Quanti Treni Abbiamo Perso?

Tragicomico
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Quasi sempre sono tanti, troppi! Ha senso contarli?
Abbiamo perso tanti treni, è vero, e ammetterlo è la più grande delle benedizioni. Significa prendere consapevolezza delle opportunità sprecate e se c’è una cosa che ho imparato durante la mia esistenza è che non è mai troppo tardi per smettere di sprecare qualcosa. Non ha senso continuare a lamentarsi e recriminare per questo o quell’altro, per il passato che non è stato come volevamo, per le persone che abbiamo lasciato andare o al lavoro e al fatto che avremmo potuto fare di più. Perché in quel preciso momento, con quello stato di coscienza, non poteva andare diversamente. È successo che il nostro treno sia passato svariate volte, ma noi semplicemente non l’abbiamo preso.
Se riusciamo a fare questo gesto di onestà verso noi stessi allora ha senso andare avanti e potete stare certi che nuovi treni incroceranno la nostra strada. Oppure possiamo continuare a puntare l’indice contro noi stessi e incolpare il karma o la sfortuna per l’eternità.
La scelta come sempre è nostra, nessun dio è responsabile.

«La vita è anche un continuo spreco. Quante belle persone si incontrano senza che ce se ne accorga; e quante belle cose non si notano sulla via che uno fa ogni giorno, tornando a casa! Come sempre occorre l’occasione giusta, un qualche caso; occorre qualcuno che ti fermi e che ti faccia prestare attenzione a questo o a quello».
(Tiziano Terzani, in “Un indovino mi disse”)

Possiamo analizzare i perché, le cause che ci hanno portato a perdere quei treni, ma probabilmente saranno sempre le stesse: pigrizia, vanità, orgoglio, false convinzioni o semplicemente non avevamo occhi per vedere. Tanto, a raccontarcela siamo sempre bravi; così severi con gli altri, così indulgenti con noi stessi.
La vera domanda invece, quella che conta, è la seguente: quanto dura un’opportunità? Siamo proprio sicuri che non passeranno altri treni con la medesima direzione? Anche se abbiamo perso molti treni, non vuol dire che sia tardi per prenderne altri.

Sembrerà scontato dirlo, ma la partita si gioca sempre nel presente. Tutto quello che conta è qui, adesso, è nel presente che si creano le opportunità del futuro. Non importa quello che è successo, tantomeno quello che succederà, conta ciò che vogliamo adesso, la direzione che vogliamo offrire alla nostra esistenza in questo preciso momento. Sì, proprio ora che state leggendo. Fermatevi e chiedetevi: Sono dove vorrei essere? Sono fermo? Dove sto andando? Dove sono le mie catene?
Nessuno lo dice ma nella nostra società c’è un bisogno impellente di tornare a perdonarci, per quello che non siamo riusciti a essere, per non essere stati all’altezza delle aspettative altrui e per quello che non saremo mai. È tempo di essere franchi con se stessi, di agire liberi dai sensi di colpa, dalla pressione sociale, perché sappiatelo, la maggior parte delle opportunità è generata dalle nostre aspirazioni, dal nostro desiderio.

«Attento a quel che desideri, dicono, perché potrebbe realizzarsi, e mai fu detta cosa più vera» scrivo nel mio libro “Liberi dentro, liberi fuori. Siamo ancora in tempo per prenotare il biglietto per la prossima corsa, basta un gesto di verità con noi stessi, per capire cosa vogliamo davvero, per fare pace con i nostri nemici interiori, per offrire un’altra chance a chi ci sta vicino, a noi stessi, ai sogni pronti a germogliare e a radicarsi. Le nostre storie passate sono fondamentali per il nostro presente, ma non sono il nostro presente. Bisogna essere autentici e ripuliti da tutte le scorie del passato per riconoscere le prossime opportunità, qualunque esse siano: lavorative, affettive, spirituali, perché quella sarà la possibilità che stavamo aspettando.

Abbiamo perso tanti treni, è vero. A volte perché ne abbiamo scelti altri, o perché ci siamo trattenuti troppo da non salirci più. C’è chi avrebbe voluto prenderlo quel treno, ma per qualche inciampo di troppo non è arrivato in tempo. E c’è chi ha preferito dormire anziché svegliarsi presto. Poco importa. Quel che è stato, è stato, e a volte è meglio così.
Ciò che conta non è il treno che abbiamo perso, ma ciò che è rimasto e quello che decideremo di fare con quello che abbiamo fra le mani adesso. Perché noi siamo anche questo, la somma dei treni che abbiamo perso. Quindi adesso scegliete come modellare la vostra esistenza, quale direzione offrirvi e con chi. In fondo lo sappiamo tutti: per ogni treno che passa, c’è ne sono sempre altri pronti ad arrivare.
L’ho detto, non è mai troppo tardi per prendere il prossimo treno!

Tragicomico

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8 commenti

Luca 18 Novembre 2023 - 16:26

Per una serie di motivi – fra cui una onesta e sincera mancanza di voglia di leggere – mi ero allontanato da questo sito. Solo le email della newsletter mi ricordavano della sua esistenza. Sono passati mesi, ma leggere questo articolo, dopo così tanto tempo, mi ha ricordato di quanto mi piacessero i tuoi scritti. Analisi sempre attuali, interessanti, e fortunatamente espressioni di speranza.
Per tanto tempo mi sono chiesto dove, come e chi sarei oggi se non mi fossi fatto sfuggire treni che a lungo ho considerato fondamentali. Scappati via quelli, mai altre occasioni mi sfioreranno, pensavo. Sono stati necessari lunghi anni di crescita e maturazione (che forse non avrei mai vissuto, se le cose non fossero andate esattamente nel modo in cui sono andate) per accettare che siamo sempre in tempo a incamminarci verso mete a noi più gradite, a cambiare.
“Ogni cosa avrebbe potuto essere un’altra e avrebbe avuto lo stesso, profondo significato.” dicevano nel film “Mr. Nobody”. Sono state necessarie tante notti insonni e tante lacrime prima di comprendere quanto questa frase sia veritiera. In ogni nostra possibile esistenza alternativa, non possiamo sapere se saremmo stati più o meno felici. “Se fossi uscito con lei ora forse saremmo sposati”… o forse no. “Se solo avessi accettato quel lavoro”… magari mi avrebbe portato all’esaurimento. “Se soltanto…” … non puoi saperlo, e in realtà nemmeno immaginarlo. Ogni possibilità ha le sue incertezze. L’unica cosa che conta è che siamo quì, in questa linea temporale, oggi. Che ci piaccia o meno, siamo le persone che non hanno preso quei famosi treni, e la cosa più sana, matura e utile da fare, è semplicemente accettarlo. Accettare che quanto ci siamo negati nel passato, è disponibile nel futuro. Comprendere che le uniche cose che potrebbero dare un senso, un filo conduttore alle nostre caotiche vite, è cercare di scoprire chi siamo, facendo quante più esperienze possibili, e cercare di rendere il mondo un posto migliore. Nient’altro, in fondo, ha davvero importanza.
Grazie per aver scritto questo articolo

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Tragicomico 18 Novembre 2023 - 19:05

Caro Luca, è con enorme piacere che accolgo la tua presenza e il tuo commento, bentornato.
Un treno che passa viene spesso interpretato come un treno perso, ma la verità è quel treno è passato e noi, per una serie di motivi, non ci siamo saliti su. Non l’abbiamo perso, non abbiamo voluto prenderlo. Forse perché non ci sentivamo pronti, non era il momento, scelte diverse, o perché eravamo letteralmente delle altre persone: immature, poco consapevoli, inesperte. Ha senso ragionarci su quando c’è un presente da vivere? Ma soprattutto, ha senso ragionarci quando adesso siamo delle persone differenti? La vita è fatta di tappe e ogni tappa ha i suoi treni, siamo in perenne evoluzione e il più grande dei peccati sarebbe quello di sprecare l’esistenza seduti su di una panchina, guardando i treni passare, pensando a tutti quelli persi.
Ti auguro tutto il meglio, grazie per queste tue righe, sono forti e toccanti, le ho apprezzate molto. A presto!

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Fabrizio Mauro 18 Novembre 2023 - 18:56

Ciao Ivan, la vita è fatta di scelte, e in base alle scelte che fai sarà il luogo dove ti trovi. Ho perso anch’io tantissimi treni, all’inizio erano sensi di colpa, e frustrazione, ma alla fine bisogna vivere il presente, il passato non si vive più, il futuro non posso viverlo perchè non so cosa mi aspetta, e quale scelta dovrò fare, dunque dove mi trovo adesso sono le scelte che fatto e che continuerò a fare per tutta la mia vita. Vivo il qui e ora adesso, e le scelte che farò. PS ho acquistato oggi il tuo ultimo libro, credo che sarà un altro tassello nel mio mosaico per migliorare e vedere la vita con occhi diversi. Buona vita a tutti.

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Tragicomico 18 Novembre 2023 - 19:09

Ciao Fabrizio, sì il nostro presente è la somma delle nostre scelte, nessun altro è responsabile di ciò che siamo. Forse fino a una certa età si ha qualche attenuante, ma poi, una volta adulti, la responsabilità non può che essere nostra. Ed è giusto che sia così.
Grazie per aver acquistato il mio libro, non vedo l’ora di leggere le tue impressioni. Ti aspetto!

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Stefania 19 Novembre 2023 - 10:37

Altresì detto, ogni scelta, ogni dicotomia, vissuta x ognuno di noi, è comunque FUNZIONALE, SEMPRE…funzionale assolutamente sì, al nostro percorso, xchè ieri nn eravamo gli stessi di ciò che siamo oggi e di ciò che saremo domani, nulla è sprecato, è x questo che siamo qui, x vivere esperienze…

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Tragicomico 19 Novembre 2023 - 23:49

Ciao Stefania, assolutamente sì, tutto è funzionale, forse poteva andare diversamente ma fatto sta che è andato tutto così come doveva andare. Il passato non si cambia, il futuro forse sì. Dipende dal presente.

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paolo 20 Novembre 2023 - 11:40

Racconto bellissimo, Ivan! Una descrizione che mi ricorda un lontano passato dove anche io usavo la metafora del treno nei miei incontri ma che oggi, a distanza di decenni, mi fa comprendere in modo diverso la mia vita. Salito oltre sessant’anni fa sul treno della vita mi sono reso conto che non ho cambiato treno, ho solo cambiato carrozza, passando di categoria, passando e ripassando da una all’altra e tornando anche indietro. Per un periodo sono finito anche in quella delle merci e da lì ho potuto osservare la fine del treno e vedere l’orizzonte del mio passato, un lontanissimo passato. Sei alla fine o forse meglio all’inizio della tua storia, ora che fai in quel momento? Torni indietro, ovvio. Pensa che le carrozze erano così apparentemente diverse da farmi pensare di essere su treni diversi e invece era sempre lo stesso treno, solo oggi a distanza di tempo capisco che si trattava dello stesso treno e altra cosa strana, davvero strana, era la porta tra i vagoni che apparentemente sembrava essere sempre uguale ma ogni volta ti portava in altre realtà. Oggi, dopo una vita a rincorrerci sul treno della vita, io e mia moglie, ci troviamo sulla stessa carrozza e abbiamo deciso di scendere dal treno – di questa società – per andare all’aeroporto e prendere un altro mezzo, per una destinazione totalmente diversa. Ecco. Per noi la scelta è proprio questa: scendere dal treno e, rispetto alla storia raccontata sopra, questa mostra un punto di vista diverso del viaggiare. Chissà, posso solo dire che vedremo – resteremo in ascolto – di cosa la Vita proporrà, ciò che è importante al momento è avere nelle nostre mani il biglietto dell’aereo. 😉

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Tragicomico 20 Novembre 2023 - 18:20

Grazie Paolo!
La tua esposizione la trovo pregna di saggezza, di chi ha vissuto prima e capito poi. Siamo tutti viandanti, all’inizio con le nostre valige piene zeppe di oggetti, di speranze, di illusioni. Col tempo quella valigia si fa sempre più leggera e capisci che con te devi portare solo l’essenziale: ti stanchi di meno e puoi muoverti molto più facilmente. Insomma, puoi fare molta più strada
Un abbraccio!

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