Vuoto mentale, un concetto sempre più diffuso e ricercato, soprattutto in alcuni ambienti dedicati allo spirito e alla crescita personale. Alcuni considerano il vuoto mentale addirittura come l’apice del processo di meditazione, l’orgasmo meditativo, altri lo considerano come uno step inevitabile per il raggiungimento dell’agognato stato del Nirvana.
Personalmente, invece, faccio fatica nel non considerare la situazione del vuoto mentale come un ossimoro. Inutile, e forse nemmeno raggiungibile.
Pertanto ritengo utile sgomberare la mente da una credenza così infondata quanto pericolosa, un travisamento di un concetto orientale (che riguarda l’apprendimento) che sta letteralmente prendendo piede in Occidente da diversi anni a questa parte.
Come già scritto, ritengo il vuoto mentale come inutile e pericoloso. Inutile perché significherebbe azzerare il potenziale della mente, che è quello di creare pensieri, pericoloso in quanto senza pensieri viene difficile immaginare una realtà fatta di scelte consapevoli.
Bisogna capire che la mente è strutturata per pensare, è questa la sua natura, non può evitare di farlo, non può vivere di vuoto, sarebbe come imporre al nostro sangue di smettere di scorrere nelle vene, al cuore di battere o chiedere ai polmoni di interrompere la respirazione.
La mente non è il diavolo. Il senso delle mie parole vuole essere quello di iniziare a vedere la mente come uno strumento a nostra disposizione, non come un nemico da combattere, da annientare facendola precipitare nel vuoto.
Senza l’uso della mente non ci sarà nessuna evoluzione per l’essere umano. Quindi parlare di vuoto mentale è del tutto inappropriato. Semmai sarebbe utile parlare di una mente da portare nel suo stato di essenzialità, una mente a disposizione dell’uomo e non una mente che comanda l’uomo.
Io stesso ho redatto alcuni articoli nei quali uso la metafora buddhista della scimmia irrequieta per rappresentare la mente dell’uomo moderno nella società dell’overthinking, una società composta perlopiù da schiavi del tempo dediti a una distrazione dietro l’altra. Una mente incapace di concentrarsi su di un unico pensiero, pronta a saltare da pensiero in pensiero, sempre in movimento, curiosando fra questo e quello, perdendo subito interesse per poi lanciarsi di nuovo in una ricerca diversa, ancor più effimera.
Ma la soluzione al sovraccarico di pensieri non è il vuoto mentale. La soluzione è la consapevolezza mentale. Essere consapevoli dei propri pensieri, ridurli all’essenziale, eliminando quelli a bassa frequenza pronti a intossicare la mente, perché non ha senso cercare di raggiungere un stato di vuoto mentale se poi la mente torna a fare più rumore di prima. La mente va educata, osservata e studiata, per poi prenderne il controllo e liberarla da tutto ciò che la tormenta e che la rende irrequieta.
E lo si può fare in qualsiasi momento, anche adesso, mentre stai leggendo queste parole. Stacca per un attimo gli occhi dal dispositivo, rilassa la mente, spogliala da tutto ciò che la tormenta.
Prendersi del tempo per se stessi non è reato e non è nemmeno una perdita di tempo, è un modo per iniziare a respirare lentamente, per fare amicizia con la propria mente, osservarla e lasciare fluire tutti i pensieri rimasti in coda, senza aggiungerne altri ancor più inutili.
La mente, come ho detto, vuole pensare, non può farne a meno, per lei produrre pensieri è la cosa più naturale al mondo e i pensieri, ricordiamolo, possiedono un potenziale creativo enorme, senza di essi non esisterebbe nulla di tutto ciò che creiamo e di tutto ciò che ci accade. E allora facciamo in modo che la mente diventi la nostra migliore alleata. Non riduciamola ad uno stato di vuoto mentale. Non mettiamoci contro di lei, ma usiamo la mente per scegliere liberamente cosa farle pensare. È forse questo uno dei segreti esistenziali dalla notte dei tempi?
Sviluppare una gestione pratica della propria mente per diventare artefici e padroni della propria vita.
13 commenti
Se non sbaglio gli orientali non suggeriscono di svuotare la mente ma bensì di focalizzarla su un pensiero positivo quale può essere la contemplazione del Buddha o della divinità. La meditazione camminata, poi, suggerisce di focalizzarsi sul movimento per liberare la mente dai pensieri intrusivi.
Secondo lei queste pratiche possono essere utili per imparare a focalizzarsi senza per forza svuotare la mente?
Esattamente, ci sono diversi esercizi “pratici” che insegnano come focalizzare la mente solo su ciò che è presente, senza lasciarla vagare fra mille pensieri per noi perlopiù inutili. Pochi ma buoni, è questo il senso. Presenza e coscienza. Uno di questi esercizi è “il ricordo si sé”, argomento da me trattato nel mio articolo “Il Ricordo Di Sé È L’Unico Momento Di Verità“.
Come sempre semplice e chiaro, poi tra il dire e il fare ci sta in mezzo la storia di ognuno e questa complica ogni qualsiasi soluzione o scelta. La mente è uno strumento meraviglioso, se strumento resta. Purtroppo, l’uso inappropriato di essa – anche a causa della società e dell’educazione – ci ha messo nella condizione di non riconoscerci al di là di essa, ci identifichiamo con lei cancellando tutto il resto e poi, per contro reazione, cerchiamo di eliminarla, di bloccarla, di alterarla, non rendendoci conto che tutte queste azioni sono intimamente legate al modo di operare della mente. Si potrebbe parlare all’infinito della mente e delle sue possibilità ma non servirebbe a capire la differenza, che Ivan descrive nella sua riflessione, tra usare e farsi usare. Ricordo un’esperienza in un centro buddista dove ti facevano meditare davanti ad un panno verde. Dopo ore la mente si annoia e scappa oppure ti rifugi nei ricordi ma in nessuna occasione è stata realmente assente. Un ragazzo di milano mi ha raccontato che si era perso dietro ai contorcimenti di un pelo nel panno e il tempo era passato in un secondo. Cosa vuol dire? Che ognuno di noi ha strategie diverse su come superare il fastidio della mente e su come riconoscere i suoi movimenti. La mente, come dice giustamente Ivan, va educata e per questo i pensieri che coltiviamo e prendiamo da fuori devono essere di qualità, come il cibo che mangiamo, perché solo da buoni semi nasce un buon raccolto. Per cui selezioniamo quanto ci viene detto e approfondiamo la cultura di noi stessi, per scoprire che ci sono ulteriori potenzialità oltre la mente.
Grazie Paolo, per questo tuo commento che di per sé, è una piccola lezione di vita. Proprio così, il potere della mente è straordinario ma sta solo a noi saperlo sfruttare. E non lo dico io, lo dicono i grandi saggi di ogni epoca, il trucco è tutto lì, apparentemente semplice e banale, ma maledettamente difficile e arduo. Ma quanto più un’impresa è ardua, tanto più grande sarà il risultato. E a mio avviso vale la pena di tentare.
Dal mio punto di vista, la parola vuoto mentale va interpretata, nessun testo orientale dice di azzerare la mente,ma diventarne consapevole e padrone di essa …poi se per qualche minuto si raggiungesse anche spesso il vuoto mentale,nn penso sarebbe dannoso..✌️
Ciao Ivan, la mente non ha un tasto on/off per fortuna, e neanche il cervello in standby si può mettere, ma abbiamo solo bisogno di chiudere gli occhi e prestare attenzione a quello che accade al nostro corpo. Le idee verranno senza chiederlo e allo stesso modo se ne andranno. Quanto più ci sforziamo di mandarle via, e più faranno capolino con forza. Non bisogna lottare contro di esse, ma diventare amici e aspettare che seguano da sole il loro percorso. Se la nostra mente si distrae con qualche pensiero, dovremmo esserne contenti, vuol dire che siamo rimasti attenti a quello che ci circonda e che ci sono idee che ci ronzano per la testa e che dobbiamo risolvere o lavorarci sopra. PS. Sto leggendo un libro di Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, bellissimo, straordinario, questo libro mi aiuta ad avere consapevolezza mentale. Buona vita.
Fantastico, “Un altro giro di giostra” di Terzani è uno dei miei libri preferiti nonché uno dei miei autori preferiti in assoluto. Immenso Terzani, da lui ho appreso l’approccio verso una ricerca della verità mai unidirezionale, da non dare mai scontata, lui sì che è stato un grande giornalista, scriveva solo di ciò che viveva in prima persona, anche a costo di mettere in pericolo la propria esistenza, senza censure, senza peli sulla lingua. Per poi lasciare tutto e dedicarsi a una vita fatta sempre di ricerca, ma questa volta spirituale.
Grazie per avermi scritto Fabrizio, concordo con quanto hai espresso nel tuo commento. Un abbraccio.
Giusto , è impossibile svuotare la mente , anche mentre dormiamo credo che lavori ma a parte i sogni non ce ne rendiamo conto . Mi piace quando dici che bisogna fare amicizia con la mente , io lo sto imparando e sono sorpreso dai risultati , prima ero schiavo dei miei pensieri negativi , oggi sono libero mentalmente .
Grazie del tuo apporto Gianluca, chi realizza uno sforzo su di sé produce sempre un risultato.
Osservando il flusso dei pensieri, la consapevolezza aumenta.Mano a mano che aumenta la consapevolezza la mente si disciplina…sarà a servizio della consapevolezza , non il contrario.
La mente può essere disciplinata solo quando c’è un padrone che la gestisce, altrimenti farà soltanto quello che vuole, come è abituata a fare. La consapevolezza appartiene al padrone, non alla mente. La mente è uno strumento che va adoperato nel modo corretto, bisogna quindi rieducarla, ricalibrarla. Poi funzionerà nel modo a noi più congeniale.
Magari il vuoto mentale sarebbe da ricercare, in una certa misura, quando nelle difficoltà non si riesce a vedere soluzione. Dando così la possibilità alle intuizioni di raggiungere la mente stessa. Caro ivan! la mente è uno strumento meravviglioso!! bisognerebbe ringraziarla quando ci aiuta a districarci nella vita. Comunque io oggi ringrazio la mia per avermi ricordato di farti gli auguri!!! un abbraccio
Sono pienamente d’accordo con te Mari, soltanto un recipiente vuoto può essere riempito, per poi essere svuotato nuovamente, e così via. Grazie per gli auguri, sempre graditi! Un abbraccio