La Paura Della Morte Nasce Dal “Nulla”

Tragicomico
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La paura della morte è comune alla maggior parte delle civiltà, una paura atavica che, oggi più che mai, sta attanagliando la nostra società. Il carattere spaventoso e terrorizzante della morte, però, non è legato al solo fatto che ne conosciamo l’ineluttabilità, quanto al fatto che non sappiamo cosa ci possa essere (o non essere) dopo. Proprio da questo confine “ignoto” verso cui ci è preclusa ogni conoscenza, nasce la paura della morte. Nasce dal non sapere. Un inquietante interrogativo esistenziale senza risposta.

Il tema della morte riguarda tutti , in un modo o nell’altro. Paradossalmente però, non dovrebbe mai essere un problema, perché di per sé, la morte è un evento naturale, una realtà da accettare. Non decidiamo noi di nascere, non decidiamo noi di morire. Il problema sorge durante la nostra esistenza, in quell’intervallo che chiamiamo vita e che ci offre l’illusione del controllo, di possedere un certo controllo sulla nostra esistenza.

Un controllo che sappiamo bene essere “limitato”, perché lo andremo a perdere con la morte. E allora ecco che subentra la frenesia, quell’ansia di dover dare un senso alla propria vita. Come se la vita stessa non fosse già di per sé il senso stesso della vita. – Badate bene, non è un gioco di parole! – E con la paura atavica che questa vita possa non avere un senso, la riempiamo di significato, di appellativi, di onori, ci raccontiamo storie su storie, per coprire quella paura ancora più angosciosa: la paura della morte.

Ci convinciamo, in altre parole, che il senso della vita è racchiuso tutto in questo frangente che va dalla nascita alla morte. Siamo come anestetizzati dinanzi alla magnificenza del mistero e dell’ignoto, che ci raccontiamo storie e illusioni su quello che è il nostro senso del vivere: il lavoro, la ricchezza, la fama, i figli, il potere, la religione, il sesso, la libertà e chi più ne ha, più ne metta.

Ecco perché la morte ci fa paura. Perché è una sfida che ti costringe a tuffarti nella profondità del tuo essere, a scavare sporcandoti le mani. Ma l’essere umano preferisce galleggiare, ha paura della profondità, degli abissi, così come ha paura della morte. E non sto parlando dell’istinto di sopravvivenza che si attiva dinanzi ad un pericolo di morte. Ma di quella paura che ti attanaglia anche quando il corpo non è in pericolo. Un paura molto più profonda.

Dalla paura dell’ignoto, e dalle non-risposte, si passa così alla paura di perdere tutto ciò che è noto, tutto ciò che conosciamo: i nostri cari, i nostri beni, il nostro sapere, le aspirazioni, i ricordi. Ma c’è un paradosso. Un’esperienza simile la viviamo ogni giorno. La sera, quando andiamo a dormire, rinunciamo lo stesso ai nostri cari, ai nostri beni, al nostro sapere, alle aspirazioni, ai ricordi per addormentarci e abbandonarci all’ignoto. Eppure, non proviamo nessuna paura. Anzi, ci piace così tanto. Perché, quindi, due situazioni simili, offrono sensazioni opposte? Piacere nel dormire e paura della morte?

La risposta sembra tanto ovvia quanto scontata: quando andiamo a dormire siamo certi che il giorno dopo ci risveglieremo. Mentre, al contrario, crediamo che dalla morte non ci sveglieremo più. Ma ne siamo proprio sicuri? Sicuri che l’alternanza tra notte e giorno, sonno e veglia, non possa valere anche per vita e morte? Sicuri che dalla morte non ci sia più ritorno?

Riflettiamo. Da dove veniamo? Dove eravamo prima di nascere? Il fatto stesso che non sappiamo dare una risposta non significa che eravamo un niente che proveniva dal nulla. Perché questo nulla da cui siamo spuntati fuori, potrebbe anche essere il nulla che ci avvolgerà dopo la morte. Noi lo definiamo “nulla” solo perché non sappiamo dare una spiegazione. Certo, ce la raccontiamo, possiamo credere nella religione, in dio, nella reincarnazione, essere atei, ma effettivamente, del prima e del dopo, non sappiamo nulla.

Eccoci al punto cruciale. Perché questo “nulla” è ciò da cui noi tutti proveniamo. Che ci piaccia o meno. Non c’è nessuno che possa dire di essere arrivato da qualcosa che non sia il nulla. Non siamo esseri calati qui da chissà quale navicella spaziale. Siamo esseri che non sanno da dove vengono e non sanno dove andranno a finire. In altre parole, noi stessi siamo il nulla.

Prima di essere un ovulo e uno spermatozoo che s’incontrano, eravamo il cibo che mangiavano i nostri genitori, e prima di essere cibo eravamo gli animali o i vegetali divenuti quel cibo e prima ancora il sole, la terra, la pioggia che li hanno nutriti, e potrei andare a ritroso fino a polverizzarmi nella polvere cosmica che ha origini tanto misteriose quanta la nostra. In altre parole, noi ci siamo sempre stati, non siamo entità che spuntano fuori all’improvviso.

È dalla memoria del nulla che nasce la paura della morte. Dal non ricordare. Perché quando non ricordi qualcosa, allora è come se quel qualcosa non fosse mai esistito. Ma è un fenomeno del tutto normale, perché la memoria è una funzione che nasce e si sviluppa col cervello. Noi non ricordiamo nulla di quando avevamo pochi mesi di vita, ma proprio nulla. Ma esistevamo. Così quando proviamo a ricordare com’eravamo prima di nascere, ci sembra un nulla. Ma quel “nulla” che sta dietro alla nostra nascita, è proprio ciò che siamo. E lo stesso vale per la morte. Quel “nulla” che c’è dopo, è ciò che siamo sempre stati.

Questo significa accettare il mistero, l’ignoto, senza quell’arroganza di voler sapere tutto e attaccarsi a qualsiasi convinzione su ciò che accadrà dopo la morte. Siamo arrivati dal nulla e torneremo ad essere nulla. Questa è la saggezza di cui gli uomini di oggi si sono dimenticati di bagnarsi le labbra. Siamo ossessionati dal voler sapere a tutti i costi se dopo la morte c’è o meno qualcosa, e questa ossessione ci spaventa ancora più della morte stessa. È la tragicommedia di queste esistenze che hanno perso la capacità di restare aperte al mistero. Lì dove tutto nasce e tutto muore.

Infatti, cittadini, aver paura della morte non è nient’altro che sembrare sapiente senza esserlo, cioè credere di sapere quello che non si sa. Perché nessuno sa se per l’uomo la morte non sia per caso il più grande dei beni, eppure la temono come se sapessero bene che è il più grande dei mali. E credere di sapere quello che non si sa non è veramente la più vergognosa forma di ignoranza?
(Socrate in “Apologia di Socrate” di Platone)

Tragicomico

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44 commenti

diego 3 Novembre 2019 - 21:57

Non decidiamo noi di nascere, non decidiamo noi di morire;in questa frase il finale non è corretto.Io posso decidere di morire ,così come tutti noi,e tante persone lo hanno fatto.Noi non decidiamo il quando,il dove e il come nascere,ma possiamo decidere ,il quando ,il dove e come possiamo morire.Non tutti,questa è una “fortuna” per pochi,ma è possibile!

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Tragicomico 3 Novembre 2019 - 22:50

“la morte è un evento naturale, una realtà da accettare. Non decidiamo noi di nascere, non decidiamo noi di morire.” .. mi riferisco alla morte come evento naturale, appunto. Così come dovrebbe essere in una società “normale”.

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Carlo Grotti Trevisan 3 Agosto 2021 - 23:40

Discorso molto interessante, profondo.
Ma perché esistiamo? Perché esiste la materia invece del nulla? Perché esiste la materia viva?
Non siamo il nulla. Cogito ergo sum.
C’è per forza qualcosa che va oltre, perché la vita come la conosciamo statisticamente non poteva esserci.
Quindi c’è un intervento divino. Dio, universo, chiamiamolo come ci pare.. Ma c’è qualcosa che trascende il tutto.
E la nostra coscienza e consapevolezza di noi stessa determina l’esistenza di un’anima.
Ci sono troppe esperienze nde e oltre la morte ormai dimostrate.
Certo tutto va organizzato, studiato ecc.. Ma quante religioni esistono? Tante, così come ci sono tante lingue, tante cucine, tante usanze ecc.. Le religioni fanno parte di noi e forniscono una spiegazione in base alla cultura.

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Tragicomico 4 Agosto 2021 - 18:06

Ciao Carlo,
apprezzo e condivido buona parte del tuo commento, ma c’è una parola in particolare che vorrei menzionare: energia. Questo siamo, un concentrato di energia che muta forma e consistenza, un frammento di energia di un qualcosa di molto più grande, della quale siamo parte integrante e interconnessa, anche adesso, anche ora che mi stai leggendo. E non è un caso se mi stai leggendo.
Ti abbraccio

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Carlo 3 Ottobre 2022 - 11:00

Torno per caso a leggere la risposta proprio mentre stavo cercando spunti per un libro che sto scrivendo, che spieghi perché esiste tutto invece di nulla. Ciò che chiamo la domanda delle domande.
E si, concordo che l’energia é una componente fondamentale dell’essere. Ma non é l’essere stesso.
Siamo anche energia, ma siamo soprattutto spirito.
Probabilmente l’energia é quella componente che connette le due cose, lo spirito si esprime col corpo generando energia.
Non é un caso che io sia ricapitato qui. Un abbraccio anche a te

Tragicomico 3 Ottobre 2022 - 16:29

Piacere di averti ancora qui Carlo, e buona fortuna per il tuo libro.

vincenzo 31 Dicembre 2019 - 0:01

ciao, premetto che questa non l’ora giusta per scrivere, ma volevo dirti una cosa, non è la verità assoluta quella che hai detto tu, perchè alla fine nessuno lo sa che cosa ce dopo, io ho paura perche purtroppo io ho avuto la fortuna di essere nato in una bella famiglia e mi fa stare male sapere che un giorno forse tutto questo finirà, comunque hai preso questo articolo e l’hai spacciato per verità assoluta, che ne sai tu? Perchè pensi questo? Alla fine puoi scrivere tutto quello che vuoi, ma alla fine nessuno lo sa, spero che ci sia qualcosa.

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Tragicomico 2 Gennaio 2020 - 23:47

Ciao Vincenzo, dovresti rileggere bene il mio articolo, perché non spaccio nessuna verità, anzi, scrivo in grassetto che “Siamo esseri che non sanno da dove vengono e non sanno dove andranno a finire.”. Sei tu che vuoi “sperare” che ci sia qualcosa, ma rimane solo una speranza, io invece invito ad accettare il mistero. Una differenza di punti di vista, ma come tu sei libero di sperare, io sono libero di scrivere.

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MrX 14 Gennaio 2020 - 0:46

l’egoista muore per sempre mentre cerca il segreto della vita eterna… era il nulla e tornerà nel nulla.
l’altruista vivrà per sempre con il suo spirito negli altri, perchè per loro ha dato la vita e per loro continuerà a vivere nel ricordo e nello spirito, era il nulla e rimarrà quello che è sempre stato.

per gli altri siamo stati e per gli altri saremo fino alla fine dei giorni.

penso che dio, per come ce lo propongono, è solo un disperato tentativo dell’uomo nel cercare una risposta a quel che non conosce e non vede.

un significato…

guardo negli occhi delle mie figlie e vorrei per loro tutto il bene del mondo e la mia vita darei per loro affrontando il nulla e l’incognita senza indugio perchè in loro ci sono io, nel corpo e nello spirito e lo sarò per sempre.

scusate eventuali errori…

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Tragicomico 5 Febbraio 2020 - 18:06

Grazie per questo tuo messaggio profondo e delicato.

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Xxx 23 Settembre 2020 - 22:39

Un discorso filosofico, niente di più. Il pensare di “vivere negli altri” è una cosa che ha in mente lei, ma all’atto pratico è una cosa astratta. Anche questo è un modo per tentare di ostracizzare il pensiero della morte, come le religioni e altre fantasie.

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Elisabetta Piciocchi 17 Febbraio 2020 - 22:48

Io penso che nessuno si può permettere di giudicare gli altri, ognuno è libero di scrivere ciò che vuole! Riguardo la morte io penso che qualcosa c’è perché altrimenti la vita non avrebbe senso! Il nostro problema più grande è credere quello che ci è stato insegnato da piccoli nella nostra religione, è come quando i nostri genitori ci hanno insegnato un colore di colore blu, giallo etc etc… Il segreto sta tutto nel mistero! Accettiamolo ed andiamo avanti amici!!!

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Tragicomico 18 Febbraio 2020 - 23:50

Grazie per questo tuo pensiero Elisabetta.

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Francesco 12 Dicembre 2022 - 18:04

Ciao, quello che penso è se la nostra vita si limita solo in quel lasso di tempo che va dalla nascita alla morte e il resto è nulla vuol dire che noi non esistevano prima di nascere e non esisteremo dopo la morte cioè noi siamo quell’individuo che nasce e muore, però io penso che come abbiamo aperto gli occhi una volta possiamo aprirli altre volte possiamo essere altri individui che nascono tipo un ciclo non so se ho reso l’idea

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Tragicomico 13 Dicembre 2022 - 13:04

La vita terrena è quella parte di esistenza che va dalla nostra nascita sul pianeta Terra sino alla nostra morte. Il resto è un’incognita il cui risultato è a noi sconosciuto, ma non per questo deve epr forza di cose essere inesistente.

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DOMENICO 10 Ottobre 2020 - 22:30

Perché la vita dovrebbe avere un senso?

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Tragicomico 11 Ottobre 2020 - 23:16

Perché la vita NON dovrebbe avere un senso?

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sother 16 Marzo 2020 - 9:41

Il valore e il significato della morte dipendono dal carattere della persona: più è introversa e pessimista, più ne accentua il peso. La vera fortuna è infatti quella di avere dei genitori solari e positivi, dai quali ricevere l’indole. A me, è andata male…

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Tragicomico 19 Marzo 2020 - 13:59

Non mi convince molto come teoria, a mio avviso l’approccio che sia ha verso la morte è molto situazionale e personale, consapevole che le sovrastrutture mentali infuiscono parecchio.

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Eleonora 21 Marzo 2022 - 2:05

Sono sempre stata (e lo sono tuttora) alla ricerca di qualcuno che si ponesse quesiti al riguardo, è raro trovarvi, sul serio. Tutti pensano ad oggi, molto al domani e qualche volta a ieri ma quando li vedo, li ascolto, tutti raccontano di qualcosa in superficie e pochi parlano col cuore in mano e la mente aperta. Dunque, mi è piaciuto leggere il tuo articolo e anche i commenti,proprio perché esiste interesse in chi siamo.
La mia più grande paura non so se sia la morte, perché ricordando Epicuro al liceo, la vedo molto come “son viva, non mi riguarda, quando verrà, sarà e basta”, certo spero di addormentarmi, senza dolore ma le mie domande sono: “e quando tutti gli esseri umani moriranno, che ne sarà di noi? Qualcuno potrà pensare? Io penserò ancora? Potremo o potrò ricordare chi ero, chi eravamo, chi ho amato? Mi spaventa il non esistere più come essere pensante in quanto io ora e come umanità, come memoria collettiva e pensante. Non so se sono risucita a spiegarmi ma quando penso a queste domande mi sale una tale tristezza e disperazione che devo necessariamente cambiare pensieri e magari immaginare cose belle o tornare alla mia quotidianità.
Ad ogni modo, pensare che potremo essere Evoluzione continua, in piccola parte mi rasserena… Ma il mio cuore non regge 🙁

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Tragicomico 21 Marzo 2022 - 22:53

È un difetto tutto umano quello di non accettare l’evoluzione, il “Panta Rei” che Eraclito aveva pronunciato 2500anni fa. Tutto scorre, noi, la nostra vita, il nostro esistere, qui come altrove. Ne parlo molto nel mio ultimo libro “La cattiva abitudine di essere infelici“, leggerlo potrebbe offrirti nuovi spunti di riflessioni e placare la malinconia che attanaglia il cuore. Un abbraccio

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Ezio 11 Luglio 2020 - 19:19

Prima di nascere non esistevano dopo la morte non esisteremo,saremo nello stato nel quale eravamo.tuttavia la materia che ci compone d’ sempre esistita e sempre esisterà gli atomi che ci compongono esisteranno sempre,si ricombineranno con altri atomi per ricreare qualche cosa d’altro come prima crearono noi.nulla si distrugge ma tutto si trasforma.

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Tragicomico 14 Luglio 2020 - 19:08

Grazie Ezio, per essere passato da qui e per aver espresso il tuo pensiero in merito a questo mio articolo.

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Valeria 20 Settembre 2020 - 2:13

Io penso che la paura della morte dipenda dalle esperienze e dalla cultura di una persona. Io sono infermiera e quando lavoravo in casa di riposo vedevo la morte naturale e non faceva paura. Poi mi è successa una malattia grave che mi ha fatto trovare faccia a faccia con la morte. Ma quello che spaventa di più è il dolore precedente la morte che non è detto che ci sia ma se ci sarà a me è quello che spaventa e mi spaventa il dolore che proveranno i miei cari per la mia perdita. Sono convinta che la morte, se non sarà improvvisa o traumatica, sarà un bisogno ad un certo punto, proprio come bere e dormire. A me spaventa l idea di poter riprovare il dolore immenso già provato oppure le malattie mentali.

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Tragicomico 22 Settembre 2020 - 12:45

Grazie per questo tuo pensiero Valeria, una testimonianza che rappresenta un valore aggiunto al mio articolo, per molteplici spunti di riflessione.

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Andrea 11 Dicembre 2020 - 8:02

Molte persone dicono di aver visto i loro cari defunti apparire,se questo fosse vero,allora la morte mi spaventerebbe molto meno,ma visto che la certezza di queste notizie non cè,poi… spero tanto di poter rivedere mio padre,ma a me non è mai apparso,eppure lo voglio così tanto,perchè dovrei credere in una vita dopo la morte?Ecco perchè la paura di morire ci sarà sempre

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Tragicomico 11 Dicembre 2020 - 23:42

Non si tratta solo di credere, ma di sentirla, ma hai ragione Andrea, per come siamo abituati, se non abbiamo una “conferma” misurabile, allora non crediamo. E allora a ognuno la sua libertà di credere o meno.

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Carlo 3 Ottobre 2022 - 11:05

Anche pensare che non ci sia nulla é fantasia forse maggiore di qualsiasi religione.
Saccenza umana che per non accettare Dio si inventa un nulla casuale onnipotente che crea la vita per caso.

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Marco 22 Marzo 2021 - 14:57

Salve voglio essere sincero la morte mi spaventa un po’, anche io ho il pensiero di non vedere più i miei cari quello che hai scritto è stupendo il fatto che viviamo una vita sempre con il pensiero di sapere tutto e vero, e quello che hai scritto sul fattore di andare a dormire non sapendo se l’indomani ci svegliamo mi ha colpito soprattutto dal fatto che ho sempre avuto questo pensiero misterioso da dove vengono i sogni? Sono frutto del nostro cervello oppure lasciamo questo corpo e navighiamo nello spazio eterno.
Adesso che ho letto questo articolo voglio concentrare la mia vita sul mistero ti ringrazio per quello che hai scritto e un articolo davvero stupendo. Alla fine siamo granelli di sabbia nello spazio infinito.

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Tragicomico 22 Marzo 2021 - 19:16

Grazie Marco, sono felice di aver toccato le tue corde interiori con questo mio semplice scritto. Ti consiglio di approfondire la questione sul mondo onirico, un mondo tanto affascinante quanto profondo, ma se hai “sempre avuto questo pensiero” allora approfondendo la questione potresti trovare una qualche chiave di lettura di grande valore. Non sottovalutare le domande che continuano a ripetersi incessantemente dentro di te, spesso la risposta che portano con sé possiede un valore inestimabile, quindi è arrivato il momento di sondare la parte finora imperscrutabile della tua vita.

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Linda 3 Agosto 2021 - 23:48

Premetto che sono una ragazza che va per i 17 anni, quindi non penso di sapere ancora tutto della vita, ma il tuo pensiero mi ha portata a vedere certe cose da un altro punto di vista e ti ringrazio molto per questo. Io personalmente penso che tutta la nostra esistenza sia quella che parte dal momento in cui siamo stati creati in quell’ipotetico nulla di cui parli nel tuo articolo e che la Vita che viviamo quà sulla Terra sia come un’Avventura che ci serve per possedere più Saggezza e per Crescere ed Evolverci attraverso l’Esperienza (si potrebbe collegare per esempio il fenomeno della reincarnazione). Questa è solo la mia opinione che mi sono formulata dopo aver cercato e letto varie esperienze e articoli, tra cui il tuo

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Tragicomico 4 Agosto 2021 - 18:13

Ciao Linda, qui nessuno gira con la verità in tasca, così come nessuno cammina sulle acque e tantomeno inizierà a farlo da adesso. Ma c’è una differenza netta fra chi vive la questione in maniera passiva e chi affronta i quesiti esistenziali in forma attiva. Attivarsi significa riflettere, cercare, sperimentare, significa determinare quello che potrebbe essere il nostro scopo – o missione – di vita. Perché ho una visione molto simile alla tua, non credo che siamo qui “per sbaglio” o “per caso”, ma siamo approdati qui perché ognuno di noi ha un qualcosa da apprendere, per evolvere e che si tratti di pochi secondi o di una vita intera, poco cambia, è il grado evolutivo che assume valore e quel valore, appunto, è dato dall’esperienza.
Grazie per i complimenti e buona vita!

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Marta 23 Agosto 2021 - 0:59

Grazie per questo articolo illuminante !

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Tragicomico 23 Agosto 2021 - 12:17

Grazie a te Marta, per essere passata da qui a leggermi.

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Marco 20 Novembre 2021 - 7:33

C’è chi dice che, la terra e la vita siano eventi piuttosto rari e impossibili, ma io la vedo decisamente in modo diverso, la scienza ha potuto appurare che l’universo è praticamente sconfinato quindi tali possibilità sono facilmente moltiplicabili. A me spaventa decisamente il dolore fisico, ma infondo non ho paura di morire perché come hai scritto, siamo nulla, e tutti dovranno affrontare questa fase delicata. Siamo il niente, confronto a quello che c’è lì fuori, lì sopra, lontano da qui. Volevo ringraziarti per l’articolo perché mi rispecchia molto e preferisco pensarla in questo modo che farmi illusioni, hai pienamente ragione, nessuno capirà a fondo il senso di tutto questo. Ma volevo dire solo questo, io credo nel progresso e pensare che ci sia qualcuno migliore di noi, entità più evolute, mi fa sentire meglio. Per quanto possa risultare difficile l’esplorazione spaziale (potrebbe) essere l’unica soluzione per preservare la nostra specie. Chissà, magari tra qualche migliaio di anni saremo riusciti a salvare il nostro pianeta, o a trovarci una nuova casa. Non so perché m’importi, io sarò solo cenere. Ma infondo penso che siamo tutti uguali, interconnessi tra noi, siamo una cosa sola. Ma non solo, penso che l’intero universo sia interconnesso. Sarei triste se questa “magia” finisse, mi piace pensare che abbiamo una possibilità e che esistono un’infinità di mondi e universi migliori di quelli che conosciamo.

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Tragicomico 22 Novembre 2021 - 14:22

Caro Marco, grazie per questo tuo commento, lo apprezzo molto. La morte e l’interconnessione sono argomenti cardini del mio nuovo libro, “La cattiva abitudine di essere infelici”, in cui cerco di indagare concetti trattati troppo spesso in maniera superficiale dalla nostra società materialista. La verità potrebbe essere molto più vicina di quel che crediamo, talmente vicina da essere dentro di noi. Ti abbraccio.

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angie 22 Marzo 2022 - 20:35

Bel pensiero, io penso che esistano altri universi, diversi dal nostro più perfetti o imperfetti, penso che la morte sia presente in noi tutti i santi giorni, tuttavia il famoso scienziato diceva che l’energia non muore, ma si trasforma, e noi siamo energia, per cui esiste una speranza che la morte sia davvero un passaggio ad altro stato, quale? forse dipende da noi o forse no. Non ho la verità in tasca. Il nostro dna è troppo misterioso per essere casuale, siamo un mistero a noi stessi, tanto che il nostro prevalente compito dovrebbe essere quello di conoscerci profondamente, fino alla fine del ciclo che ci è concesso. Un giorno la morte potrebbe non essere più necessaria, perchè potremo trasformarci in ciò che vogliamo. Amo pensare che siamo viaggiatori cosmici, che si fermano in luoghi dove possono acquisire nuove informazioni. Ovviamente anche il mio è un bel pensiero.

Rispondi
Tragicomico 23 Marzo 2022 - 21:50

Sì Angie, il tuo è un bel pensiero ed è anche un pensiero lecito, perchè non esiste prova che non sia così. Grazie.

Rispondi
paolo 25 Agosto 2022 - 8:40

Ecco un esempio, senza nulla togliere all’articolo, di come i commenti diventano quasi più interessanti della riflessione. Qui la morte, apparentemente legata al concetto di vita quale suo opposto, viene invece posta a braccetto con il concetto di verità. Perché l’essere umano vuole, o meglio vorrebbe, una verità assoluta. Purtroppo l’assoluto non può essere concepito dalla mente e sebbene si possa dire che il concetto di morte è quanto di più vero, inevitabile, assoluto e denso di mistero, resta un piccolo spiraglio di dubbio che non sia la fine. Cosa percepiamo dentro che la mente non comprende? Forse, abbiamo il dubbio che sia solo una porta per qualcos’altro. Una porta che apre una catena di domande: cosa passa nell’altro? Chi sono realmente? Il problema di questa comprensione è che viviamo sia in modo assoluto, sia in modo relativo; percepire e comprendere in modo logico questi due aspetti richiede al nostro essere non solo la mente ma qualcosa di più, di cui ognuno di noi è dotato ma, più o meno volutamente, ignora o si è dimenticato di avere. Quello del cinematografo l’ho sempre trovato un bell’esempio: noi vediamo in modo interattivo un film dove la nostra vita è come una pellicola, attimi di assoluta essenza di stati di coscienza mai uguali a se stessi, che scorrono davanti alla luce dell’anima che proiettandone le immagini, le esperienze, su uno schermo indifferenziato e infinito come il cosmo esprimono l’essere che trascende lo stesso mistero del perché ci si trovi in un cinematografo. Quando finisce il film c’è una piccola pausa per poi rientrare in una nuova vita. Il limite di questo esempio è che l’osservatore sembra scollegato da pellicola, luce e dallo stesso schermo, mentre non è così. Egli è tutto questo e quello che rende ancora più complessa la comprensione è che il film può in qualsiasi momento cambiare rispetto alle scelte dell’osservatore. E se poi ammettessimo la possibilità che possiamo essere presenti in più di un cinematografo cosa accade? Ora, senza perderci nei nostri pensieri, potremmo cercare di comprendere che osservando in profondità possiamo cambiare la nostra vita, possiamo anche comprendere che alcune cose che accadono sono inevitabili perché al film stanno partecipando diverse anime o, se volete, esseri umani. In questo modo potremmo aprire la nostra percezione a qualcosa di più, facendo attenzione a non voler razionalizzare quanto percepiamo. Sarebbe rischioso, passare dal tutto al nulla è un attimo. La questione è che tutto e nulla sono parte dell’esistenza così come lo sono il relativo e l’assoluto.

Un grazie a voi tutti per le vostre riflessioni.

Rispondi
Tragicomico 27 Agosto 2022 - 19:38

E un grazie anche a te, Paolo, per queste tue preziose riflessioni esistenziali. Ho apprezzato molto il tuo commento.

Rispondi
Gabriele 1 Settembre 2022 - 22:44

La paura, non è (secondo me)della morte fine a se stessa, ma della sofferenza fisica che la precede… mesi, giorni, secondi.

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Tragicomico 2 Settembre 2022 - 17:59

Non sempre si muore soffrendo, chi sa accoglierla, chi ha vissuto una vita vera, intensa, riesce a mollare gli ormeggi e lasciarsi andare senza paura. La paura appartiene a chi non ha mai iniziato a vivere.

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roberto 8 Ottobre 2022 - 14:59

quante idiozie che leggo su questo post, la morte come diceva epicuro è la cosa + crudele e tragica dell’intera esistenza, dopo di essa il nulla, la vita è una cosa tragica, non esiste nessun senso del vivere visto che poi si muore, piuttosto dovremmo suicidarci, una volta capito questo, ma non è facile farlo, io ho una paura di morire e delle malattie ipocondriaca, ho visto mio padre morire e con esso sono morto anche io, capisco cosa vuol dire morire, tutto cio che pensiamo, che crediamo, sono concetti relativi, illusione umane, all’universo come alla natura non interessa minimamente se noi moriamo, amiamo o altro, saremmo totalmente dimenticati quando moriranno i ns figli, anche nei ricordi, la tragedia delle tragedie è essere nati per egoismo parentale

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Tragicomico 9 Ottobre 2022 - 18:05

“[…] Abítuati a pensare che nulla è per noi la morte, poiché ogni bene e ogni male è nella sensazione, e la morte è privazione di questa. Per cui la retta conoscenza che niente è per noi la morte rende gioiosa la mortalità della vita; non aggiungendo infinito tempo, ma togliendo il desiderio dell’immortalità. Niente c’è infatti di temibile nella vita per chi è veramente convinto che niente di temibile c’è nel non vivere piú. Perciò stolto è chi dice di temere la morte non perché quando c’è sia dolorosa ma perché addolora l’attenderla; ciò che, infatti, presente non ci turba, stoltamente ci addolora quando è atteso. Il piú terribile dunque dei mali, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte noi non siamo piú. Non è nulla dunque, né per i vivi né per i morti, perché per i vivi non c’è, e i morti non sono piú. Ma i piú, nei confronti della morte, ora la fuggono come il piú grande dei mali, ora come cessazione dei mali della vita la cercano. Il saggio invece né rifiuta la vita né teme la morte; perché né è contrario alla vita, né reputa un male il non vivere.” Epicuro (Epistola a Meneceo, 124-127 )

Credo che in lei ci sia tanta confusione filosfica ed esistenziale. Provi a fare pace con la morte, è anche il vivere le sarà più dolce.

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