Vedere Oltre La Bellezza Esteriore

Tragicomico
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vedere-oltre-bellezza-esterioreLa bellezza esteriore viene ricercata e osannata da tutti, ma è davvero così importante? Oppure “l’essenziale è invisibile agli occhi” come dice il Piccolo Principe nell’opera di Antoine de Saint-Exupéry? In verità la bellezza è un concetto antico, discusso e ritrattato nel corso dei secoli, ma nella società contemporanea ha assunto una particolare importanza, tanto da essere continuamente promossa, pubblicizzata e osannata. Peccato però, che si tratti soltanto di bellezza esteriore e nessuno nomini mai un’altra forma di bellezza. Quella interiore. La bellezza dell’anima, dell’essere, della persona nella sua profondità. La bellezza esteriore è diventa una copertura dietro alla quale la gente si nasconde, una colata di cemento che mura da se stessi, una maschera indossata ogni giorno da milioni di persone. Tutte diverse, tutte finte.

Quante persone s’innamorano di una donna o di un uomo perché vedono solo l’esterno, solo l’apparenza, e poi, dopo un po’ di tempo (a volte anni!), iniziano a scoprire che lo stato interiore del proprio partner non corrisponde alla bellezza esteriore? Perché se c’è una cosa che dovete sapere è che l’interno può modificare l’esterno, ma viceversa, l’esterno non può modificare l’interno, ne è soltanto un riflesso. È una Legge. La bellezza esteriore è solo a livello di pelle e pertanto non può influenzare la bellezza interiore. Mentre la bellezza interiore è così grande, luminosa, che può irradiare anche il corpo esterno. E sapete perché c’è questa differenza? Perché la bellezza interiore è una luce che proviene dalla sorgente, dalla sorgente interiore di vita eterna e farà sì che qualsiasi corpo appaia splendido, radioso e luminoso dinanzi a chi ha “occhi per vedere”.

E invece cosa fanno le persone? Dove guardano? Tutti cercano di essere belli fuori, con ogni genere di trucco, ogni genere di cose per rendere la loro apparenza più bella. Un’apparenza fatta di inganni in un mondo dove passa l’idea “se siamo belli esternamente, allora avremo successo nella vita”. Ma è davvero così? Oppure vale la pena di sforzarsi per vedere oltre la crosta della bellezza esteriore in un qualsiasi essere umano?

È chiaro a tutti ormai che nel secolo che stiamo vivendo (e anche nella seconda metà di quello precedente) la bellezza esteriore ha assunto un valore altissimo, paradigmatico, nella nostra società. Ma tutto ciò non ci è stato trasmesso in maniera esplicita, ma implicitamente, in maniera subdola, attraverso qualsiasi realtà a cui ci si pone davanti. La pubblicità, la moda, la famiglia, lo sport, testimonial, influencer, qualsiasi immagine di bellezza esteriore, che sia maschile o femminile, si sottopone a dei precisi canoni estetici e da essi non può sfuggirvi.
Cosa rappresenta, quindi, il fatto che la bellezza esteriore ha raggiunto un “posto” elevato nella scala dei valori di questa società?

Significa che noi umani nella nostra realtà lavorativa e quotidiana, siamo costretti a fare i conti con questi pseudo valori, altrimenti vi è il rischio di essere esclusi, non accettati o sorpassati da chi questi valori di bellezza esteriore li ha raggiunti. Perché è innegabile che in una società come questa, essere belli può portare maggiori vantaggi rispetto all’essere intelligenti, umili e profondi. La saggezza conta poco rispetto a tette, culi e addominali, tanto per intenderci!

E sono in pochi, in questa società, a chiedersi se effettivamente questi valori hanno senso di esistere e se c’è realmente un canone estetico di bellezza che si può considerare assoluto. Così assoluto che possa esserci un senso nell’imporlo. Certo, se si vive immersi nella società odierna, continuamente bombardati da pubblicità e prime pagine di veline o calciatori in bella mostra, allora è facile credere e convincersi che quella è la “giusta bellezza” da raggiungere e cercare di identificarsi con essa, per essere al top. E in tutto ciò la chirurgia estetica ha senso di esistere, così come il make-up, l’abbronzatura artificiale e filtri di ogni tipo utilizzati sui vari social, per rafforzare il concetto che bellezza deve corrispondere a perfezione.

Ci autoidentifichiamo con le etichette che ci siamo (o che ci hanno) appiccicato addosso e continuiamo a ribadirle giorno dopo giorno, a rinforzarle fino a renderle eterne, vincolando ad esse la nostra vita e i nostri margini di libertà.
(Dal mio libroLa cattiva abitudine di essere infelici“)

Tutti fanno affari convincendoci che possiamo raggiungere il top, per essere come gli altri, quelli belli e “vincenti”. Si cade così nella trappola/dipendenza del “voler piacere” a tutti i costi, dove la ricerca dei complimenti e dei like è assidua (a che pro altrimenti la moda “selfie”?) e si ha l’ossessione per essere – o quantomeno apparire – belli. Talmente ossessionati da far subentrare la frustrazione quando il nostro corpo non ci piace o si trasforma negli anni.

A voi sembra razionale tutto ciò? Del resto basta essere “svegli” per capire che tutto questo luccichio è falso. Basta essere capaci di viaggiare con la mente nel tempo per mettere in crisi quelle che sono le certezze di questa società in merito ai canoni di bellezza esteriore e accorgersi di come ogni età storica ha presentato in passato i suoi canoni fisici di bellezza. Ad esempio, nel medioevo la donna veniva “elogiata” se aveva un corpo esile. Nel rinascimento i canoni di bellezza richiedevano forme rotondeggianti e fianchi larghi, e in quella contemporanea si cerca di raggiungere la minima massa grassa, spesso con spiacevoli effetti collaterali.

E non serve solo viaggiare nel tempo per capire che la bellezza esteriore è relativa, si può anche viaggiare per linee latitudinali per accorgersi come ogni territorio cambi opinione al riguardo. La bellezza esteriore non è standardizzata come spesso di crede. Ciò che è ritenuto un canone di bellezza esteriore in Europa, può non esserlo in Mongolia e questo canone può non avere “valore” fra le Tribù di indigene sparse su tutto il pianeta.

Trovare un criterio che indichi un modello fisico esemplare è un’impresa che è stata fino ad ora fallimentare, vana, in quanto non esistono “Leggi” che determinano cosa sia la bellezza esteriore e quali forme debba assumere. Il termine stesso, quindi, di bellezza esteriore, non avrebbe senso di esistere se non fosse che ci troviamo immersi in una società dove il giudizio estetico permea in ogni dove, superando di gran lunga il singolo individuo, intessendo relazioni che necessitano di essere spiegate in maniera razionale.

Ma la cosa più assurda, tragicomica se vogliamo, è il fatto di come la ricerca di un’universalità di bellezza esteriore è riuscita ad oscurare la ricerca e la promozione della bellezza interiore. Quel tipo di bellezza che dovrebbe rappresentare il fulcro di una società degna di essere definita moderna, progressista, per mostrarne la grandezza. Quel tipo di bellezza sulla quale realmente ci dovremmo basare per considerare se una persona è degna delle nostre attenzioni. Perché quando crediamo in delle qualità e le vediamo negli altri, non possiamo che rispettarle. Intravediamo nella loro anima ciò che è parte di noi. Ecco perché la “ricerca interiore” è scomparsa da questa società, perché le persone non riescono più a vedere oltre la bellezza esteriore, non riescono a capire cosa c’è nel contenitore. Si fermano alla forma, al luccichio. Tralasciando l’oro che c’è all’interno.

bellezza-interioreCi siamo talmente identificati con la periferia del nostro essere che abbiamo dimenticato che la periferia non può esistere da sola. Ci deve essere un centro. E la ricerca del centro è l’unica ricerca che vale la pena di seguire, per scoprire il proprio essere interiore. Nessun chirurgo plastico può cambiarci se non nell’apparenza, ma possiamo cambiare internamente, da soli, è nelle nostre capacità. Nessuno può fare qualcosa riguardo al nostro essere interiore tranne noi stessi. Siamo “il padrone” del nostro mondo interiore. E quando il mondo interiore diventa silenzioso i nostri occhi diventano più profondi, acquistano una profondità oceanica e una luminosità stellare. Quando il nostro essere interiore diventa chiaro, privo di nebbia, anche il nostro viso diventa chiaro, come un cielo aperto che si lascia illuminare dai raggi solari.

Sarebbe bello e corretto se tutti abbassassimo le nostre esigenze estetiche e le aumentassimo per quanto riguarda il contenuto, ossia il modo di essere. Dobbiamo renderci conto che abbiamo un corpo, ma soprattutto, un’Anima. Dobbiamo imparare a “vedere oltre”, dobbiamo andare in profondità, e questo è possibile solo se anche noi siamo capaci di raggiungere il nostro centro. E più guardiamo dentro di noi, più saremo in grado di vedere all’interno degli altri. Un mondo del tutto nuovo ci spalancherà le sue porte, e sarà questa la vera grande rivoluzione.

Nessuna grazia esteriore è completa se non è compenetrata e vivificata dalla bellezza interiore.
La bellezza dell’anima si diffonde come una luce misteriosa sulla bellezza del corpo.

(Victor Hugo – “L’homme océan“)

Tragicomico

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8 commenti

Diego 7 Febbraio 2020 - 10:08

Bellissimo articolo!

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Tragicomico 23 Novembre 2020 - 11:52

Grazie Diego!

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Fiorella 31 Luglio 2021 - 0:23

Bell’articolo.. vorrei se ne parlasse di più!

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Tragicomico 31 Luglio 2021 - 18:16

Grazie Fiorella, in futuro potrei parlarne ancora, certo, ne approfitto per consigliarti il mio ultimo libro: “La cattiva abitudine di essere infelici“. Un’opera umile, scorrevole, incentrata sull’essenzialità delle cose. Quelle che possono renderci degni della felicità.

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Gianluca Passerini 15 Gennaio 2022 - 16:29

Tanto per cambiare mi trovi d’accordissimo Ivan , ho conosciuto belle donne che però interiormente non mi piacevano , quindi di riflesso perdevano del tutto il loro fascino esteriore ai miei occhi , infatti da tanto tempo penso di saper vedere oltre l’apparenza e hai ragione , è una rivoluzione che porta soltanto cose buone .

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Tragicomico 15 Gennaio 2022 - 23:25

Ti ringrazio Gianluca, per questo tuo messaggio e non posso che augurarti il meglio, per una vita spirituale in risonanza con le tue aspettative. Ti abbraccio.

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paolo 31 Marzo 2023 - 18:11

Bello. Dovrebbe essere materia che si insegna dalle primarie. Educare, non addestrare. Mostrare, non pretendere. Praticare, non teorizzare. Partendo dalla famiglia, perché la responsabilità di un genitore verso i propri fili e nipoti è profonda, eterna e sconfinata. Se lo sapessimo probabilmente non saremo qui a dirci quanto sia importante.

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Tragicomico 31 Marzo 2023 - 18:28

Sono d’accordo con te Paolo, purtroppo la nostra è una società che tende a esteriorizzare tutto, si vive di superficie e non di profondità.

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