“Un Indovino Mi Disse” non è soltanto un racconto autobiografico di Tiziano Terzani, ma è molto di più, è un viaggio lungo un anno in cui il protagonista, grazie alla “profezia” di un indovino, ritrova il piacere di viaggiare con mezzi tradizionali, come il treno e la nave, riscoprendo così parti dell’Oriente da lui tanto amato. Il libro è stato pubblicato nel 1995 e racconta di un Oriente che è sempre più alla ricerca di diventare “Occidentale”, negli affari, nelle strutture, nelle democrazia, in tutto e per tutto hanno stravolto la loro cultura millenaria per far posto al Business tanto acclamato quanto dannoso. Cambogia, Malesia, Birmania, Thailandia, Vietnam, Laos, Cina, sono alcune delle realtà analizzate e descritte da Tiziano Terzani, profondo conoscitore del continente asiatico e non solo, fu uno dei giornalisti italiani che godeva di maggior prestigio a livello internazionale in quegli anni in lavorava come corrispondente per il settimanale tedesco Der Spiegel.
Spostandosi in giro per l’Asia in treno, in nave, in macchina, a volte anche a piedi, l’autore riesce ad osservare e a raccontarci l’Asia di quegli anni da un prospettiva spesso ignorata dal grande pubblico: attraverso la sua scrittura coinvolgente, fluente, semplice, ironica, si ha l’impressione di stragli accanto, di viaggiare con lui alla scoperta di un continente in bilico tra passato e futuro, e ci guida, insieme ai suoi amici e colalboratori, a conoscere palmo a palmo l’intero Sud-Est asiatico.
Ma il “viaggio” è anche una continua ricerca di indovini, astrologi, cartomanti, sciamani, stregoni, persone che “professano” di avere doti particolari e di poter predire il futuro. Saranno dei veri maghi o soltanto dei ciarlatani? È la domanda che l’autore si pone più volte e la risposta, seppur velata, la si trova tra le righe di questo bellissimo libro. Mi permetto di citarne una piccola parte: “A volte, nelle ore di ozio, ripassavo in rassegna i vari indovini che avevo incontrato, cercando un filo in tutto quel che avevo sentito da loro. Mi pareva che, così come il senso del viaggiare è nella strada che si fa e non nella meta in cui si arriva, anche nell’occulto quel che conta sia la ricerca, il porre le domande, e non le risposte che vengono dalle incrinature di un osso o dalla lettura di una mano. La risposta in fondo siamo sempre noi a darla.”.
“Un Indovino mi disse” non è soltanto solo un dettagliatissimo spaccato dell’Asia di qualche decennio fa, combattuta tra inarrestabili smanie di modernità e arretratezza secolare per guerre e rivoluzioni fallite; ma è anche un continuo interrogarsi sull’uomo e sul suo cammino. È un libro che consiglio, anche se non attualissimo, ma è ricco di spunti e di piccole avventure, pieno di storia e di storie comuni in cui, attraversando paesaggi a noi sconosciuti e forse introvabili, ci si ritrova a tu per tu con noi stessi a porci delle domande a cui forse nemmeno il più bravo degli indovini potrebbe darci la risposta giusta!
Voto: 9,5
Note: Spirituale, Coinvolgente, Storico, Riflessivo