Ah, i leoni da tastiera! Chi non ne ha mai incontrato uno nell’arena virtuale dei forum online, dei social network e delle sezioni commenti di qualsiasi articolo che abbia più di due righe? Figure ormai onnipresenti nel panorama digitale, nascoste dietro l’anonimato del web, vomitano insulti gratuiti, minacce e offese, incuranti del dolore che possono causare. Il leone da tastiera predilige le zone ombrose, celandosi dietro avatar improbabili o nomi utente criptici, pronto a scatenare la sua furia digitale contro chiunque osi dissentire dalla sua opinione.
Ma chi sono realmente questi leoni da tastiera? Cosa li spinge a riversare la loro bile virtuale su persone che, spesso, neanche conoscono? Le motivazioni possono essere diverse: frustrazione personale, invidia, narcisismo, o semplicemente il gusto sadico di infliggere sofferenza. Ciò che accomuna tutti i leoni da tastiera è la loro codardia, il loro coraggio effimero, e questo fa pensare che spesso si tratti di creature fragili, che non hanno trovato il loro posto nel mondo.
Si ergono a paladini della giustizia virtuale, ma solo perché protetti da uno schermo che li rende invisibili. Nella vita reale, probabilmente, non avrebbero il coraggio di proferire neanche una parola di quelle che scrivono con tanta disinvoltura. La loro forza, effimera come la loro stessa esistenza virtuale, si nutre della frustrazione e dell’insoddisfazione che alberga nelle loro vite offline.
«La cattiveria nasce sempre dalla debolezza.»
(Lucio Anneo Seneca, in “Sulla felicità”)
L’online appare ai loro occhi come un’arena virtuale dove sfogare frustrazioni, la tastiera diventa la loro spada, le parole le loro frecce avvelenate, con cui trafiggono la reputazione e la dignità altrui. Il coraggio, inesistente nella vita reale, si manifesta in commenti offensivi, minacce velate e cyberbullismo.
Dietro ogni leone da tastiera si nasconde, probabilmente, un individuo insicuro che cerca di compensare le proprie mancanze attraverso l’aggressione virtuale. Si svela così l’ira di chi è ferito da una solitudine che non sa né domare né discernere. Con sostanziale costanza, egli manifesta una sofferenza che non è necessariamente attinente al tema discusso, ma piuttosto a un tormento interiore di cui è vittima.
Le sue parole, però, possono avere un impatto devastante. Le vittime del cyberbullismo e dello cyberstalking, bersagliate da insulti e minacce online, manifestano stati di tristezza, ansia, depressione e, in alcuni casi estremi, arrivano al suicidio.
Ecco perché si tratta di un fenomeno – in forte ascesa – da non sottovalutare assolutamente.
Tutti noi siamo potenziali bersagli dei leoni da tastiera. Un video, una foto, un commento o un post sui social possono scatenare la loro furia cieca. È importante ricordare che non abbiamo commesso alcun errore nel condividere un momento della nostra vita o nell’esprimere un nostro pensiero. E personalmente ne so qualcosa.
Oltre dieci anni di blogging mi hanno insegnato una cosa fondamentale: il problema risiede unicamente nella mente di chi si arroga il diritto di criticarci o insultarci.
«Oggi anche il cretino è specializzato.»
(Ennio Flaiano, in “Taccuino del marziano“)
La lotta contro i leoni da tastiera è pertanto una sfida che ci riguarda tutti.
Una sfida, attenzione, non una guerra.
Perché in un mondo sempre più connesso, la responsabilità di creare un ambiente digitale sano e sicuro ricade su ogni singolo individuo. Poiché la questione dei leoni da tastiera non è solo un problema individuale, ma diventa un problema sociale.
È necessario un impegno collettivo per arginare questo fenomeno e creare un ambiente digitale più sicuro e inclusivo.
È fondamentale denunciare alle autorità competenti qualsiasi sospetto di abuso online.
Tuttavia, la prevenzione è altrettanto importante: educare le nuove generazioni ad un uso responsabile e consapevole del web è un passo cruciale per contrastare il fenomeno.
Ricordiamoci che l’educazione passa attraverso l’esempio, con l’accortezza di non inasprire il clima e di non alimentare tensioni versando ulteriore benzina sul fuoco.
La prossima volta che incontrate un leone da tastiera, non fatevi intimidire. Rendetegli il sorriso, e se proprio vi va, regalategli anche una battuta ironica. Più li ignoriamo, più si affievoliscono come una fiamma senza vento.
Ogni tanto mi viene chiesto quale potrebbe essere la prossima rivoluzione in ambito social(e). La mia risposta è sempre la stessa: la consapevolezza!
Dovremmo porci una domanda molto semplice ogni volta che facciamo qualcosa online: se fossimo offline, di persona, diremmo la stessa cosa che stiamo dicendo e lo faremmo con gli stessi termini che stiamo utilizzando?
Se la risposta è sì, allora il nostro comportamento è congruente. In caso contrario, è opportuno fermarsi e riflettere, poiché a volte le nostre dita viaggiano più velocemente del nostro cervello.
8 commenti
Analisi perfetta di quello che è il prodotto, frutto dell’uso, anzi dell’abuso sconsiderato, dell’avere tra le mani smartphone e computer. Hanno sostituito alla grande quelle che erano una volta “le chiacchiere delle comari”con danni notevoli a chi si ritrova ad esserne il bersaglio. E quello che più fa male è constatare il livello bassissimo di un minimo di buon senso e responsabilità, sia nei ragazzi che nei meno giovani. Ma, come recita un proverbio “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”. E la speranza che la foresta cresca rigogliosa e in fretta. Grazie Ivan
Commento prezioso il tuo, Rosa, grazie. Concordo pienamente con te sulla mancanza di buon senso e responsabilità che, purtroppo, dilaga in tutte le fasce d’età. È un fenomeno preoccupante, ma non dobbiamo perdere la speranza.
La “foresta” di persone consapevoli e responsabili può crescere rigogliosa, se ci impegniamo a educare e sensibilizzare sull’uso consapevole della tecnologia. Dobbiamo incoraggiare un uso critico e arricchente dei social media e del web, affinché le persone diventino consapevoli dei rischi e delle opportunità che il mondo digitale offre.
Ti mando un abbraccio!
E pensare che un tempo il leone era simbolo di forza e fierezza, quella che talvolta si vede in un guerriero tuareg che viaggia in un deserto che a noi poveri occidentali non ci darebbe scampo, ci ucciderebbe all’istante, incapaci come siamo di vivere. Bella la riflessione, parla alla fine di una sola cosa: valori, integrità e coscienza. Se i tuareg stanno perdendo lentamente la loro identità ma non la fierezza, noi stiamo perdendo molto di più e dovremmo cercare di scoprirlo velocemente, prima che tutto sia finito. Grazie Ivan per questa tua riflessione che come tante altre non lascia un vuoto o una domanda ma solo un percorso da fare.
Caro Paolo, la tua riflessione sul leone come simbolo di forza e fierezza, e sul parallelismo con i guerrieri tuareg e la nostra società occidentale, mi piace un sacco. È interessante come tu abbia colto il filo conduttore che lega questi tre aspetti: valori, integrità e coscienza. Concordo con te sul fatto che i tuareg rappresentino un esempio di come la forza e la fierezza siano intrinsecamente legate alla propria identità e cultura. Il loro stile di vita, forgiato nel deserto, richiede una profonda connessione con la natura e un forte senso di appartenenza alla propria comunità. Noi occidentali, invece, ci troviamo spesso smarriti in una società che privilegia l’individualismo e il materialismo. Abbiamo perso di vista il valore della connessione con la terra e con le nostre radici. Di conseguenza, stiamo perdendo anche la nostra integrità e la connessione con i nostri simili.
Grazie per aver lasciato traccia del tuo passaggio.
Ciao Ivan, leoni da tastiera: persone che in Internet e in particolare sui social o su forum, si esprimono in modo aggressivo, non di rado ricorrendo a offese, insulti, di solito approfittando dell’anonimato, mentre nella vita reale non avrebbero la capacità di relazionarsi con le persone reali. Non vivono di idee proprie ma di opinioni scaricando la loro povertà interiore in comportamenti come citati sopra. L’unica arma è l’indifferenza totale e nessuna considerazione a questi poveri infelici. Sul web ci sono degli strumenti per zittire queste persone, io mi sono tolto da tutti i social per eliminare il problema alla radice, i social stanno diventando sempre più tossici. Buona vita a tutti.
Ciao Fabrizio, la tua soluzione è piuttosto drastica, sicuramente ponderata, ma perché privarsi di uno strumento come i social per via di pochi elementi disturbanti?
Io, ad esempio, devo molto ai social. Sono stati e sono tutt’ora degli strumenti molto efficaci per veicolare i miei messaggi, diffondere le mie riflessioni e far arrivare la mia voce dove altrimenti non arriverebbe mai.
Tuttavia, ciò che conta è il vivere bene. Se per te questo ha comportato l’esclusione volontaria dai social, ben venga. Un abbraccio!
Sono totalmente d’accordo Ivan , i leoni da tastiera mi rattristano , vorrei aiutarli , ma se non si aiutano da soli è tutto inutile . L’unica cosa da fare , come dici , è evitare lo scontro nella piccola speranza che l’indifferenza o l’ironia li porti a ragionare .
Sì Luca, meglio non alimentare ulteriormente la loro sete di odio e vendetta, del resto non c’è nulla da guadagnare in uno scontro simile.