Uno degli scopi principali di chi pratica le scienze esoteriche è quello di ottenere l’immortalità attraverso i molteplici insegnamenti alchemici. Attenzione, però, ad attribuire il giusto significato a questa parola. Soprattutto riguardo la tipologia d’immortalità, visto che qualcuno starà già immaginando, e fantasticando, sul riuscire ad avere un corpo immortale stile highlander.
Partiamo da un chiaro presupposto: c’è una grande differenza tra il credere e l’aver realizzato l’immortalità. Per farvi capire questa differenza potrei ad esempio convincervi a livello razionale che dentro a ogni essere umano c’è un’anima immortale. Oppure potrei convincervi sul piano intellettuale che esista Dio o l’Aldilà. Tutto questo è credere, ovvero ritenere possibile che qualcosa sia vero, che esista. Questo vi porterà a credere di avere un’anima immortale ma ciò non significa che sarete immortali.
La vera immortalità la si raggiunge nel momento in cui ci si sente immortali, ovvero quando si è totalmente identificati con la propria anima, quella parte immortale che sta al nostro interno. Riuscite a percepire “mentalmente” la differenza?
Essere identificati con la propria anima significa essere ciò che è all’interno: non sarete più identificati con un corpo che crede di avere un’anima, ma sarete un’anima che utilizza un corpo.
Quando avrete realizzato dentro di voi questa nuova identificazione/realizzazione, potrete andare in giro tra la gente sapendo di essere immortali. Lo si evince dai fatti, dalle manifestazioni, dal modo di comportarsi di un essere immortale. Il quale, di certo, non prova più emozioni inferiori in quanto vive nella pace interiore, è costantemente innamorato di tutta l’esistenza e delle persone che lo circondano e soprattutto non ha paura di morire. Gesù come Gandhi, Falcone e Borsellino come Madre Teresa, sono testimonianze di tutto ciò.
Chi vive nell’identificazione della propria anima sente di avere un corpo intorno, come un guscio esterno a sé. Si rende perfettamente conto che nel momento in cui questo guscio cadrà e andrà a decomporsi attraverso la morte, lui ci sarà ancora. Per farvi percepire un esempio visivo nella vostra mente potete immaginare un astronauta dentro ad una tuta spaziale. L’astronauta sa benissimo che una volta tolta la tuta spaziale lui rimarrà vivo e consapevole. Sentirsi immortali equivale alla stessa cosa in modo fisico, ci si sente fisicamente ospiti del proprio corpo.
Per realizzare l’immortalità bisogna anche distinguere bene la conoscenza del corpo astrale e la conoscenza del corpo causale (chiamato “corpo di gloria” nella tradizione cristiana). Il corpo astrale, ovvero il corpo emotivo ove risiedono sentimenti, desideri ed emozioni, è quello che utilizziamo per il mondo dei sogni ed è sempre quello che viene utilizzato dagli occultisti per fare i famosi ‘viaggi astrali’. È il corpo che occupiamo una volta che siamo morti sul piano fisico. Quindi il corpo astrale serve per la sopravvivenza dopo la morte, per “viaggiare” appunto. Il corpo di gloria, invece, è tutt’altra cosa, è il corpo dell’anima, è ciò che ci apre orizzonti di conoscenza e di saggezza infinita, ed è questa la vera immortalità.
Per “costruire“ un corpo di gloria bisogna attuare un processo di trasmutazione alchemica, quindi un processo di ri-unione con l’Assoluto. Non si tratta di credere o di sposare un dogma religioso , ma di verificare direttamente attraverso un lavoro su se stessi. Ci sentiremo anime nel momento in cui metteremo in pratica quotidianamente determinate conoscenze.
Quindi distinguiamo la sopravvivenza dopo la morte, che si ottiene attraverso il corpo astrale e l’immortalità che si ottiene attraverso il corpo di gloria, cioè con l’identificazione con la propria anima.
Allo stesso tempo si costruisce il corpo di gloria a livello alchemico, e ci si identifica con esso. Costruzione, cioè fabbricazione come si dice in alchimia, e identificazione con questo corpo, vanno di pari passo, ci sono entrambe. Ed entrambi questi processi portano a sentirsi realmente immortali.
2 commenti
È proprio così non si accetta completamente la propria morte e non porta nulla di buono.
La morte va accettata così come si accetta la nascita, sono due facce della stessa medaglia.