsabilità Individuale: Essere Responsabili Delle Proprie Azioni

Tragicomico
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Viviamo in un’epoca in cui la deresponsabilizzazione ha preso il sopravvento sulla responsabilità individuale. Diventa sempre più raro, infatti, avere a che fare con persone che ammettono i propri errori o, ancor più raro, i propri fallimenti. La colpa è sempre degli altri, nessuno sembra essere più in grado di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, delle proprie scelte, si cerca, in ogni modo, arrampicandosi su ogni specchio, di addossare la responsabilità su qualcuno, o comunque, inventando scuse variopinte per un risultato negativo ottenuto.

In un contesto simile, pieno di scaricatori di responsabilità, trovo che sia fondamentale tornare a parlare di responsabilità individuale. Perché non ha alcun senso autoconvincersi del fatto di essere esenti da colpe per avere, per così dire, la coscienza pulita. Perché pulita lo sarà solo in apparenza, ma in profondità è più sporca che mai. C’è la necessità di riflettere seriamente sul concetto di responsabilità, bisogna recuperare un sano buon senso che ci aiuterà a vivere meglio e a stare veramente in pace con se stessi. E ce lo dice anche Nietzsche quando scrive: “La libertà è la volontà di essere responsabili di noi stessi.

La responsabilità individuale è un principio fondamentale per una qualsiasi crescita personale e per affrontare un percorso spirituale che non può condurti da nessuna parte se tu, in prima persona, non accetti di essere responsabile delle tue azioni, delle tue scelte, della tua vita. Lo so che sembra piuttosto scontata come cosa, ma il lato tragicomico è che, di scontato, non c’è proprio nulla. Basta guardarsi attorno per scoprire come ogni giorno innumerevoli individui cercano di addossare colpe e responsabilità ad altre persone, facendole sentire delle vittime. E, come disse Jung, “Chi evita l’errore elude la vita.

La deresponsabilizzazione in nessun caso può aiutarti a crescere, davanti a un problema, un bivio, un dilemma, ognuno di noi deve avere la capacità di assumersi la propria responsabilità e, al tempo stesso, deve saper ascoltare. Non ha senso chiudersi in se stessi, a riccio, cercando di pungere chi si avvicina a noi. Perché insieme alla mancanza di responsabilità sta iniziando a scomparire anche la capacità di capire l’altro. Quanto é difficile, oggigiorno, pronunciare le parole “scusa”, “grazie” o “perdono”? Tantissimo.

E così, confortati dal potere taumaturgico dell’eterna lamentela e dell’auto assoluzione, scivoliamo lentamente nell’acquitrino della deresponsabilizzazione. È il mondo a essere sbagliato, non siamo noi. Sono gli altri a creare problemi, non certo noi.
(Dal mio libroLa cattiva abitudine di essere infelici“)

Chiedere scusa non è un atto di sconfitta, non è una bandiera bianca, anzi, é un atto liberatorio che ti permette di ricominciare daccapo una situazione, elevandola di frequenza, proprio perché riparte da un presupposto di assunzione di responsabilità. Ammettere i propri errori contribuisce al dialogo, alla risoluzione dei conflitti, a porre le basi per stimarsi di più e farsi rispettare. Se errare è umano, ammettere l’errore e chiedere scusa dovrebbe renderci divini (parafrasando le parole di Alexander Pope).

Invece troviamo mille scusanti su noi stessi, dal “..è il mio carattere” al “io la penso così…”. Un errore nell’errore. Quando in verità sarebbe auspicabile individuare i propri errori e saperli ammettere scusando noi stessi e gli altri. Del resto gli errori, le colpe ed i risultati negativi possono essere corretti; le situazioni possono essere rimesse in piedi, partendo da se stessi senza deresponsabilizzare.

Perché quando ti assumi la responsabilità di te stesso e delle tue azioni, paradossalmente il gigantesco modello di realtà, con cui sei cresciuto fin dalla nascita, e a cui sei assuefatto, crolla come un castello di carte. Essere responsabile delle proprie azioni e avere il buon senso della responsabilità individuale ti permetterà di camminare leggero, sai che tutto dipenderà da te stesso e al tuo inconscio trasmetterai un messaggio di sicurezza, di pace interiore. Non ti sentirai più vittima di te stesso, attirando nuovi carnefici, come spesso accade al lamentoso deresponsabilizzato.

Basta con le scuse inventate, con i lamenti, con il rimandare ciò che è prioritario. Essere responsabili implica l’assenza di capri espiatori sui quali dirottare la colpa dei propri errori e mancanze, significa imparare a gestire i problemi in prima persona senza delegare. La responsabilità individuale è un modo di essere, una filosofia di vita nella quale la coerenza diventa un punto cardinale e la riflessione avviene prima dell’agire e non dopo. Ma soprattutto, chi si assume la responsabilità di sé, scopre di essere padrone di se stesso, prende il controllo del timone della propria vita ed è libero di scegliere la direzione verso i lidi che ha sempre sognato. Questo è il potere della responsabilità individuale! E tu, ti senti libero di scegliere?

Non gettare sugli altri la tua responsabilità; è questo che ti mantiene infelice. Assumiti la piena responsabilità. Ricorda sempre: “Io sono responsabile della mia vita. Nessun altro è responsabile; pertanto, se sono infelice, devo scrutare nella mia consapevolezza: qualcosa in me non va, ecco perché creo infelicità tutt’intorno a me.
(Osho Rajneesh – “La vita è semplicissima)

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2 commenti

Alessandra Tamponi 6 Novembre 2020 - 20:03

Ho scoperto per caso questo scritto e lo condivido pienamente : mi conforta sapere che c’è chi la pensa come me!

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Tragicomico 7 Novembre 2020 - 14:27

Grazie Alessandra, è un conforto anche per me! Spero di averti ancora come lettrice. Mi permetto di consigliarti il mio libro “La cattiva abitudine di essere infelici“, nel quale tratto ampiamente l’argomento della consapevolezza e della responsabilità individuale.

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