Il Secondo Anello Del Potere – Carlos Castaneda (Recensione)

Tragicomico
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carlos-castaneda-il-secondo-anello-del-potere-recensioneI libri di Carlos Castaneda non deludono mai e anche “Il Secondo Anello Del Potere” si presenta come un testo avvincente e ricco di colpi di scena. In questa nuova tappa del suo percorso iniziatico di conoscenza, Castaneda ci offre una visione concreta di una dimensione oscura, una dimensione al di là della ragione eppure reale. Si tratta della dimensione dell’esercizio pratico della magia nella vita quotidiana, dell’ascesa iniziatica verso la perfezione e la libertà. Abbandonato dal suo maestro Don Juan e del suo benefattore Don Genaro, Castaneda si ritrova a dover mettere alla prova le sue facoltà acquisite negli anni di “apprendistato” da stregone, e sperimentarle contro la sua antagonista dona Soledad e le sue “figlie”.

La storia di questo libro si trasmuta così in una vera sfida, il test decisivo per vedere quanto l’allievo abbia capito dopo tanti anni di addestramento presso lo stregone yaqui Don Juan Matus. Un’opera, questa, che si legge bene e facilmente, non richiede grande attenzione come per altri testi di Castaneda, ma è comunque un libro intriso della magia e del potere che caratterizza ogni pagina scritta da questo autore straordinario e fuori dal comune.

Un libro da non perdere per chi sta seguendo tutto il percorso iniziatico di Carlos Castaneda. Come sempre consiglio di leggere i suoi testi in ordine cronologico di pubblicazione, per facilitare la comprensione di concetti che altrimenti risulterebbero impenetrabili.

L’arte di sognare e la seconda attenzione sono gli argomenti che caratterizzano maggiormente queste pagine, argomenti già trattati in alcuni precedenti testi di Castaneda, ma che ora prendono forma e vite grazie alla sua esperienza diretta raccontata, ancora una volta, attraverso un libro affascinante, profondo e di un valore immenso per tutti i ricercatori spirituali.

«Don Juan era solito dire che al nocciolo del nostro essere c’è l’atto di percepire; e la magia del nostro essere è l’atto della consapevolezza. Per lui percezione e consapevolezza erano un tutto unico, inestricabile: una unità avente due versanti o dominii. Il primo era l’attenzione del Tonal; cioè la capacità della persona qualsiasi di percepire e di collocare la propria consapevolezza nel mondo consueto della vita quotidiana. Don Juan chiamava questa forma di attenzione il nostro Primo Anello del Potere; e la definiva come la nostra capacità (terribile ma data per scontata) di mettere ordine fra le percezioni del nostro mondo quotidiano, ordinario. Il secondo dominio (o seconda sfera) era l’attenzione del Nagual, cioè la capacità degli Sciamani di collocare la loro consapevolezza in un mondo inconsueto. Lui chiamava questo campo di attenzione il Secondo Anello del Potere, ovvero la portentosa capacità che tutti quanti abbiamo – ma che solo gli Sciamani utilizzano – di mettere ordine nel mondo straordinario.» Carlos Castaneda, “Il Secondo Anello del Potere

Voto: 8
Note: Pratico, Spirituale, Magico

Tragicomico

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