Sorprendersi Ed Accorgersi Della Vita

Tragicomico
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sorpresa-vita-einstein-linguacciaCome si fa a sapere se siamo sulla strada giusta, se siamo sul corretto percorso evolutivo o se invece siamo tradendo la nostra natura? È la domanda che molti viandanti si pongono in qualche momento di esitazione durante il loro cammino evolutivo. Esistono dei segnali, che equivalgono ai segnali esterni che siamo comunemente abituati a vedere, ma che in realtà sono interni: questi segnali sono le emozioni, la nostra capacità di sorprenderci e anche quella di provare paura.

Se durante la giornata capita di sorprenderci e di provare curiosità vuol dire che la nostra anima possiede una freschezza, una giovinezza e una capacità di stare con se stessa, senza i nostri pensieri, cioè riesce ad essere presente nel qui e ora, senza illusioni. I pensieri non posso sorprenderci, non possono regalarci alcuna emozione, perché essi non sono altro che una costruzione immaginaria del mondo che sta là fuori, ma non riguarda il mondo nella sua reale bellezza, bensì si tratta di un mondo che la nostra mente duale crea per se stessa e che noi immaginiamo come il nostro mondo. Ecco perché l’anima non ama i pensieri, così come non sopporta il rumore della mente: lei è silenziosa, nascosta, e ama più di ogni cosa le sorprese.

Ma cosa significa sorprendersi? Sorprendersi vuol dire accorgersi che qualcosa all’improvviso irrompe nella nostra esistenza e gli facciamo posto, ma appunto, affinché ci siano le sorprese è necessaria una forte predisposizione interna ad accogliere il nuovo. Non è un caso che chi maggiormente adora le sorprese sono soprattutto i bambini, che hanno un’anima fresca, pronta al nuovo e sono molto curiosi, insieme alle donne che hanno nel loro principio profondo il mutamento: le donne sì che sanno mutare, ecco perché sono sempre pronte a tutto.
Si può essere sorpresi da un incontro, da una parola, sorpresi anche da una ferita, da un imprevisto… ad un adulto può capitare di perdere la pazienza in fila al supermercato o in mezzo al traffico: il bambino invece, che gli sta accanto, trova la stessa situazione come un’occasione per aprirsi a nuove curiosità, nuovi percorsi e nuovi giochi.

Le sorprese stesse per il nostro cervello sono l’attivazione di canali lontani dalle abitudini, significa far posto a nuove proposte, nuove possibilità; essere sorpresi vuol dire essere presi, presi da qualcosa. Le passioni ci sorprendono e soprattutto fanno scattare quello che una grande tradizione come quella chassidica afferma: se il Creatore ci offre ogni giorno un mondo nuovo, perché noi invece ripetiamo sempre le stesse cose?
Quindi il nemico più profondo dell’anima, il nemico più duro da abbattere lungo il nostro cammino è l’abitudine. E cosa c’è più abitudinario dei nostri pensieri?

I nostri pensieri sono sempre gli stessi, basta osservarsi un attimino per scoprire di avere sempre gli stessi pensieri (o anche ossessioni) preponderanti, ogni giorno. Per qualcuno è la squadra del cuore, per qualcun altro è un amore finito male, un brutto ricordo, per qualcun altro è un progetto: esseri umani posseduti da dei pensieri e i pensieri appartengono all’abitudine, nei pensieri non ci può essere sorpresa.

ambino-curioso-pauraSorpresa vuol dire abbandonarsi ad un’emozione che irrompe, vuol dire accorgersi che quella pianta, che prima era un ramo secco, adesso è un germoglio pronto a fiorire; ma se ci accorgiamo che fuori di noi c’è un cambiamento continuo, dobbiamo anche accorgerci che dentro di noi ci sono tante varianti. Affinché conserviamo la capacità di sorprenderci bisogna avere la disponibilità a cogliere le sfumature dell’anima, i sentimenti che noi ripudiamo e che noi non vogliamo vedere (al riguardo leggete il mio articolo: ‘La Legge Dello Specchio, L’Esterno È Interno‘) , la nostra cattiveria, la nostra aggressività, la nostra rabbia, le nostre paure. Come fa a sorprenderci l’anima se noi non accettiamo le paure? Anche le paure possono essere sorpresa, un’emozione che trasmuta dall’essere ansia al divenire gioia.

A volte la paura di un luogo, o di andare in un certo posto, ci sorprende perché ci ricorda che in qualche modo noi entriamo nel regno della fiaba. Quando ad un bambino gli viene raccontata la fiaba, la prima cosa che chiede è che la fiaba sia intrisa quel tocco di paura, di ansia, di attesa. I bambini vogliono provare l’esperienza del mito, della leggenda e della paura, perché sanno che la paura in qualche modo apre la porta alla sorpresa, al nuovo, come quando ci si perde nei labirinti delle fiere e delle giostre. Dobbiamo ricordarci che la sorpresa è collegata a sensazioni e sentimenti che non sono abituali, quindi dobbiamo prepararci sempre di più all’imprevisto, alla sorpresa, se vogliamo veramente una vita piena di noi stessi e indirizzata verso la nostra disposizione innata.
Oggi vi sono capitate cose che non vi aspettavate? Se sì, se sono capitate più volte, è una buona giornata per l’anima.

Chi non è più in grado di provare nè stupore nè sorpresa è per così dire morto; i suoi occhi sono spenti.A.Einstein

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