I Sette Chakra O Centri Di Forza

Tragicomico
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i_7_chakraI sette chakra, o centri di forza sottili, vengono descritti in molte tradizioni orientali come delle valvole energetiche il cui equilibrio sarebbe alla base della salute fisica e psichica dell’individuo. Tutto molto interessante, ma in realtà cosa sono e cosa significano questi chakra? In questo breve articolo cercherò di fare una panoramica completa, sintetica ed esplicativa al riguardo di questi centri di forza e successivamente, in ulteriori articoli di approfondimento, cercherò di analizzarli uno ad uno.

I chakra letteralmente significano ruote, forse perché alla vista superfisica appaiono come delle girandole o turbini luminosi a colori, visibili sulla superficie del corpo eterico. Il risveglio dei chakra è uno dei scopi principali dello Yoga e delle pratiche di meditazione profonda. Dagli occultisti i sette chakra vengono anche chiamati “lotus” (in sanscrito padmas) per la loro forma simile al fiore di loto che essi hanno o che comunque viene loro attribuita.

I sette chakra principali sono i seguenti: Muladhara, Svadhistana, Manipura, Anahata, Vishuddha, Anja e Sahasrara. Nei confronti dell’Universo questi sette chakra sono delle vere “valvole umane”, dei generatori pranici o di forza vitale, definibili come dei centri di Coscienza cosmica. Malgrado spesso la gente tende a localizzare i suddetti centri di forza lungo la spina dorsale, e in punti ben precisi della testa, è bene precisare che non è possibile far corrispondere parti anatomiche o plessi nervosi con i sette chakra, ma si possono soltanto trovare delle analogie in quanto i plessi nervosi esercitano le loro funzioni su un piano materiale, mentre i chakra agiscono su un piano sottile. Questo è molto importante da capire, perché è un errore che viene spesso commesso in Occidente, quindi è giusto precisare che non vi è possibile alcuna localizzazione nervosa dei chakra che appartengono ad un tutt’altro piano di “materia manifestata”.

anahata_chakra_centro_del_cuoreNell’uomo ordinario, che segue una vita ordinaria fatta di lavoro, abitudini e paure, quindi poco sviluppato dal punto di vista evolutivo, i chakra presentano l’aspetto di piccoli cerchi ben poco luminosi, di colore offuscato. Diverso è l’aspetto per chi conduce una vita “a cuore aperto”, con una coscienza ri-svegliata, lì i chakra sembrano non solo infiammarsi, ma anche ingrandirsi. Assumono l’aspetto di tanti piccoli soli, splendenti e dardeggianti. In Occidente uno dei primi studiosi ad essere dotato di chiaroveggenza fu il teosofo Charles Webster Leadbeater, il quale ci offre molti dettagli utili nelle sue opere letterarie. Egli definisce i chakra come dei punti di unione attraverso i quali l’energia passa da un corpo sottile all’altro.

Quindi sempre secondo il suo pensiero, coloro che desiderano acquisire o sviluppare le proprie facoltà devono svegliare i centri di forza, ed il loro risveglio è il punto di forza di tutte le iniziazioni, il cui scopo è lo sviluppo spirituale dell’individuo. In genere i chakra, che continuiamo a paragonare a dei fiori di loto, hanno i petali chiusi e si aprono solo al passaggio delle correnti risvegliatrici di Kundalini.

Ogni chakra è colorato in un suo modo particolare (nell’immagine a lato trovate il simbolo tantrico del Anahata Chakra, o centro del cuore), perché la forza sottile di ogni centro corrisponde al complesso armonico di suoni, di colori e di essenza. Non a caso ogni chakra è in principio rappresentato come una ruota circondata da un numero fisso di petali, su ognuno dei quali è inscritta una sillaba sanscrita. Questa sillaba vuole simbolizzare, rappresentare o piuttosto condensare uno o più suoni mistici, le cui vibrazioni sono in sintonia o meglio corrispondono con il centro di forza sottile; quindi, per svegliare un dato chakra bisogna pronunciare nel loro giusto ritmo queste sillabe, allo scopo di aiutare per risonanza la vibrazione del centro che ci interessa svegliare. In altre parole, l’insieme di questi suoni, per un centro di forza, è il mantra del chakra!

buddha_chakraSe pensiamo che al giorno d’oggi la maggior parte della popolazione europea non ha mai sentito parlare o non si è mai informata sui centri di forza, allora vi è ben chiaro perché la nostra situazione spirituale, fisica e psichica è a dir poco disastrosa, per non dire aberrante, visto che l’unico appiglio è … la Chiesa! Ma personalmente non ho mai sentito un prete o un Papa parlare di chakra, centri di forza, energie sottili e via dicendo durante la Santa Messa. Diversa è la situazione in Oriente, dove in ogni iconografia brahmanica, nelle pitture e sculture tibetane e indù, buddhiste e lamaiche, si vedono simbolizzati i chakra. Ed i Buddha riprodotti sui nostri libri illustrati sono rappresentati con una protuberanza sulla testa, simbolo del chakra coronale, ed un punto sulla fronte, ad indicare il chakra frontale.

Anche nell’antico Egitto, che personalmente considero la matrice di tutte le religioni occidentali, troviamo le statue del dio Osiride dalla testa coperta con una mitra solare simbolica, mentre la dea Isis ha il capo ornato dal simbolo lunare, ossia una disco con due corna. Purtroppo noi occidentali siamo poco abituati a “leggere” ed interpretare i simboli, ma questi ornamenti non sono altro che figurazioni del chakra coronale, sviluppatissimo e irradiante di forza positiva nel Dio e forza passiva della Dea.

In verità l’intuizione dell’esistenza di questi centri di forza sottili è stata dimostrata anche da noi occidentali, soprattutto dagli artisti che dipingevano i Santi e Gesù Cristo come aureolati, ossia con la testa cinta da un cerchio luminoso. Questo cerchio è il chakra coronale risvegliato e sviluppato da un’alta spiritualità. Ma al giorno d’oggi l’interesse primario è l’iPhone e chi se ne frega del chakra coronale e di tutto il resto.

Un vero peccato, perché la comprensione dei sette chakra permette all’individuo di comprendere le relazioni tra la sua coscienza e il suo corpo, e di vedere allo stesso tempo il proprio corpo come una mappa della propria coscienza. Questo aumenterà la vostra comprensione di voi stessi e degli altri e vi trasformerete in veri “ricercatori energetici”!

Queste ruote non sono affatto centri fisiologici e statici del corpo grossolano, ma centri di forza che appartengono al corpo sottile, centri che solo lo yogin, nel corso della manifestazione della kuṇḍalinī, localizza con altrettanta precisione che se appartenessero al corpo.” (Lilian Silburn – “La kundalini o l’energia del profondo“)

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