Purtroppo è una triste verità: senza un programma di sviluppo sostenibile non c’è speranza per gran parte dell’umanità di questo pianeta! Ma cosa si intende per sviluppo sostenibile? In verità si tratta di un concetto recente, che è stato menzionato per la prima volta nel 1987, dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED),nel famoso rapporto Brundtland, definendo lo sviluppo sostenibile: come “uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.
In altre parole, significa che se noi oggi non adoperiamo un programma di sviluppo sostenibile, allora ben presto non ci saranno più risorse disponibili per le generazioni future, e allo stesso tempo, verrà a perdersi quell’equilibrio ambientale così delicato, ma allo stesso tempo così prezioso, che permette all’uomo di sopravvivere su questo pianeta! Quello che però mi chiedo è: chi l’ha visto questo sviluppo sostenibile?
Mi guardo attorno e quella che a prima vista può sembrare “solo” una crisi di sistemi biologici esposti a esigenze umane infinite, è in realtà una crisi di valori umani! I nostri sforzi per arricchirci attraverso il dominio della Terra hanno impoverito la Terra e nello stesso tempo il nostro spirito. È inutile parlare di riscaldamento globale e di diversità biologica, se non colleghiamo questi argomenti al destino dei “poveri”, quella povera gente resa povera da chi, alle loro spalle, si è arricchito. Sì, parlo proprio di noi Occidentali, e di tutti quei paesi fortemente sviluppati come gli Usa, il Giappone, e tanti altri, che hanno “creato” quella che è la situazione dei paesi definiti del “terzo/quarto mondo”, dove le risorse sono state scippate, dove si vive con un reddito pro capite basso (per non dire inesistente!) e la crescita demografica è in continuo aumento!
Lo sviluppo sostenibile implica un enorme punto interrogativo sui nostri attuali rapporti commerciali e sull’intero “affare degli aiuti” che finora ha visto i paesi “ricchi” prestare aiuti e denaro ai paesi del Terzo/Quarto Mondo per aiutarli a sviluppare le proprie economie e per combattere povertà e malattie. Ma molti di questi “aiuti” sono stati dilapidati da regimi corrotti e varie nazioni hanno gestito male le proprie economie. In questa prospettiva, i paesi “ricchi” sostengono di aver fatto sforzi molto significativi per aiutare le nazioni povere a uscire dalla povertà, ma al contempo, tengono ben presente il “debito” che i Paesi sottosviluppati devono restituire! Se lo sviluppo sostenibile significa qualcosa, significa che non soltanto occorre destinare dei programmi di aiuto concreti, senza interessi loschi, ma occorre anche favorire modelli di sviluppo completamente diversi.
I politici purtroppo parlano di sviluppo sostenibile come se fosse un progetto in atto da sempre… ma chi l’ha visto? Quante menzogne quando parlano di “crescita economica sostenibile”, sapendo benissimo che un 3 per cento di tasso di crescita all’anno significa in realtà un raddoppio della produzione e dei consumi in 25 anni? La tragicommedia sta nel fatto che per molti politici, sostenibilità sembra non significare altro che continuare a sottoscrivere ciò che è letteralmente insostenibile, cioè una crescita senza limiti su un pianeta dalle risorse limitate. Con un capolavoro di manipolazione linguista degna dell’opera distpica “1984” di George Orwell, la sostenibilità possiamo interpretarla come “sostenibilità di ciò che è evidentemente insostenibile”.
Senza un piano di sviluppo sostenibile l’esistenza umana è minacciata dalla duplice ingiustizia della povertà e della distruzione ambientale. La distruzione ambientale ricade più pesantemente sulle spalle di coloro che si trovano in una situazione sfavorevole e ciò è una minaccia per la democrazia stessa. Cos’è la democrazia, dopotutto, se la nostra aria è troppo inquinata perché la si possa respirare? Cos’è lo sviluppo economico se la nostra terra è troppo avvelenata perché la si possa coltivare?
Resto dell’idea che vi sono una massima e un corollario che devono essere alla base di ogni concezione sulla salvezza della Terra e dell’umanità. La massima è che nessun interesse privato può soppiantare il diritto umano all’aria privata, all’acqua pulita e a un’atmosfera che permetta la continuazione della vita sulla Terra. Il corollario è che il costo della salvezza della Terra dev’essere suddiviso fra tutti. Che lo sviluppo sostenibile abbia inizio… prima che sia troppo tardi!
“La nostra sfida più grande in questo nuovo secolo è di adottare un’idea che sembra astratta: uno sviluppo sostenibile.”
Kofi Annan