Psicologia Delle Folle – Gustave Le Bon (Recensione)

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Pubblicato nel 1895, “Psicologia delle folle” è certamente il testo più famoso dell’antropologo e sociologo francese Gustave Le Bon. Scritto prima dell’avvento delle guerre del Novecento, è stato letto e studiato dagli statisti e aspiranti dittatori (Stalin, Roosvelt, Hitler, Mussolini) del secolo scorso, influenzandone l’operato, e ancora oggi risulta essere un’opera imprescindibile di sociologia della comunicazione.

Leggere questo libro vuol dire comprendere quelle dinamiche che oggi, 126 anni dopo la pubblicazione, sono ancora ben salde nella nostra società per indottrinare e direzionare le masse tramite l’uso della parola, ripetendo in maniera strutturata i medesimi concetti chiave. Studiarlo vuol dire acquisire consapevolezza di questo attuale momento storico, dei meccanismi sociali che tanti vogliono far passare per “naturali”, della pressione e della propaganda in atto, degli slogan sbandierati per aizzare o arringare le folle e trascinarle verso i propri obiettivi. Ecco cosa scrive Le Bon al riguardo:

“La moltitudine ascolta sempre l’uomo dotato di volontà forte. Gli individui riuniti in folla, perdendo ogni volontà, si volgono istintivamente verso chi ne possiede una.”

E ancora…

“Annullamento della personalità cosciente, predominio della personalità inconscia, orientamento, determinato dalla suggestione e dal contagio, dei sentimenti e delle idee in un medesimo senso, tendenza a trasformare immediatamente in atti le idee suggerite, tali sono i principali caratteri dell’individuo in una folla. Egli non è più sé stesso, ma un automa diventato impotente a guidare la propria volontà.”
Gustave Le Bon – “Psicologia delle Folle

Il singolo individuo, una volta che entra a far parte di una folla – fisica, ideologica o virtuale poco cambia – ammaina la propria di volontà, per acquisirne una nuova di zecca. Non pensa, ma viene pensato. Ovvero acquisisce in sé la volontà della folla. Ecco come vengono instillate paure, debolezze e ferocia. E attenzione, Le Bon non scrive che la massa sia costituita da gente “media”, tutt’altro, il trucco, chiamiamolo così, è far rientrare fra la folla individui dotati di intelligenza e cultura, in modo da appiattirli, così che subiscano una trasformazione al ribasso una volta inseriti fra la massa. Il controllo delle masse diventa pertanto di stampo puramente istintivo e non più razionale.

In altre parole si tratta di anestetizzare le menti pensanti inserendole all’interno di un gregge, rendendole innocue e prive del proprio pensiero critico e, allo stesso tempo, bisognose di un padrone, di un capo, che possa istruire le folle sul da farsi. In questo modo sono state attuate le più grandi dittature di stampo politico, ideologico e religioso di ogni tempo.

Ritengo “Psicologia delle folle” un classico scritto a regola d’arte: chiaro, conciso e ben strutturato. La lettura risulta assai semplice anche per i non addetti ai lavori, con ottimi spunti di riflessione che posso essere riscontrati anche oggi, nella comunicazione stringata presente sui social. Perché sottovalutare le folle è un argomento che è sempre attuale, mentre il controllo delle folle è una capacità non da sottovalutare. Mai.

Voto: 8,5
Note: Riflessivo, Politico, Sociale, Antropologico.

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2 commenti

Fabrizio Mauro 29 Novembre 2021 - 22:17

Acquisterò molto presto anche questo libro per la mia sete di istruirmi, ma prima Ivan devo leggere” La cattiva abitudine di essere infelici”, penso che mi arriverà da Amazon mercoledì 1 dicembre. Buona vita a te e tutti quelli che seguono il tuo blog.

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Tragicomico 30 Novembre 2021 - 9:25

Ti ringrazio Fabrizio, per la tua gentilezza e disponibilità, per il tempo che mi dedichi nel leggermi, qui come in mezzo a pagine di carta stampata. Non bisogna mai abbassare la guardia e provare ad essere, nel nostro piccolo, in continua evoluzione. Un abbraccio!

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