Non Puoi Cambiare Gli Altri, Ma Puoi Cambiare Il Tuo Punto Di Vista

Tragicomico
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Cambiare gli altri: l’eterna lotta contro le imperfezioni altrui. Quante volte ci siamo ritrovati frustrati dai comportamenti di amici, famigliari o partner, desiderando ardentemente di modificarli per adattarli alle nostre aspettative? Eppure, sfortunatamente (o per fortuna), questa battaglia è destinata alla sconfitta. L’unica vera possibilità di cambiamento risiede dentro di noi, nella nostra capacità di mutare il nostro punto di vista.

Le persone sono come sono, forgiate da esperienze, valori, difetti e personalità uniche. Pretendere di plasmarle a nostra immagine e somiglianza è un atto di arroganza e di cecità, e non solo è irrispettoso verso la loro individualità, ma è anche controproducente.
Eppure tendiamo a desiderare continuamente che le persone intorno a noi si comportino in un certo modo, che siano più simili a noi o come vorremmo che fossero. Ma più ci ostiniamo a cambiare gli altri, più sprofondiamo in una spirale di frustrazione e delusione.

Sembra incredibile, ma il vero colabrodo della nostra energia mentale è l’ostinazione nel voler cambiare gli altri. Come un ingranaggio difettoso nel sistema psichico, questa pretesa ci divora una quantità spropositata di risorse.
Invece di accettare la diversità e la complessità umana, ci aspettiamo continuamente che le persone si comportino secondo la nostra idea di “come dovrebbero essere”. Pretendiamo che un tipo lento diventi improvvisamente veloce, che un guerriero si trasformi in un agnello docile, che un emotivo ragioni con freddezza e che un razionale ci inondi di passioni.
Nella nostra folle convinzione di essere al centro dell’universo, pretendiamo che il mondo si adatti ai nostri bisogni e in questa lotta contro la realtà, però, sprechiamo energie preziose in tentativi vani e frustranti.

L’interpretazione delle azioni e delle parole altrui è determinata dalla nostra prospettiva. Se guardiamo il mondo attraverso una lente di negatività, ogni comportamento sarà visto come una conferma dei nostri pregiudizi e delle nostre insicurezze. Al contrario, se scegliamo una prospettiva positiva e di maggiore apertura mentale, saremo più propensi a trovare una possibile soluzione in ogni situazione. Tuttavia, per fare ciò, è necessaria un’attenta conoscenza di chi abbiamo di fronte.

«Non conosciamo gli altri. Il panettiere, il ragazzino che ci consegna la pizza, il fruttivendolo in fondo alla strada. Non conosciamo i vicini, i colleghi, i parenti, spesso non conosciamo nemmeno chi siede alla nostra tavola, chi di notte ci riposa accanto sotto le lenzuola. Non conosciamo quel che si nasconde dietro i loro volti aggrottati, i silenzi, i sorrisi forzati, le ferite che li hanno sfregiati, la bellezza nascosta che potrebbe salvarli.
Del mondo esterno sfioriamo appena la superficie. Del mondo interno, nemmeno quella.»
(Dal mio libroLa cattiva abitudine di essere infelici”)

Cambiare il nostro punto di vista non significa ignorare i problemi. Non significa accettare comportamenti inaccettabili o negare la realtà. Significa semplicemente guardare le cose da una prospettiva diversa, una prospettiva che ci permette di trovare soluzioni creative e di costruire relazioni più positive, senza il bisogno di cambiare gli altri a tutti i costi.
Significa anche coltivare l’empatia. Calarsi nei panni degli altri, comprendere le loro motivazioni e le loro emozioni ci permette di sviluppare una maggiore comprensione e tolleranza. Non giustifica necessariamente i loro comportamenti, ma ci aiuta ad accettarli con maggiore serenità.

La realtà, lo avrete capito, non è un videogioco. Le persone non sono avatar intercambiabili.
Nel mondo virtuale possiamo creare e modificare il nostro avatar a piacimento, scegliendo le caratteristiche che ci piacciono di più. Possiamo anche decidere con chi interagire, semplicemente selezionando un altro avatar con cui giocare. Nella vita reale, invece, le cose sono ben diverse e non possiamo cambiare le persone che ci circondano come se fossero avatar. Dobbiamo imparare ad accettarle per quello che sono, con pregi e difetti. Certo, possiamo scegliere di allontanarci da chi non ci piace o da chi ci fa del male, ma non possiamo modificarne la natura.
Accettare che le persone non sono perfette, che avranno sempre difetti e modi di fare che non ci piacciono. Non significa rassegnazione, ma piuttosto consapevolezza della realtà. E da questa consapevolezza possiamo tornare a fiorire.

«Dov’è il centro del potere che immiserisce le nostre vite? Bisogna forse accettare una volta per tutte che quel centro è dentro di noi e che solo una grande rivoluzione interiore può cambiare le cose.”
(Tiziano Terzani – “Un altro giro di giostra”)

Grandi pensatori e uomini di azione come Gandhi, Martin Luther King, Nelson Mandela, non hanno cercato di cambiare i loro nemici, ma hanno sostenuto la nonviolenza come strumento di cambiamento sociale e politico. Essi hanno dimostrato che è possibile opporsi all’oppressione e all’ingiustizia senza ricorrere alla violenza, attraverso la resistenza nonviolenta, la disobbedienza civile e la non collaborazione. Al centro di questa filosofia c’è l’idea che il cambiamento debba iniziare da noi stessi. Per cambiare il mondo, dobbiamo prima cambiare noi stessi. Il nostro modo di comportarci, le nostre azioni e le nostre parole hanno un impatto sugli altri, e possono ispirare il cambiamento in chi ci sta intorno.

Cambiare il punto di vista è un processo interiore che richiede tempo e dedizione. Non è una bacchetta magica che trasforma le persone, ma un viaggio introspettivo che ci porta a conoscere meglio noi stessi e gli altri. È un percorso che ci rende più resilienti, flessibili e capaci di gestire le relazioni con maggiore armonia.
Perché sprecare energie in eterne battaglie contro i mulini a vento? Impariamo a coltivare il nostro giardino interiore, cambiando il nostro punto di vista, perché solo così potremo trasformare la frustrazione in serenità e la discordia in armonia.
Ricordate: la vera rivoluzione inizia da noi stessi.

Tragicomico

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6 commenti

fabrizio mauro 12 Aprile 2024 - 21:07

Ciao Ivan, sono sposato da 34 anni e conosco mia moglie da 37 e in tutti questi anni non ho mai smesso di conoscere chi ho veramente a fianco, ma posso dire con il passare del tempo e con l’età e con il cambiamento sociale tutte le persone cambiano, cioè non siamo più le persone di 5 o 10 anni fa, possiamo migliorarci, sostiuiamo delle abitudini, ma i nostri difetti, atteggiamenti, e comportamento sono la nostra carta d’identità che non possiamo cambiare. L’unica cosa come dici tu è cambiare i punti di vista, e guardare con una prospettiva diversa. Quello che scrivo e quello che pensa anche mia moglie, e posso assicurarti che siamo ancora innamorati come una volta, accogliendo da ambo le parti i nostri difetti se così vogliamo chiamarli, che in certe situazioni sono stati utili e costruttivi a trovare soluzioni e relazioni positive, senza il motivo di cambiare entrambi a tutti i costi. Buona vita a tutti.

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Tragicomico 12 Aprile 2024 - 23:27

Caro Fabrizio, è davvero meraviglioso quello che hai scritto. Trentaquattro anni di matrimonio e la continua scoperta della persona amata. Un amore che resiste al tempo e alle inevitabili trasformazioni della vita, abbracciando i difetti come parte integrante dell’altro. La vostra storia è una testimonianza preziosa di come l’amore autentico possa evolversi e prosperare nel corso degli anni. Grazie per averla condivisa e buona continuazione a voi!

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Franca 16 Aprile 2024 - 23:09

Buonasera Ivan
È vero,noi vorremmo che gli altri fossero diversi e gli altri vorrebbero che lo fossimo noi. È reciproca molte volte questa cosa.
E non si va da nessuna parte.
Tutto quello che ha scritto è giusto,ma il difficile è mettere in pratica il cambiamento.
Cambiare prospettiva non lo si può fare da un giorno all altro. Abbandonare schemi mentali e pregiudizi vecchi di anni richiede tanto impegno.
E ancora più difficile calarsi nei panni altrui.
Parlo per me naturalmente.
Tempo fa ero molto convinta di tutto ciò, lo credo ancora, ma ne sono meno convinta,è molto molto difficile.
Soprattutto se si hanno rapporti già fragili col rischio di rompersi del tutto.
A volte è un po come setacciare…i grani grossi restano su e i piccoli cadono giù.

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Tragicomico 17 Aprile 2024 - 18:25

Cara Franca,
grazie di cuore per essere venuta a trovarmi e per avermi letto.
Come ben sai, cambiare non è mai semplice, soprattutto quando ci si trova in una situazione di stallo o in un contesto che ostacola la nostra serenità. Richiede tempo, impegno e fatica, ma il raggiungimento del benessere è un traguardo impagabile. A volte, invece, è sufficiente chiudere una porta per far sì che nuove opportunità si dischiudano davanti a noi.
La scelta, come sempre, è nelle nostre mani.
Ti abbraccio forte!

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paolo 20 Aprile 2024 - 19:43

Mi viene in mente una immagine che esprime in modo semplice cosa sia vero, falso e la verità.
Clicca sul nome e guarda la pagina indicata (“Punti di vista”)

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Tragicomico 21 Aprile 2024 - 23:39

L’immagine rende molto bene la relatività dei punti di vista. Grazie Paolo

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