Meditazione E Concentrazione In Occidente

Tragicomico
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meditazioneLa meditazione, per molte persone, è un modo di amarsi, di stare bene con se stessi e soprattutto un modo per ritrovare la calma e la tranquillità che sempre più vengono a mancare in una società frenetica come quella occidentale. Una società che troppo spesso perde di vista l’importanza della natura e dei suoi ritmi, e a tal proposito vorrei citare un testo che per diverse persone ha significato molto sia sul piano simbolico e sia su quello di conoscenza del sé, “Il Tao per Un Anno”, che contiene una massima per ogni giorno dell’anno. E trovo che questa sia particolarmente significativa per tutti noi:

“Come potete vivere
in mezzo al costante rumore del traffico?
Al puzzo dei rifiuti?
Fra palazzi anziché tra montagne?
Nel movimento delle strade
anziché dei fiumi?
Con il cemento anziché la terra
sotto ai piedi?
Il Tao per un Anno” – Deng Ming Dao (Giorno 284)

La società occidentale è andata progressivamente aumentando i suoi ritmi fino a provocare stress laceranti e periodi di malattia fisica e mentale sempre più frequenti. I “tempi” sono un fattore determinante nel concetto più ampio di equilibrio, e questi, se sono alterati favorendo così il concetto di “risparmio del tempo”, finiscono per non corrispondere nemmeno con quelli biologici della persona. Se si crede che esseri umani e natura abbiano ritmi simili si comprende quanto ci sia allontanati da essi nelle nostre civiltà.

In passato le persone anche solo per nutrirsi, essiccavano i prodotti, ad esempio li conservavano sotto sale, e svolgevano questi lavori sapendo cosa mangiavano. Progressivamente invece, certe buone abitudini sono state sostituite da cibi industrialmente prodotti con la scusa di “risparmiare tempo” da poter poi dedicare ad attività del tutto discutibili. Ma anche questo ha contribuito ad allontanare quelle persone dai propri ritmi, il grande Gandhi in un suo discorso disse: “Voi occidentali, avete l’ora ma non avete mai il tempo”.

Meditare, quindi, significa anche recuperare un pochino di quel ritmo, di quel tempo, per brevi attimi o se fatto costantemente per lunghi momenti. La concentrazione costante e la meditazione sono ormai pratiche note, molte persone ogni giorno meditano e cercano nella concentrazione un aiuto per la risoluzione delle incombenze quotidiane. Meditare fa bene, è opinione oggi diffusa, “staccare la mente” fa bene e la creatività è uno strumento utile a questo distacco.

Distaccarsi dallo stress non significa distaccarsi dalla realtà ma solo prendersi del tempo per se stessi, e fare questo risulta poi salutare nella vita quotidiana. Virginia Woolf l’avrebbe probabilmente definito come il titolo del suo libro: “Una stanza tutta per Sé” e il paragone sarebbe stato certamente azzeccato rispetto al tema della meditazione. Meditare vuol dire dedicarsi del tempo, un tempo che poi diventa di qualità.

La meditazione come pratica si perde nella memoria del tempo, le religioni buddiste, taoiste e legate al paganesimo, ne hanno rivendicato a più riprese l’attribuzione, ma ad esempio, prima di queste religioni, vi erano culture come quella Bön, che era assai più antica di quella buddista, quindi non si può escludere che la concentrazione mirata e la meditazione venisse praticata anche in epoche nelle quali non vi erano testimonianze scritte. Fatto sta che oggi i benefici di questa attività vengono universalmente riconosciuti e nel campo esteso e controverso della medicina alternativa, la meditazione viene consigliata alle persone che sono sottoposte a fonti di stress.

Le diverse culture nel corso della storia hanno sempre ripreso attività e idoli con specifiche caratteristiche e pratiche di un certo tipo, ad esempio se ben si osserva la Storia delle Religioni e quella delle Filosofie Spirituali, ci si accorge che se in Oriente si parla di meditazione, in Occidente questa viene “sostituita” dalla concentrazione, dalla focalizzazione del proprio potenziale inespresso e tutto può essere ricondotto ad un altro principio, quello della Conoscenza del Sé. Anche la meditazione è una porta di accesso a questa conoscenza del Sé e anche alla comprensione dei propri limiti, chi stacca da una quotidianità che presenta frustrazioni, stress e disturbi vari, decidendo così di dedicarsi del tempo, ritorna a Se Stesso, e questo è per molti il vero obiettivo della meditazione.

Se ci si rifà alla ciclicità della natura e la si osserva come Madre generatrice, si comprende quanto oggi l’essere umano sia distante dai suoi ritmi. Lo sciamanesimo spesso parla di come il corpo, i sentimenti, la mente e l’anima siano connessi con la Terra e con i suoi ritmi. Di conseguenza l’aria viene vista come il pensiero, l’anima come il fuoco, i sentimenti come l’acqua che fluisce e, infine, il corpo come la Terra stessa; che “tradotto” vuol dire che perdendo il ritmo individuale si sacrifica quello che è il ritmo biologico e di conseguenza la nostra connessione al ritmo della Madre Terra. Un distacco doloroso che porta – sempre secondo una visuale sciamanica – alla malattia, e lo stress da molti è considerato un anticipo di malattia, anche per coloro che non aderiscono a questa filosofia spirituale.

Le tecniche della meditazione hanno oggi molti detrattori, chi si basa infatti sul primato della scienza non sempre riesce a cogliere il potenziale di esercizi volti a ristabilire un contatto con se stessi e quindi utili anche a placare pensieri ricorrenti o stati di stress. Purtroppo questo avviene sulla base di una concezione errata sia dei ritmi umani, sia delle cause che generano stress o malattie, e l’ampia gamma della medicina alternativa, con tutte le sue sfumature, ha invece compreso quanto sia importante per la persona il silenzio e un “angolo da dedicare a se stesso”. Ma oggi, anche una parte della scienza medica si è avvicinata alle concezioni olistiche che tengono a mente il valore della concentrazione e della meditazione, e anche se si parla di una parte esigua è comunque un inizio.

Molte persone prima di pensare a dedicarsi quel tempo, quello relativo alle meditazioni e al distacco da momenti di stress, si pongono troppe domande e dubbi che si traducono tra l’altro in ulteriori fonti di stress e incertezza. Una tipica domanda è: “Quanto devo meditare affinché questa pratica sia valida?”.
Meditare significa staccare ma anche lasciare spazio al fluire. Energia e rilassamento, associate a creatività e concentrazione sono gli ingredienti necessari per fare di una meditazione una buona meditazione al di là del tempo che a questa viene dedicato. In altre parole, non è la quantità di tempo che si dedica ad un’attività che fa la differenza, ma la sua qualità 😉 !

Tragicomico

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