La Solitudine Per Ritrovare Se Stessi

Tragicomico
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solitudine-ritrovare-se-stessi-cammino-di-vitaLa solitudine è un argomento che spaventa molte persone, si fugge da questa parola che rappresenta una delle più grandi paure dell’uomo moderno. In questa società sempre di corsa si cerca in tutti i modi di avere mille impegni nella nostra vita, per avere l’impressione (e l’illusione) di vivere di più. Perché questo  ci rassicura, il silenzio e la solitudine sono lo spauracchio di chi non vuole mai confrontarsi con se stesso. Di questa folle corsa ne parlo nel mio libro “Schiavi del Tempo“, mentre descrivo una società grottesca che corre senza direzione, anno dopo anno, senza meta, per fuggire dalle domande che contano davvero.

Non tutti riescono a percepire la solitudine come una delle risorse più preziose. E chi lo ha capito, riesce ad abbracciare la solitudine come un amuleto che ci permette di conoscere noi stessi, chi realmente siamo al di là delle nostre abitudini, dei nostri pensieri e di ciò che indossiamo.

Dobbiamo ricordarci che noi siamo soli, ma soli con la vita, ed è partendo da questo che noi riusciamo ad essere “Uno”  insieme all’altro, e agli altri. Si entra in questa solitudine che non è certo isolamento, ma è profondità, è come essere soli come lo è un Sole all’interno del sistema solare. Perché proprio quando ci sentiamo soli con la vita, con l’universo, riusciamo a risplendere, riusciamo a brillare, riusciamo ad entrare in amore prima con noi stessi e poi con ciò che ci circonda. Paradossalmente si pensa che per amare bisogna essere insieme, e invece l’amore parte dalla solitudine, da quando si accetta di essere un Sole.

Arthur Schopenhauer scrive così nel suo libro “Aforismi per una vita saggia“:
Ciò che rende socievoli gli uomini è la loro incapacità di sopportare la solitudine e, in questa, se stessi”.

Essere soli permette di focalizzare e di comprendere il proprio cammino, la propria missione. Permette di comprendere cosa è più adatto a se stessi, di scendere profondamente in un amore sempre più grande nei confronti di tutto. Della vita, delle persone, delle cose, delle situazioni. Un amore vero, che non rasenta l’attaccamento, ma che sfiora la perfezione. L’amore divino, l’amore incondizionato. La stessa solitudine che ha provato Gesù quando decise per quaranta giorni di isolarsi da tutto e da tutti andando nel deserto. Per poter ascoltare la propria voce interiore, per capire davvero quale fosse la sua missione qui sulla terra e per resistere alle tentazioni materiali, di potere.

Per questo è molto importante imparare a stare da soli. A star bene in compagnia di se stessi, per poter viaggiare nella vita con un compagno fidato, che non ci abbandonerà mai. Quando si apprezza la propria compagnia, quando si riesce a stare bene con se stessi, questa nostra forza interiore risplende come un Sole, viene fuori, ed è un passaggio obbligato per poi stare bene con gli altri. Se non si sta bene con se stessi, se non si sta bene in propria compagnia, come possiamo pretendere di stare bene con gli altri e che quest’ultimi apprezzino la nostra compagnia? Se non ci apprezziamo/amiamo da soli, com’è pensabile che possiamo apprezzare e amare gli altri?

Noi cerchiamo l’amore, e questo amore scorre, si trova ovunque, noi non stiamo cercando “la persona”, ma l’amore che scorre attraverso la persona, e questo amore noi dobbiamo allenarci a riconoscerlo. Solo allora arriverà il momento che lo incontreremo. Perché è l’amore che dobbiamo incontrare, non la persona. Questa comprensione parte proprio dalla solitudine, dall’incontrare l’amore nella solitudine, in noi stessi e in tutto ciò che ci circonda. Allora veramente saremo in amore, con le parole, con lo sguardo, con i sentimenti. Saremo totalmente innamorati della vita.

Quando accettiamo di incontrare la solitudine scopriamo di essere uniti con il tutto, e sarà la vita stessa a tenerci compagnia, non solo con una persona, ma con ogni suo elemento, e ci sentiremo così sostenuti dall’esistenza divina da non aver più bisogno d’altro. E con questo sostegno è possibile passare attraverso i momenti più difficili, superare ogni ostacolo e portare a compimento ciò che siamo venuti a fare.

“La capacità di essere soli è la capacità di amare. Potrà sembrarti paradossale, ma non lo è; si tratta di una verità esistenziale: solo chi è in grado di essere solo è capace d’amare, di condividere, di scendere nell’essenza più intima dell’altro, senza possederlo, senza diventare dipendente da lui, senza ridurlo a un oggetto e senza esserne assuefatto.

Simili individui concedono all’altro una libertà assoluta perché sanno che, qualora se ne andasse, sarebbero felici come lo sono ora; la loro felicità non può essere sottratta dall’altra persona, perché non viene da quest’ultima.

Ma allora, perché voglio stare insieme a qualcuno?

Non è un bisogno, è un lusso. Cerca di capirlo. I veri individui si amano in quanto lusso, non è un bisogno. Amano condividere: hanno così tanta gioia che vorrebbero riversarla in qualcuno. Eppure sanno come suonare la propria vita, in quanto strumento “a solo”.

Il solista di flauto sa come godersi il proprio flauto in solitudine. E se incontra un suonatore di tabla, un solista di tabla, entrambi si godranno lo stare insieme e creeranno un’armonia tra il flauto e la tabla. Entrambi godranno quella musica: tutti e due riverseranno l’uno nell’altro la propria ricchezza.”

(Osho –  “Il velo impalpabile”)

Tragicomico

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