Il Sano Egoismo Esiste E Aiuta A Vivere Meglio

Tragicomico
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sano egoismoIl sano egoismo esiste e non fa del male a nessuno. Anzi, è proprio grazie ad esso che ci si può mettere al sicuro da una sconfinata serie di patologie psicologiche e fisiche, anche gravi. Ma cos’è in realtà il sano egoismo? È quel “bisogno” che ci permette di vivere pienamente la nostra dimensione, senza dover dipendere da qualcuno o da qualcosa. Purtroppo viviamo in una società dove sin da piccoli ci viene inculcata l’usanza di porre l’attenzione sempre di più sugli altri e sempre meno su noi stessi. Così diventiamo grandi e molti dei nostri problemi, dei nostri “disturbi”, come ansia e paura, derivano dal fatto che consideriamo qualcuno o qualcosa come il fenomeno più importante della nostra vita. Dimenticandoci di noi stessi.

Per secoli l’egoismo è stato considerato il vero male della vita e ciò instupidì, imbruttì e avvelenò l’egoismo e gli sottrasse molto spirito, sensibilità, inventiva e bellezza.
(Friedrich Nietzsche)

Il sano egoismo, invece, ci stimola ad assumerci la responsabilità della nostra vita e a non dipendere dagli altri. Attraverso di esso possiamo acquisire la capacità di prenderci cura di noi senza delegare ad altri scelte e soddisfazione dei propri bisogni.

Il sano egoismo diventa così un’arte, un mestiere, per portare avanti un’opera, un lavoro che possiamo definire “la cura di sé”. Ossia occuparsi di se stessi, imparare così ad orientare il proprio sguardo verso l’interiorità, verso la parte più nascosta dell’anima. Perché è dentro di noi che risiede la nostra essenza, quell’energia che modella la nostra immagine interna ed esterna e che alimenta il processo di trasformazione verso nuove forme di realizzazione personale. Ma senza un sano egoismo non possiamo (in questa società!) accedere a questa fonte.

Il perché è facile da intuire. Basta osservare il mondo che ci circonda per vedere quanta gente indossa la maschera dell’altruismo, per mostrarsi buona e brava e nascondere così ciò che realmente è, sfociando in un comportamento ipocrita. Ma non essere ciò che siamo ci impedisce di trovare il nostro percorso, la nostra via e questo spesso è causa di disagio cronico e malattia.

Un egoismo sano diventa la possibilità di scegliere di rinunciare liberamente e arbitrariamente a quel qualcuno o qualcosa che richiede costantemente la nostra attenzione, la nostra presenza, la nostra energia. Ma non solo, il sano egoismo ci permette di liberarci volontariamente da tutto ciò che crea attaccamento: che sia mentale, fisico o emozionale, poco importa. Ancora, il sano egoismo ci rende in grado di liberarci dai sensi di colpa verso certe persone che stanno usando il nostro stesso senso di colpa per tenerci in gabbia.

Ma soprattutto, con il sano egoismo, scompare il termine “devo” e viene sostituito dal “voglio”, perché, come scrisse una volta il buon Carl Gustav Jung: “Ogni vita non vissuta rappresenta un potere distruttore e irreversibile, che opera in modo silenzioso ma spietato”.

L’inizio del sano egoismo coincide con quel momento della nostra vita in cui ci “svegliamo”, ci destiamo, e ci rendiamo conto che dopo aver fatto tutto quello che “dovevamo” ci troviamo davanti ad un bivio: o troviamo noi stessi e ciò che “vogliamo” davvero, oppure non ci resta che continuare a vivere per scopi indotti da altri. Altri intesi come la società, la famiglia, la tradizione o il gruppo spirituale che ci siamo scelti. In genere ci accorgiamo di non vivere la “nostra” vita quando siamo persuasi da un senso quasi perenne di rabbia, delusione, insoddisfazione, compressione, da una costante sensazione di sentirsi rallentati, bloccati, come un palloncino che anziché essere libero di volare, si trova bloccato da quattro mura nemiche e barriere ideologiche.

A quel punto c’è da fare la conta dei “devo”, di quante cose stiamo facendo solo perché pensiamo di doverle fare e quante di quelle le vogliamo davvero. E c’è da farla in fretta questa conta. Ogni giorno, mese, anno di vita divorato dai devo, da “altri”, non ci verrà più restituito: il tempo è tutto ciò che abbiamo.

Proviamo a sperimentare e lasciamo da parte la morale comune e i pregiudizi consueti al riguardo dell’egoismo, che viene etichettato soltanto come una forma di avidità, accumulo, indebita appropriazione, come un difetto che va contenuto e corretto. L’egoismo ha la sua parte “sana”, quella parte che permette di prendersi cura di sé, di ascoltare la propria sorgente, allontanandosi dal comune modo di pensare. Del resto questa è proprio la Via che i saggi di ogni tempo hanno indicato per uscire dal branco e divenire così consapevoli del proprio vivere. Il sano egoismo, pertanto, non solo non va condannato, ma è giusto consigliarlo, perché aiuta a vivere meglio!

Dimentica chi sostiene che l’egoismo è un difetto da cui guardarsi. Chi lo dice ne coglie solo la variante negativa, trascurando il fatto che ne esiste anche un’altra di tutt’altra foggia.

Esiste anche un egoismo sano e costruttivo, quello che non dice “io al centro di tutto” ma “io al centro di me stesso”. Cambia una sola parola, eppure le due fasi dipingono due pianeti completamenti diversi. Nel primo caso l’ego-centratura calpesta gli altri, nel secondo tende loro la mano, solo che prima di farlo si assicura di avere le risorse necessarie per poterlo fare.

È il sano egoismo di chi sa chi è, cosa vuole e quale contributo può apportare al mondo.”

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