Il Lavoro Vocazionale, Lavorare Con Amore Si Può

Tragicomico
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lavoro-senza-amoreCi sono spesso necessità vitali inevitabilmente collegate a necessità economiche, queste portano l’individuo a scegliere il primo lavoro disponibile, indipendentemente dalla propria vocazione. Si entra così a far pare del circuito produci-consuma-crepa che ho già trattato in un precedente articolo; ma questa volta proviamo a vedere oltre: cerchiamo la via d’uscita affinché la propria vocazione costruttiva possa emergere e aiutare così l’individuo a trovare la via migliore per individuare un lavoro utile su più piani.

Il nostro mondo è sempre più malato, basta guardarsi attorno per capire che sono ben poche le cose che funzionano all’interno della nostra società, vi è ormai una vera e propria perdita di equilibrio. Una tappa basilare di quella che noi oggi definiamo civiltà progressista (ma che forse non lo è) è certamente la Rivoluzione francese, nella quale sono state tagliate la testa al Re e alla Regina. A livello politico è secondario come evento, ma a livello simbolico la decapitazione diventa un evento primario, ci offre una chiave di lettura fondamentale sul problema che stiamo vivendo oggi. Il Re rappresenta lo Spirito, la Regina la Natura, il Padre-Madre. Tagliare la testa al Re e alla Regina, vuol dire disconnettersi dallo Spirito e dalla Natura per creare un mondo artificiale, un mondo creato dalla ragione umana e dalla volontà umana, con tutti i suoi effetti collaterali come ansie, paure, desideri, illusioni (Matrix).
Dopo la seconda guerra mondiale è accaduta un’altra cosa di importanza capitale: molte attività che erano delle vocazioni, sono diventate delle professioni. Cose che una persona faceva perché si sentiva chiamata di farlo, adesso lo fa per soldi, per il potere e per trovarsi un posto all’interno della società. Quindi sono cambiate molte cose che purtroppo ci hanno portato ad uno stato di malessere e di squilibrio del nostro sistema; ma che la natura ed il Creatore tenderanno a riequilibrare con situazioni che porteranno sofferenza all’essere umano, ma che rappresentano l’unica via di cura. La crisi attuale ne è l’esempio lampante.

Il lavoro che cosa è?
Il lavoro in sé, ha tre funzioni fondamentali: innanzitutto è un modo per sopravvivere in questo mondo, in quanto se noi prendiamo dobbiamo anche dare (prima funzione); ma è anche un modo per l’essere umano per esprimersi, per creare, per crescere, per attualizzare il suo potenziale (seconda funzione); ed è anche un modo per rendere servizio agli altri, per dare un contributo agli altri (terza funzione).
Quello che è successo e che purtroppo la prima funzione ha sopraffatto le altre due; quindi la gente adesso guarda dove è pagata meglio, dove ha più sicurezza, dove può arrivare grazie alla raccomandazione e non gli interessa minimamente un lavoro dove può realizzarsi o dove veramente può dare un contributo alla società. Tutto questo ha creato il vero squilibrio e la scomparsa del lavoro vocazionale, che porta ad una situazione di crisi dolorosa, difficile, che stiamo vivendo ai giorni nostri.

Gli antichi saggi, anche i padri della chiesa cristiana primitiva, dicevano che la vita umana si posa su tre pilastri fondamentali: il lavoro, la preghiera e la ricreazione (intesa come divertimento sano). Tutti e tre sono fondamentali, in quanto con il lavoro noi ci connettiamo con il mondo, diamo un contributo agli altri, attualizziamo certe facoltà, potenzialità e doni che noi abbiamo e allo stesso tempo con il lavoro ci guadagniamo da vivere all’interno della società. Se con il lavoro ci connettiamo con il mondo, ovvero la parte inferiore, con la preghiera (o la meditazione) ci connettiamo con il cielo, con la luce, con la parte superiore, e questo crea due tipi di tensioni differenti, una esteriore e l’altra interiore. Per equilibrare questa situazione diventano fondamentali il divertimento sano e la ricreazione, e vi spiego perché: ci sono molte persone che se anche pregano in maniera inconscia e meccanica, comunque pregano, e sempre molte persone in qualche modo svolgono un lavoro, se non ufficialmente almeno ufficiosamente, qualcosa la devono fare. Ma per quanto riguarda la ricreazione ed il divertimento sano, c’è ben poco divertimento sano in questo sistema (Matrix) e molto divertimento malato, e questa è una delle cause principali della mancanza di equilibrio all’interno della nostra società, ed ecco che avviene la caduta nel vortice del produci-consuma-crepa.

Il lavoro è essenziale per il nostro equilibrio e per la nostra salute psico-fisica.  Oggi, negli Stati Uniti, c’è gente che paga per lavorare, ma lavora non per guadagnarsi la vita ma per guarire da varie patologie, disfunzioni e problemi. Perché il lavoro fatto con amore, con tutto noi stessi e non solo con una parte di noi, ha un valore terapeutico incredibile. C’è un vecchio proverbio che dice “adopera una cosa o la perderai”, che poi è connesso con la parabola dei talenti delle sacre scritture.
Se una persona lavora solo per i soldi o per il potere, allora si prostituisce, diventa succube di qualcos’altro. Se una persona lavora perchè sente che è quello che la sua anima ha scelto di fare in questo mondo, che è il suo dovere e la sua chiamata, alla dando tutto se stesso crea una struttura dove l’asse PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia) può fare il suo lavoro. Il lavoro svolto con amore, il lavoro vocazionale, non solo è una terapia, ma dà vita e gioia alla persona che riesce ad esprimere se stessa, a creare, a crescere.
Il lavoro inteso come sopravvivenza, dev’essere sempre un mezzo e mai un fine, perché non sarà quello che darà grandi soddisfazioni, a differenza del lavoro vocazionale che permette di svolgere il proprio dovere e di restare fedele a se stessi, senza prostituirsi nel nome del dio denaro.

La domanda che ora sorge spontanea è: “Ma si può vivere di lavoro vocazionale?”. Io dico di sì, ma bisogna avere molto coraggio, molta fede e la forza di essere fedeli a se stessi. Bisogna scoprire quali sono i doni che una persona ha e manifestarli, anche se non c’è un riscontro, andare sempre avanti perché è la cosa giusta. Prima o poi, in un modo o nell’altro, la persona verrà scoperta e gli verrà dato modo di esprimersi per la propria vocazione. Se siete fedeli nelle piccole cose, vi saranno date cose più grandi. Ma ripeto, ci vuole molto coraggio, molta fede e bisogna imparare ad essere come un salmone, cioè andare contro corrente, non fare ciò che fanno tutti ma essere fedeli a se stessi. E allora si può!

L’unico modo di fare un ottimo lavoro è amare quello che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare, non fermarti, come capita per le faccende di cuore, saprai di averlo trovato non appena ce l’avrai davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continua a cercare finché non lo troverai. Non accontentarti. Sii affamato. Sii folle.” Steve Jobs

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