Tagliare I Rami Secchi Per Una Perfetta Potatura Esistenziale

Tragicomico
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Tagliare i rami secchi! No, non è una lezione di arboricoltura. La metafora in questione possiede una valenza del tutto esistenziale che riguarda la sfera delle relazioni interpersonali. Se da una parte l’albero rinasce con la potatura, perché riesce a convogliare tutta la linfa verso i rami che possono crescere e progredire, allo stesso modo, nella nostra esistenza, possiamo tagliare tutte quelle relazioni e situazioni che ci impediscono di andare avanti, che tolgono linfa vitale e causano malessere.
Del resto è ciò che sosteneva Aristotele quando diceva che la natura non fa niente di inutile. Se un ramo sta rinsecchendo è perché non è più funzionale alla pianta, ha terminato il suo ciclo vitale, oppure è d’intralcio al processo di evoluzione. Lo stesso vale per le nostre relazioni. Tagliare per fare spazio.

Una potatura esistenziale quindi. Tagliare i rami secchi affinché altri, più forti e in salute, possano progredire e dare vita, a loro volta, a nuovi rami. Un processo tanto terapeutico quanto catartico, in apparenza crudele, ma in realtà è semplicemente liberatorio. Ci si libera per rinascere.
Quanta energia, quante risorse, quanta felicità e quanto tempo impieghiamo in relazioni che probabilmente non meriterebbero nemmeno un battito di ciglia della nostra esistenza? Tante. Forse persino troppe. Eccoli i rami secchi, quelli che continuano a prendere senza dare nulla, anzi bloccano, frenano, ingombrano e rendono una vita, una vita sacrificata.

Dobbiamo strapparci di dosso tutti i rapporti scaduti, inutili e malsani prima che facciano ulteriori danni.
Dobbiamo lavare via con un colpo di spugna tutte le “amicizie” dannose che sono finite in casa nostra per sbaglio, disattenzione o semplice superficialità.
Puliamo tutto i nostri appartamenti, i nostri vestiti e le nostre auto ma dimentichiamo di mettere ordine nelle nostre vite.
È ora di cominciare a farlo. Una bella sfoltita di rami secchi eliminerà dalla tua esistenza chi non merita di farne parte e ti aiuterà a ristabilire le giuste priorità.

(Dal mio libroSchiavi del Tempo”)

Essere sovraccarichi di rapporti inutili e malsani non può che appesantire il passo. È una cattiva abitudine. Una delle tante che causano l’infelicità.
Relazioni interpersonali che sono perlopiù rapporti di facciata, fatti della stessa sostanza dell’apparenza.
Amicizie come mattoni, utili per murare la propria voragine interiore, perché nell’era social più amici equivale a realizzazione personale. Effimera, fasulla anch’essa, ma cosa volete, quando tutti vanno in giro con un sorriso stampato in faccia?
Colleghi sanguisughe, che si nutrono del nostro tempo, ai quali offri una mano e si prendono il braccio, fino a succhiarti il midollo.  
Persone soffocanti, invadenti e nocive, che ci isolano dal mondo e dalle nostre reali aspirazioni.
Partner che vogliono tenere in vita a tutti i costi rapporti ormai deteriorati, malati e rinsecchiti.
E poi ci sono loro, i manipolatori seriali, quelli che appena pronunci un “no” ti puntano il dito contro, accusandoti di essere la causa di ogni loro malessere.

Deleteri sono tutti quei rapporti che soffocano, che affaticano e che invadono, situazioni ormai consunte e sbiadite. Infesti sono quei rapporti che si basano su assenze, più che di presenze, sul pontificare più che confortare. Questi sono i rami secchi da tagliare per riaccendere la vita.
Dobbiamo essere maestri nel lasciare andare ciò che non serve più ai nostri fini evolutivi. E non c’è tempo da perdere, altrimenti ogni ramo secco non tagliato continuerà a cannibalizzarci, a togliere nutrimento a tutta la pianta e non permetterà ai nuovi germogli di spuntare.
Certo, non sarà facile, costerà fatica, servirà coraggio e bisognerà essere temerari. 

“Come un vecchio veliero che, cercando di non andare a fondo in mezzo a una tempesta, butta a mare tutta la zavorra – le casse della polvere, i barili del rum e tutto quel che prima era sembrato indispensabile -, io riducevo all’essenziale i rapporti umani e tagliavo via tutti i legami inutili, quelli tenuti per abitudine, per opportunismo, o per semplice cortesia.”
(Tiziano Terzani – “Un altro giro di giostra”)

Spesso, ciò che spinge le persone a non tagliare i rami secchi è la paura del vuoto, dell’ignoto, di ciò che potrebbe esserci, o non esserci, dopo. Quindi preferiscono vivere il loro presente corrotto e contaminato da presenze inutili e dannose con la convinzione di poterle arginare. Meglio quelle, pensano, che la paura dell’incertezza.
La verità è che la qualità della nostra esistenza dipende dalla qualità delle nostre relazioni.
Socrate sostiene che siamo “animali sociali”, pertanto non possiamo fare a meno di stabilire relazioni. Ma possiamo scegliere a chi dare la nostra linfa vitale, in cambio della loro. Se una relazione è nutriente, allora è di qualità.

Il nostro processo evolutivo è fatto di tappe, di piccoli cambiamenti, interiori ed esteriori, e tagliare i rami secchi è una delle operazioni più importanti per la nostra trasformazione. Un’operazione tanto alchemica quanto magica: dalla sofferenza del taglio, dal dolore della ferita, noi trarremo nuova energia e nuovo vigore.
Una potatura esistenziale dunque, un atto d’amore verso se stessi, per le proprie radici, verso il proprio tronco e quella corteccia che ci protegge quel tanto che basta.
Abbiate fede e tagliate, tagliate sempre quando serve. Nuovi orizzonti vi aspettano.

Tragicomico

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18 commenti

Carlo 19 Novembre 2022 - 7:39

Sagge parole mai più vere

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Tragicomico 19 Novembre 2022 - 14:15

Grazie Carlo, per essere passato da qui.

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Chiara 20 Novembre 2022 - 8:25

Quanto è vero! Spesso non si “pota” per timore del giudizio, ci lavorerò, il problema, se vogliamo considerarlo tale, è che sono tante.
Grazie per questi consigli, che fanno molto riflettere

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Tragicomico 20 Novembre 2022 - 12:20

Una volta iniziato il lavoro di potatura, sarà difficile rimanere indifferenti dinanzi ad altri rami secchi.
Grazie per avermi letto, un abbraccio.

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Chiara 20 Novembre 2022 - 9:10

E con la potatura, anche una cura con antiparassitario. E se il trattamento prevede, ahimè, anche lo sfoltimento di parte delle ‘radici’, ad un certo punto, dopo innumerevoli tentativi di salvare le parti infette con svariate strategie, diamoci un bel taglio che se guadagna in serenità e salute. Grazie Ivan.

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Tragicomico 20 Novembre 2022 - 12:24

Esatto, affinché la potatura possa avere un senso bisognerà prendersi cura di sé, essere attenti e presenti, verso una nuova consapevolezza e, di conseguenza, nuove direzioni di vita. Grazie a te Chiara.

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Mauro Fabrizio 25 Novembre 2022 - 19:31

Per una buona qualità della vita, ho dovuto potare parecchi rami secchi, inutili, tossici, contagiosi di malessere e vampiri del tempo. Lo so che è un po’ doloroso, ma tenere alla larga certe persone come sopra citate fa stare bene il mio pensiero e la mia anima. Grazie Ivan dei tuoi pensieri che scrivi nel blog.

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Tragicomico 26 Novembre 2022 - 15:20

Grazie a te Fabrizio, per la tua presenza costante. È sempre un piacere leggerti.

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Brice 3 Dicembre 2022 - 8:07

Grazie infinite, per queste parole! La vita mi ha portato ad un bivio, dovevo decidere la giusta strada, cercando magari quella con un cuore (cit. C.Castaneda). Ma ho scoperto che la strada col cuore era quella senza i “rami secchi”.
Gli stessi rami che avevo scelto, consapevolmente, nella mia vita. E da allora, anche se le lacrime per il tempo regalato a costoro non si contano, la consapevolezza e la forza, che scaturiscono da questa scelta interiore non ha pari!Mai mi sono sentito così libero ed in “regola” con me stesso, pertanto ben vengano le potature. Grazie per le sue parole!

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Tragicomico 5 Dicembre 2022 - 17:30

Conosco il pensiero di Castaneda e mi piace che venga abbinato a questo mio articolo, grazie Brice. La tua consapevolezza è il frutto di un sano egoismo, di chi ha capito che c’è una prima persona da tutelare prima di tutte le altre: se stessi.

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paolo 12 Dicembre 2022 - 20:39

Sì, ho letto, no, ho riletto … a dire il vero ho ri(ri)letto il libro “Schiavi del tempo” perché è bello, non interpretabile, lineare e non lascia spazio a dubbi. Lo consiglierei a chiunque voglia intraprendere una propria ricerca personale. Quando si parla di pulizia si pensa sempre al corpo, mai alla mente, eppure sarebbe necessaria. Ma da dove partire? Si parte da fuori per poi pulire dentro. Si parte dall’oggi per arrivare al passato. Perché in questo modo può nascere un migliore futuro.

I rami secchi a volte, l’ho visto in questi ultimi (quasi) tre anni, cadono da soli. Anche se a volte su un ramo apparentemente tutto secco, in un punto praticamente nascosto, può crescere una piccola e tenera fogliolina e fiorisca così un nuovo interesse. Come è stato detto, non è facile tagliare i rami secchi e sarà per questo motivo che tendenzialmente aspetto che essi cadano da soli sotto il peso delle distanze e dell’indifferenza. Così come sarebbe sbagliato cercare di curarlo, mettendoci una benda d’ipocrisia e di vana speranza. Non è più tempo di speranze, è tempo di scelte e di azione. Almeno verso noi stessi. Certo, è difficile trovare la mezza misura, perché ogni rapporto non è mai uguale all’altro, tuttavia va trovata. Sbagliare è umano, correggersi è – visti i tempi – divino. Lo siamo ma l’abbiamo dimenticato. Buon Natale.

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Tragicomico 13 Dicembre 2022 - 18:00

Grazie per questa tua analisi Paolo, come sempre è molto lucida e offre nuovi spunti di riflessione. È vero che un ramo secco è destinato a cadere da solo, ma… perché aspettare? Il ramo secco, a differenza della foglia secca, tende a “prendere” ancora linfa, prima di cedere del tutto. Oltre a togliere spazio ai nuovi germogli per crescere. E per attuare un cambiamento repentino, talvolta, c’è la necessità di doversi assumere delle responsabilità, come quella di tagliare ciò che non è più funzionale alla nostra esistenza e al nostro percorso evolutivo. Un caro saluto e buone feste.

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Lucia 13 Dicembre 2022 - 12:57

Condivido ma non riesco, la paura del vuoto mi avvolge…

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Tragicomico 14 Dicembre 2022 - 14:58

Procedere a piccoli passi, questa può essere una soluzione per scoprire che il vuoto, in fondo, è un posto da riempire nuovamente.

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diego 25 Luglio 2023 - 13:23

Il post di Paolo e la tua risposta,rispecchiano fedelmente la mia situazione.Vivo in una famiglia,dove la moglie ha ancora la mamma e la sorella dove invece di farsi i fatti propri (il loro hobby quotidiano è farsi i fatti degli altri)mi rendono la vita un’inferno.E’ difficile tagliare questi rami,o lasciare che cadano da soli.La soluzione sarebbe di lasciare questo albero:ma sessantenne,senza pensione e senza lavoro,vorrebbe dire abbandonare tutto quello che ho creato per dare soddisfazione a “queste ignoranti”.Non sono ignoranti normali(che vogliono sapere)ma purtroppo sono della peggior specie(quelli che pretendono di sapere).Come ci si comporta in casi come questo..senza prendere l’esaurimento?Vivi e lascia vivere?Facile per me..ma se tutti i giorni non ti lasciano vivere?Come ne esci?
Grazie

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Tragicomico 26 Luglio 2023 - 14:46

Ciao Diego, quello che è fondamentale è preservare i propri spazi sacri, far sì che altre persone ritenute “nocive” non possano oltrepassare certi confini. Quindi rendi loro la vita difficile, ad esempio potresti vivere più tempo fuori dalle mura di casa, cambiare alcune tue abitudini per non dare riferimenti, spostare l’attenzione su altre faccende.
La soluzione ideale sarebbe quella di cambiare aria, perché ormai c’è poco da tagliare, quando tutto è contaminato fino alle radici.

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diego 31 Luglio 2023 - 11:48

Ti ringrazio.E’ lo stesso consiglio che ho avuto da un amico ..le stesse tue parole. Seguirò i consigli. Dedicherò il mio tempo alle cose e persone che mi piacciono e lo meritano (bicicletta,nipoti). E agli altri farò come diceva Dante nella Divina Commedia “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”. Ancora grazie

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Tragicomico 31 Luglio 2023 - 12:35

Grazie a te Diego, spero di averti ancora come lettore e ti auguro una vita dove tu possa avere in mano le redini della tua esistenza.

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