Libertà Per Julian Assange: Raccontare Le Verità Scomode Non È Reato!

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Julian Assange non è più un uomo libero da diversi anni, da quando ha osato pubblicare documenti segreti che attestano crimini di guerra e torture compiuti dall’esercito statunitense (e dai loro alleati occidentali) nelle “guerre umanitarie” in Iraq e in Afghanistan, scoperchiando così al mondo intero la verità e l’evidenza insita nelle guerre di invasione mascherate da missioni di pace. Dopo aver fatto queste rivelazioni tramite WikiLeaks – un’organizzazione internazionale da lui fondata, senza scopo di lucro, che riceve in modo anonimo documenti coperti da segreto (di Stato, militare, industriale, bancario) e poi li carica sul proprio sito web – il giornalista e attivista informatico Julian Assange non ha più conosciuto la libertà.

Non ci sono condanne a suo carico e non ci sono inchieste europee aperte. Ma nonostante ciò, Assange è in carcere a scopo preventivo in attesa di una decisione sull’estradizione negli Stati Uniti. Attualmente è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza HM Prision Belmarsh di Londra e presto verrà consegnato nelle mani degli USA, visto che la giustizia britannica ha negato il ricorso alla Corte Suprema presentato da Julian Assange contro il via libera alla sua estradizione. L’estradizione negli Stati Uniti sottoporrebbe Assange al rischio di imputazione per diversi reati tra cui quello di spionaggio, perseguibile secondo l’Espionage Act, oltre che a pene complessive dai 175 anni di carcere fino alla pena capitale. Tutto questo per aver raccontato la verità dei fatti. Tutto questo mentre i criminali di guerra sono ancora a piede libero.

E, se questo avverrà, una volta stabilito il precedente penale, come possiamo essere sicuri che in futuro non accadrà lo stesso a un altro giornalista d’inchiesta o a un qualsivoglia cittadino che vorrà fornire un’informazione libera? In altre parole, il processo a Julian Assange determinerà, a tutti gli effetti, il destino del giornalismo – ma anche della democrazia stessa – in Occidente. Perché se Assange non è libero allora anche noi non siamo liberi. La nostra libertà è limitata e apparente. In uno stato di paura nessuno è libero.

Non è un caso se Julian Assange è stato ignorato da tutti, tranne i pochi che invano chiedono libertà e giustizia per chi ha avuto il coraggio di raccontare e diffondere le verità scomode come i crimini di guerra. Per lui nessun dibattito, nessun comitato di democratici per la libertà, nessuna associazione a tutela dei diritti. Da più di dieci anni il suo calvario continua nel silenzio quasi assoluto dei mezzi di informazione mainstream, a dimostrazione che l’Occidente non è così libero e democratico come vogliono farci credere.

Un Occidente che considera reato l’informazione, quella vera, quella che racconta i fatti per quello che sono: crimini di guerra! Ricordiamo che il solo massacro di Falluja in Iraq del 2004, letteralmente inondata di fosforo bianco, è stato paragonato alla bomba atomica su Hiroshima, se non peggio per le conseguenze che ancora oggi vengono pagate a caro prezzo. E un uomo è in prigione per il semplice fatto di aver svolto il proprio lavoro, l’autentico giornalismo d’inchiesta contro la farlocca propaganda che ci propinano di continuo i vari mass media. Ma informare senza filtri e senza censura è il dovere di ogni giornalista.

Se ci fosse una giustizia con la “G” maiuscola a governare nel mondo, Assange sarebbe un uomo libero e i fautori insieme ai mandanti di queste politiche belliche sarebbero processati per direttissima dalla Corte per i diritti umani. Invece viviamo nella realtà, dove la giustizia è un concetto astratto – tirato in ballo quando fa comodo ai propri interessi – e la politica segue la logica di ingannare il prossimo a qualunque prezzo e in ogni circostanza.

In questa vicenda, Julian Assange non è il solo ad aver subito gravi ritorsioni. C’è Edward Snowden, ex tecnico della CIA e autore di un’autobiografia molto interessante, “Errore di sistema”, dopo le sue rivelazioni è dovuto fuggire in cerca di asilo politico. E c’è Chelsea Manning, ex militare, candidata tre volte al premio Nobel per la Pace, è stata incarcerata per aver passato ad Assange una serie di documenti riservati. Sono persone che hanno avuto il coraggio di dimostrare che dietro il segreto di Stato non si celano gli interessi o le vulnerabilità di una nazione, ma le nefandezze di chi la governa.

Credo che la storia di Assange dovrebbe essere un monito per tutti noi: una pace autentica non nasce che dalla verità e dalla giustizia, oltre che dalla benevolenza. Basta con questi abusi di potere nel nome della menzogna sistematica. Quanti piccoli e grandi Assange ci sono in giro a cui il Potere taglia le ali perché fastidiosi e pericolosi? Siamo sicuri che è questa la democrazia nella quale vogliamo vivere, dove la libertà dev’essere autorizzata? Lo Stato non può e non deve avere segreti. E in galera dovrebbe finire chi i crimini di guerra li commette, non chi si oppone mediante l’informazione.
L’informazione libera non è reato.
Raccontare le verità scomode non è reato.
Libertà per Julian Assange!

Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”
(George Orwell – “La fattoria degli animali”)

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6 commenti

Maja 22 Marzo 2022 - 8:53

Caro Ivan, stavo leggendo il tuo nuovo articolo mentre facevo la colazione. Dalla rabbia che mi assaliva e dal sentimento d’impotenza che mi pervadeva all’istante ho buttato giù povere fette biscottate in un baleno, il caffè mi è andato di traverso. Hai detto tutto quello che penso anch’io e condivido in pieno. L’ipocrisia sbandierata dagli USA e altri invasori occidentali (“forze della NATO”), non smette mai di operare e mettere in atto le guerre nuove ( vedi Ukrajina…e chi si ricorda di Siria?? Nah, ormai il film vecchio!)per perseguire i propri interessi di ogni tipo: politici, economici, etc.. Ogni volta che incrocio la foto di Julian Assange mi viene da piangere e gridare dall’impotenza che sente un cittadino qualunque come me, te e molti altri nel mondo che non sapendo come combattere e subire le ingiustizie di questo regime mondiale perpetrato da pochi fugge lontano dalla civiltà, magari in un bosco sperduto dove non arriva segnale Wi-Fi. Chi è fortunato di poterlo fare…. Un saluto da una persona che crede che non ci sia niente di più prezioso della verità e della libertà di ogni essere umano.

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Tragicomico 22 Marzo 2022 - 22:36

Sono pienamente d’accordo con te, non esiste un solo animale in natura che vuole vivere in gabbia o al guinzaglio, tranne quello che è stato precedentemente addomesticato. Ecco, credo che l’essere umano moderno abbia subito anch’esso un processo di addomesticamento, in altre parole è stato reso inoffensivo e ubbidiente, ma ancora peggio, si è abituato a vivere in un contesto di libertà limitata e vigilata. E quei pochi esseri che ancora si battono per la verità e per la libertà, vengono visti come una minaccia, sia dal potere e anche da coloro che servono il potere in cambio di una finta sicurezza. Ti mando un abbraccio.

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Fabrizio Mauro 22 Marzo 2022 - 22:02

Julian Assange un uomo lotta contro alcune delle più potenti istituzioni della Terra, che da oltre un decennio lo vogliono distruggere. Le istituzioni sono il Pentagono, Central Intelligence Agency la National Security Agency. La potenza e l’influenza di queste istituzioni si fanno sentire in ogni angolo del pianeta: decidono guerre, colpi di stato, assassini, influenzano elezioni e governi. Queste rivelazioni hanno innescato la furia delle autorità americane, ma in realtà nessun governo al mondo ama Assange e la sua creatura. Anche quelli finora meno colpiti dalle loro pubblicazioni li guardano comunque con sospetto, consapevoli che prima o poi il metodo WikiLeaks potrebbe attecchire anche nei loro paesi e far emergere i loro segreti. E siccome il potere economico-finanziario, spesso va braccetto con diplomazie e 007, li teme altrettanto, perché gli affari più redditizi hanno bisogno riservatezza. Libertà per Julian Assange.

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Tragicomico 22 Marzo 2022 - 22:40

Grazie Fabrizio, per il tuo sostegno. Siamo tutti dei piccoli Assange, è questo che la gente non percepisce. Nessuno è al sicuro in una democrazia nella quale fare informazione è reato. Una democrazia nella quale dire la verità è reato. E pensare che questa stessa democrazia vogliamo anche esportarla in altri paesi, come esempio di libertà di giustizia. Tutto questo lo trovo alquanto tragicomico.

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Maurizio de Prezzo 29 Marzo 2022 - 8:52

Ciao IVAN,
Nessun governo al mondo si batterà per la libertà di Assange, e meno che mai lo farà un governo del “democratico” occidente, per le ragioni ben rappresentate da chi mi ha preceduto nei commenti. Aggiungo una considerazione. Con intensità diversa, nei vari Paesi dell’occidente, si è ormai creato un profondo scollamento tra rappresentati ( i cittadini ) e rappresentanti ( gli eletti ) questi ultimi, sempre più chiaro ed evidente, portatori di interessi “altri”. Un esempio recente: la maggioranza ampia dei cittadini italiani non approva l’aumento di spesa del Governo per armamenti. Così come non approva tutti quei provvedimenti ignobili che tutelano mafiosi e delinquenti. Eppure tutto procede, senza nessuna volontà da parte degli eletti, di considerare i cittadini. L’elenco delle nefandezze sarebbe molto lungo e mi fermo per carità di patria. Nel “democratico” occidente, la democrazia, se non è morta, è gravemente ammalata. Ma non arrendiamoci a questi tempi bui, bisogna costruire speranza! A presto, Maurizio

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Tragicomico 29 Marzo 2022 - 22:56

Ciao Maurizio, ti ringrazio del commento. Sono d’accordo, la distanza fra cittadini e rappresentati è diventata ormai abissale, tant’è che quest’ultimi si interessano della popolazione solo quando devono fare propaganda, ma per il resto sono solo dei servitori di poteri ancora più forti e invisibili. Ma la colpa è anche, è soprattutto, nostra, perché abbiamo smesso di fare politica e se non fai politica, allora la politica ti fa un abito su misura e ti tratta da burattino. Siamo totalmente passivi e inermi e così facilitiamo i loro sporchi giochi di potere. La questione Assange dimostra quanta poca voglia ci sia di lottare per la libertà, alla fine il colpevole sarà lui, perché ha destabilizzato la “tranquillità” di persone che, non vedendo, e non sapendo, non soffrono.

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