Paura Di Vivere E Senso Di Vuoto

Tragicomico
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La paura di vivere si è insediata lentamente in questa società ormai al collasso, e allo stato attuale sono molti gli individui che confermano di soffrire di una certa paura nei confronti della vita e del vivere in generale. Una paura che può essere la paura di affrontare un nuovo amore, di perdere il lavoro, delle violenze e della guerra, di rimanere soli, di vivere le difficoltà che nascono in ognuno di noi. Una paura che nasce principalmente nelle persone che non riescono a staccarsi dalle esperienze passate e continuano a prenderle come esempio per vivere le esperienze future. In questo modo si tiene in vita il passato senza avere, per ovvie ragioni, la possibilità di fare nuove esperienze costruttive e di vivere così la vita stessa che scorre via, senza più tornare indietro. Da questa paura di vivere nasce un forte senso di smarrimento.

Da lì a poco subentreranno domande esistenziali che diventeranno veri e propri tormenti: “Chi sono?”, “Dove vado?”, “Cosa sto facendo?”. Non c’è più chiarezza nei propri intenti, le idee non vengono più, la gioia di vivere è un lontano ricordo, ci si sente soli, maledettamente soli, con un perenne nodo alla gola, una sensazione di vuoto e una tale confusione in testa che si fa fatica a distinguere l’immaginazione dalla realtà.

È un malessere diffuso questo della paura di vivere, che si è insediato lentamente in questa società e per mezzo dell’accelarazione tecnologica sta avendo una diffusione massima. Quando, infatti, non si riesce a dare un significato costruttivo ad un’esperienza passata che è stata traumatica, in qualche modo si perde la voglia di vivere e si cerca, per evitare di soffrire in futuro, di congelare tutte le sensazioni e le emozioni legate all’evento vissuto e mai superato. Ci si crea una nuova identità, un nuovo modo di apparire, convinti così di poter sfuggire a questo malessere e inizia la ricerca della gioia di vivere su altre piattaforme, soprattutto e perlopiù virtuali.

I social network sono pieni di persone che avrebbero necessità di comunicare, di comunicare il loro malessere, ma lo fanno in maniera sbagliata, perché tra un post e una cazzata pubblicata, non c’è nessuno che è capace di capirli, di “captare” il loro malessere. Rischiano, tutt’al più, di essere derisi, non capiti, presi di mira. Definiti come “lamentosi”. Le persone diventano passive e masochiste, poiché hanno perso la bussola di orientamento e non sanno né cosa fare, né dove andare.

Siamo in una terribile e temibile epoca di transizione, ci vuole veramente poco a “perdersi” in questa giungla rappresentata dalla società moderna. Ma una cosa è certa, in casi simili, come quelli sopra descritti, bisogna avere il coraggio di voltare pagina, smettere di confrontare ogni accadimento con l’esperienza vissuta in passato, altrimenti si rischia di morire prima di morire. E non è un gioco di parole. Infatti, congelando le emozioni piuttosto che affrontandole ed evitando le esperienze per paura di rivivere il lutto, l’abbandono, la rabbia o qualsiasi altra emozione che ci tiene ancora legati ad eventi passati, non faremo altro che vivere con la paura di vivere e con un perenne senso di vuoto addosso.

Bisogna trasformare la paura in una nuova possibilità, la paura deve avere lo scopo (e quindi l’utilità) di tirare fuori nuove armi e strategie per riuscire a superare questo senso di disorientamento. Ricordiamoci sempre che ogni esperienza, quando arriva, è utile e necessaria, non è nostro compito “scegliere”, ma è nostro dovere nei confronti della vita rimanere aperti ed accogliere senza giudicare né avere paura. Spesso, infatti, le esperienze si elaborano col tempo e col tempo arriveranno le risposte. Datevi del tempo evitando, in ogni caso, di rimanere fermi e ancorati nel passato. Fate spazio, sciogliete le paure e qualcosa di nuovo e di pieno potrà bussare alla vostra porta.

È PROIBITO
di Alfredo Cuervo Barrero

“È proibito
piangere senza imparare,
svegliarti la mattina senza sapere che fare
avere paura dei tuoi ricordi.
È proibito non sorridere ai problemi,
non lottare per quello in cui credi
e desistere, per paura.

Non cercare di trasformare i tuoi sogni in realtà.

È proibito non dimostrare il tuo amore,
far pagare agli altri i tuoi malumori.

È proibito abbandonare i tuoi amici,
non cercare di comprendere coloro che ti stanno accanto
e chiamarli solo quando ne hai bisogno.

È proibito non essere te stesso davanti alla gente,
fingere davanti alle persone che non ti interessano,
essere gentile solo con chi si ricorda di te,
dimenticare tutti coloro che ti amano.

È proibito non fare le cose per te stesso,
avere paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.

È proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire,
dimenticare i suoi occhi e le sue risate
solo perché le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.

Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.

È proibito non cercare di comprendere le persone,
pensare che le loro vite valgono meno della tua,
non credere che ciascuno tiene il proprio cammino
nelle proprie mani.

È proibito non creare la tua storia,
non avere neanche un momento
per la gente che ha bisogno di te,
non comprendere che ciò che la vita ti dona,
allo stesso modo te lo può togliere.

È proibito non cercare la tua felicità,
non vivere la tua vita pensando positivo,
non pensare che possiamo solo migliorare,
non sentire che, senza di te,
questo mondo non sarebbe lo stesso.”

Ho voluto condividere con te lettore questa toccante poesia di un semi-sconosciuto poeta spagnolo, ma che rileggo di tanto in tanto, in particolare in quei momenti in cui dimentico tutto il bello che ho attorno e il tetro e la malinconia prendono il sopravvento. E chi non può raccontare di aver avuto di questi giorni bui? Ma sono propri questi giorni che, se non assimilati, danno il via alla paura di vivere.

Tutto quello che siamo, tutto quello che conta, è qui, adesso, imbrigliato nelle trame del momento presente. È adesso che tutto accade, adesso che tutto si decide. Non ha importanza da dove veniamo né quello che faremo domani, conta solo quello che siamo adesso, carne e sangue che pulsano sulla terra viva.
(Dal mio libroLa cattiva abitudine di essere infelici“)

Bisogna rialzarsi subito, prima che sia troppo tardi. Ecco, trovo che questa poesia sia un irresistibile inno alla vita, un incitamento alla conquista dei propri veri desideri. È tutto lì, nel coraggio di affrontare ogni giorno nuove sfide, nel riuscire a credere sempre in se stessi, nonostante i problemi, i fallimenti e soprattutto dopo che questi si sono manifestati. Imparare a fidarsi della vita, esserne grato, cercare la felicità e scoprirla nella straordinaria semplicità della vita stessa. Credo sia proprio questa la formula giusta per sconfiggere la paura di vivere e il senso di vuoto che le gira attorno.

Tragicomico

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10 commenti

Nicola D'Antuono 2 Gennaio 2020 - 19:53

Questo articolo è efficace, ben scritto e stupendo. Complimenti.

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Tragicomico 2 Gennaio 2020 - 23:48

Grazie Nicola, per essere passato dal mio blog e aver apprezzato questo mio articolo. Buona vita.

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Alexandra 7 Marzo 2020 - 22:52

Con questo articolo mi riconosco perché le mie paure del passato mi fanno apparire una persona diversa allontanandomi di tutto e tutti

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Tragicomico 9 Marzo 2020 - 9:04

Sì, la paura blocca, allontana, frena, inibisce, stanca, svuota e potrei continuare all’infinito col sottolineare tutti gli effetti devastanti che un apparato psico-fisico subisce nel momento in cui viene ad installarsi una paura cronica. Perché la paura, di per sé, non è negativa, è semplicemente un segnale, ma nel momento in cui diventa cronica, allora si trasforma in una patologia vera e propria. E come tale va affrontata.

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Paolo Visintin 1 Agosto 2020 - 15:36

Ho perso il senso e la voglia di vivere. Non ho più il coraggio di vivere né di morire.

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Tragicomico 1 Agosto 2020 - 23:08

Mai arrendersi, la vita è un dono troppo prezioso per sprecarlo e buttarla via!

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Bruno Galletta 23 Dicembre 2020 - 16:17

E se questa paura di vivere fosse causata proprio dalle esperienze negative, dalle sconfitte, dai fallimenti, dalle… “cadute”? Perché è proprio questo che mi è successo nel mio rapporto con la vita, un rapporto conflittuale che mi spinge a rifiutare la vita pur di non affrontare le dufficoltà, accusandole di essere portatrici di frustrazione.

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Tragicomico 23 Dicembre 2020 - 17:06

Beh, ma così diventa un cane che si morde la coda, in un loop continuo. La paura c’è solo un modo per sconfiggerla: bisogna staccare la spina. Toglierle il nutrimento, quindi nel suo caso divincolarsi dall’effetto dominante delle esperienze negative e dalle sconfitte. A chi non capita di cadere lungo il cammino? Non bisogna avere paura di cadere, ma essere consapevoli che per quante volte cadremo, ci rialzeremo sempre.

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Roberto 11 Gennaio 2021 - 17:49

Ottimo articolo, rincuorante ed utile allo stesso tempo… chi non ha passato momenti come questi, bui e tristi? Andiamo avanti, coraggiosi e fieri!

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Tragicomico 12 Gennaio 2021 - 19:05

Osservare, analizzare e poi ribellarsi e aprirsi al cambiamento, coraggiosi e fieri di se stessi.

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