Houston, Abbiamo (Ancora) Un Problema

Tragicomico
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Houston, abbiamo un problema”. Sono passati ormai cinquant’anni da questa celebre frase che, nella sua versione  originale, fu pronunciata così: «Ok, Houston, we’ve had a problem here» (Ok, Houston, abbiamo avuto un problema qui). Ma per esigenze hollywoodiane è stata abbreviata in “Houston, abbiamo un problema” e resa famosa in tutto il mondo grazie al film “Apollo 13” del 1995.

È passato mezzo secolo da quel fattaccio terminato comunque a lieto fine, cinquant’anni nei quali le generazioni che si sono susseguite hanno potuto constatare materialmente un cambiamento sociale, economico e politico non indifferente, su differenti fronti. Siamo passati dall’epoca in cui il motto di “I have a dream”, condiviso da giovani ed anziani compresi, per un mondo migliore, fatto di libertà e uguaglianza, ha fatto largo all’”andrà tutto bene” di ultima generazione, motto divenuto ormai celebre, ma che non racchiude nessun inno di libertà se non apparente, visto che con tutte queste restrizioni e limitazioni ce ne rimarrà sempre meno in tasca.

L’epoca in cui il progresso scientifico sembrava inarrestabile, al giorno d’oggi si è fermato, mostrando al mondo intero le debolezze di governi e popoli dinanzi ad un virus qualsiasi. Cinquant’anni anni fa la questione che affliggeva alcuni stati “potenti”, riguardava il poter raggiungere il misterioso spazio, impresa che, vista l’epoca, sembrava sempre più ardua. Oggi, invece, la missione più grande che il mondo sta affrontando è quella di sopravvivere, cercando di far rintanare le persone nelle proprie case come dei topi spaventati che si nascondono dal loro nemico gatto. È proprio il caso di dire… dalle stelle alle stalle.

Dov’è però il senso di tutto questo? Come abbiamo fatto a passare dall’epoca in cui tutto era possibile e l’economia sembrava inarrestabile, a quello in cui non si trovano modi per produrre in breve tempo delle semplici mascherine? Perché abbiamo passato quasi un secolo a cercare di raggiungere la Luna, Marte e l’Universo intero, anziché prenderci cura dei nostri simili e del nostro pianeta che minuto dopo minuto collassava verso l’estinzione?

Secoli fa, un filosofo britannico di nome Thomas Hobbes, introdusse il concetto di Homo Homini Lupus, letteralmente “l’uomo è lupo per l’uomo”, cercando di spiegare così l’egoismo e il senso di sopraffazione dell’uomo. Secondo il pensiero pessimista di Hobbes, infatti, la natura umana è fondamentalmente egoistica, e a determinare le azioni dell’uomo sono soltanto l’istinto di sopravvivenza e quello di sopraffazione. In altre parole, il filosofo nega la possibilità secondo la quale l’uomo possa sentirsi spinto ad avvicinarsi al suo simile in virtù di un amore, per così dire, naturale, spontaneo. Per Hobbes gli esseri umani legano tra loro in amicizie o società, regolando i loro rapporti con regole e leggi, e questo è dovuto soltanto al timore reciproco. Insomma, un lupo è meglio farselo amico e non avercelo contro.

Lo stesso Hobbes sarebbe d’accordo con me nell’affermare che il senso della missione spaziale, al giorno d’oggi, potrebbe somigliare più a una dimostrazione di superiorità dell’uomo sulla natura e verso l’ignoto, che a un viaggio per conoscere e comprendere gli infiniti misteri dello spazio e dei suoi pianeti. Non è certamente un caso che mentre il mondo sta affrontando una pandemia dovuta al Covid-19, la NASA è impegnata a gestire l’imminente missione “Mars 2020” con lancio previsto per luglio 2020.

C’è come qualcosa, all’interno del nostro mondo, che ci spinge a non apprezzare mai quello che abbiamo, a volere sempre di più, tanto da arrivare al punto in cui si iniziano a sacrificare le cose più importanti ed indispensabili, per poter raggiungere discutibili nuovi orizzonti. In questo modo i governi preferiscono investire nelle armi anziché nella sanità, nelle multinazionali, anziché sostenere l’istruzione, nelle missioni spaziali anziché prendersi cura del nostro ambiente, facendo sì che il mondo si trovi impreparato davanti ad un emergenza come una pandemia.

Ed eccoci, mentre cinquant’anni anni fa si stava con gli occhi incollati ad uno schermo e con il fiato sospeso per poter diventare testimoni della missione Apollo 13, oggi fissiamo increduli le nostre televisioni mentre constatiamo con l’amarezza in bocca i centinaia di migliaia di morti che il nostro mondo non ha saputo risparmiare. E così, mentre noi dobbiamo fare i conti con la nostra indifferenza ed i nostri errori, Madre Natura, che per secoli e secoli è stata deturpata di ogni bellezza, oggi ritorna a vivere, mostrandosi più viva che mai.

La natura sta riprendendo piede e ripopolando le terre e i mari, le città sono meno inquinate e finalmente si respira aria pulita. Ancora una volta, il nostro pianeta, ci mostra come sia potente, e come possa in pochi istanti rimettere l’uomo al proprio posto. Facendo questa riflessione può venire in mente la poesia scritta da Giacomo Leopardi – “La Ginestra” – durante il suo soggiorno a Napoli, il quale, consapevole della forza della natura e della finita piccolezza dell’uomo, ci propone un’ampia riflessione su quale sia il comportamento dell’essere umano nei confronti del proprio mondo. Così, per l’ennesima volta siamo costretti a guardare in faccia il destino che ci siamo costruiti con indifferenza e tracotanza, dimenticandoci della nostra eterna vulnerabilità. Sì Houston, abbiamo ancora un problema. Si chiama “ignoranza umana” mascherata da filosofia della futilità.

“Il primo vagito ci sputa dentro un mondo che non conosce la lentezza,
che ha dimenticato l’ascolto e la pazienza,
ci catapulta tra i meccanismi oliati e malati di una società iper accelerata
dove esseri lobotomizzati dalla tecnologia,
dalle futilità e da lavori sempre più alienanti camminano ciechi verso il baratro.”
Dal mio libroSchiavi del Tempo

Tragicomico

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5 commenti

Rosaria Mazzetti 30 Aprile 2020 - 11:07

Chissà che finalmente sempre più esseri umani aprano gli occhi e la mente x vivere più coscientemente questa vita senza fare Inc…..e la natura

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Tragicomico 30 Aprile 2020 - 18:56

Vivere in maniera più sostenibile è possibile, ma bisogna cambiare rotta e abitudini. Quanti saranno disposti a farlo?

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Chiara 1 Maggio 2020 - 17:21

Temo pochi, pochissimi…

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carlotta 14 Luglio 2020 - 16:44

Vorrei comperare una copia del libro, ma non uso amazon: C’è un’altro modo? Si trova in libreria?

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Tragicomico 14 Luglio 2020 - 19:06

Buonasera Carlotta, le ho scritto in privato. Grazie per il suo interessamento 😉

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