Cosa Stiamo Facendo Con Le Nostre Libertà?

Tragicomico
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Le nostre Democrazie occidentali sono sempre più in piena crisi di identità. Sono prive di visioni e di guida, politicamente sono messe in scacco da interessi commerciali, interessi e affari che rappresentano la degenerazione più grossolana e pericolosa di ciò che la democrazia dovrebbe essere: il governo del popolo, non quello delle Lobby.  E in uno scenario simile, tutto va rimesso in discussione.

Siamo diventati un popolo disorientato, in cerca di identità,  che ha dimenticato come si vive la democrazia, nel suo significato più autentico e ortodosso. Un disorientamento amplificato dall’avvento dei canali mainstream, dai social, in un momento storico estremamente delicato per quanto riguarda il labile confine delle nostre democrazie e dove ognuno si sente in dovere di rivendicare la propria libertà e sensibilità.

Una situazione che rischia di generare un caos che manderebbe in frantumi gran parte dei diritti universali. Paradossalmente infatti, rischieremmo di trovarci nella situazione in cui anche il razzista potrebbe rivendicare la sua sensibilità, così come il maschilista potrebbe obiettare contro la femminista e qualsiasi sommossa populista potrebbe attaccare la stato di democrazia, con l’assalto da parte di manifestanti “mascherati”.

Ma libertà, in uno Stato democratico, che piaccia o no, significa essere liberi in uno spazio limitato, uno spazio che da una parte è regolamentato dai nostri stessi valori (etici e morali), e dall’altro è dettato dalle leggi che regolamentano tale spazio. Uno dei valori più nobili condivisi in una democrazia infatti, è quello di non arrecare danno agli altri.

Nessuno, quindi, può considerarsi depositario di una libertà assoluta e incondizionata, nessuno può ignorare del tutto una qualsiasi norma o valore comportamentale. E un’altra considerazione da fare è che la libertà non riguarda solo la scelta di una determinata azione, ma si estende anche ai pensieri e alle emozioni: in altre parole, come cittadini, possediamo una libertà che ci consente di scegliere cosa pensare o cosa provare.

Esiste quindi una libertà di scelta, seppur limitata in certi ambiti. D’altra parte, che senso avrebbero altrimenti la democrazia o le stesse norme e leggi che puniscono proprio la mancanza di responsabilità connessa alla libertà? La nostra responsabilità è quella di impedire agli altri di togliercela ma allo stesso tempo dobbiamo impedire a noi stessi di toglierla agli altri perché chiunque ha il diritto di mantenere la propria.

Come dicevo all’inizio, manchiamo di una identità collettiva e scaricare la colpa di questo sprofondare lento ma inesorabile del modello occidentale su fatti e decisioni che non possiamo controllare, o, peggio, ritrovare in ogni fatto o decisione presa da chi ci governa i segni di un complotto, penso siano modi abbastanza vili per fuggire di fronte alle responsabilità che ciascuno di noi dovrebbe assumersi nei confronti dell’altro. I governi hanno le loro responsabilità, noi le nostre.

Perciò, ciò che mi sento di chiedere a ciascuno di voi è: sentite di meritarvi la libertà che vi è stata affidata? Cosa fate per renderle l’onore che merita? Cosa fate per esserne all’altezza? Insomma, cosa state facendo con le vostre libertà?

Tali domande non sono domande retoriche. Esse anzi vogliono essere seriamente  concrete nel loro evidente tono provocatorio. Il loro fine infatti è stimolare quella che in voi vorrei fosse, più che una presa di coscienza introspettiva, una forte e sincera auto-critica individuale e civile. Per dirla con le parole del grande Carmelo Bene, “Se si vuole davvero cambiare qualcosa, bisogna cominciare a cambiare se stessi, andare contro se stessi fino in fondo. Il massimo impegno civile è l’auto-contestazione.

Il senso di questo mio scritto e della provocazione che porta con sé, non è tanto tentare di comprendere metafisicamente cos’è “La Libertà”, ma cercare di far emergere la forma storica e concreta che Essa ha assunto nel nostro contemporaneo. Proverò a fare questo fornendo tre spunti che hanno a che fare con questo nostro valore fondativo e che riguardano il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro. Per rendere la cosa più diretta possibile, questi tre spunti verranno formulati in forma di altrettante domande. Se qualcuno si sentirà chiamato in causa vorrà dire che la provocazione ha dato il via ad una forma sana di auto-contestazione.

DOMANDA 1: Possiamo dire di essere all’altezza dei nostri padri? Di coloro cioè che hanno lottato, e spesso pagato con la vita (!), per costruire un mondo libero? Il mondo libero che noi tutti ancora abitiamo?

DOMANDA 2: Possiamo dire di essere all’altezza dei nostri compagni di viaggio? Di coloro cioè che, spesso in sordina ma sempre in prima linea, nei campi più disparati dell’agire umano, utilizzano il loro essere-liberi per provare a costruire nuove possibilità per tutti noi?

DOMANDA 3: Possiamo dire di essere all’altezza dei nostri figli e dei loro sogni? Stiamo cioè impiegando le nostre energie e il nostro tempo per costruire, fosse anche solo tramite il buon esempio, un futuro migliore, più umano?

A queste tre domande voglio aggiungerne una quarta, che vuole prendere di mira qualcosa che oggigiorno sembra cadere sempre di più nel dimenticatoio: la Libertà come Ideale.

Per quanto oramai siamo abituati a considerare di valore solo ciò che si può misurare, io credo fermamente che ci sia bisogno di tornare a credere agli Ideali come inesauribili fonti di ispirazione. È da tali fonti che dovremmo attingere ogni volta che ci impegniamo a costruire quello che, in maniera ingenua, di solito chiamiamo “reale”.
Mi voglio prefigurare l’Ideale “Libertà” come una Dea bellissima, forte e generosa, che però da noi chiede di essere costantemente ri-conquistata. Per questo vi chiedo: siamo noi degni dello sguardo della Dea?

Mettiamoci in testa che il momento storico attuale è un momento di svolta e di trasformazione. Essere e voler essere liberi implica correre dei rischi, la libertà esige che ci si faccia carico del peso delle proprie decisioni provando, magari, a rispondere in piena coscienza alle domande sopracitate. La libertà non è solo fare ciò quello che si vuole in un dato momento, la libertà è anche poter essere microcefali decerebrati e poter comunque vantare il diritto al voto,  la libertà è anche il senso del limite, la libertà è partecipazione e soprattutto, libertà è disegnare e costruire il proprio cammino decidendo come, dove e con chi percorrerlo. 

“L’uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché?
Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni,
e le decisioni comportano rischi.”
(Erich Fromm – “Il coraggio di essere“)

Il mondo futuro non è ancora delineato ma lo sarà a breve. Nelle Democrazie occidentali abbiamo il privilegio, ma anche l’onere e la responsabilità, di poter disporre delle libertà civili e individuali. Come intendiamo utilizzarle?  Senza scalfire i diritti universali che sostanziano la nostra umanità, perché rappresentano le primarie esigenze dell’essere umano in quanto tale: verità, libertà e giustizia. Forse è proprio questa la base per un confronto realmente inclusivo, dove tutti comprendiamo di essere uguali pur nella diversità che ci contraddistingue. Altrimenti sarà sempre e solo una guerra fra sordi.

Tragicomico

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10 commenti

Fiamma 21 Gennaio 2021 - 23:43

Gran bel messaggio! Al solito riesci a toccare corde ormai scordate della nostra confusa esistenza. Per questo ti ringrazio. Mi piacerebbe che tu ci ricordassi,quali sono gli ideali importanti,sembra una domanda ovvia,ma visto il momento di totale scollegamento,iniziare dall’abc ci servirebbe per ricollegarci. Grazie per il tempo che ci dedichi.

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Tragicomico 22 Gennaio 2021 - 9:35

Ciao Fiamma, come sempre grazie per essere passata a leggermi e per il tempo che mi dedichi, lo apprezzo molto. Per chi scrive è confortante sapere che c’è chi legge in maniera attenta e accurata, ponendo magari ulteriori riflessioni. Al riguardo degli Ideali, essi rappresentano, nella loro perfezione, un modello assoluto per una vita giusta e saggia, diventano uno stimolo e un punto di riferimento per concretizzare la loro dimensione astratta nella vita di tutti i giorni, conformando quindi la propria esistenza a quella dell’Ideale. Ad esempio gli ideali portati avanti dalla Rivoluzione francese riguardavano appunto La libertà, ma anche la fratellanza e l’uguaglianza. Quello della Fraternità trovo che sia oggi estremamente importante come Ideale, ovvero riuscire nell’intento di porre il “Noi” davanti all’”Io”. Perché se viene mancare una base civile di convivenza, allora tutto diventa guerra. Ci riusciremo?
Ti abbraccio e ti auguro una buona giornata, a presto!

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Monia Pedrazzoli 22 Gennaio 2021 - 8:50

Ivan sei sempre illuminante…..un faro x chi davvero vuole farsi le domande giuste.
Grazie ancora

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Tragicomico 22 Gennaio 2021 - 9:37

Ti ringrazio Monia per queste tue belle parole, come sempre l’intento di questo spazio virtuale è quello di creare le giuste riflessioni, affinché qualcosa possa davvero cambiare nel piccolo mondo di ciascun lettore. Un abbraccio.

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Elenia 25 Gennaio 2021 - 11:17

Ciao, ogni tuo articolo porta inevitabilmente a riflettere e sviscera sapientemente aspetti su cui spesso non riflettiamo.
Complimenti davvero.

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Tragicomico 26 Gennaio 2021 - 17:49

Grazie Elenia, per le tue parole sempre gentili nei confronti di questo piccolo spazio virtuale. A presto!

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Giaccari Claudia 27 Gennaio 2021 - 10:49

Bellissimo messaggio

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Tragicomico 27 Gennaio 2021 - 16:43

Grazie Claudia, un invito a porsi delle domande non solo dal valore introspettivo, manche e soprattutto con tono riflessivo.

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Pier 7 Marzo 2022 - 2:07

Innumerevoli parole possono dedicarsi all argomento. Ovvio ? See ..e dovrebbe essere interessante…forse meno ovvio… visto ke lo si considera un diritto acquisito almeno in Europa . Le considerazioni di un carcerato sn + vive tipo Assange G. Mi piacerebbe tanto sentire la sua voce sul tema…da anni rinchiuso in occidente poi..x aver detto la verità.. difendendo la libertà di tutti in un certo senso credo cioé a mio parere modesto e umile parere.

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Tragicomico 7 Marzo 2022 - 12:53

Lo disse già Orwell che dire la verità, in questa società, è un atto rivoluzionario. Motivo per cui i rivoluzionari di solito non fanno una bella fine, ma è un nostro dovere dare voce alle loro gesta, affinché il loro sforzo non sia stato vano. Sono gli eroi di questi lugubri tempi moderni.

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