Siamo Vittime Di Una Dittatura Finanziaria

Tragicomico
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dittatura-finanziariaStiamo vivendo una vera e propria dittatura finanziaria da parte di uno Stato che ci chiede ogni anno di fare più sacrifici, ma in cambio, ci offre servizi sempre più scadenti. Nella Sanità, come nelle Scuole, le strutture sono fatiscenti e a rischio di crollo, la spazzatura in parecchie città ormai fa parte dell’arredamento urbano e la sicurezza dei cittadini è messa sempre più a repentaglio con i tagli alle forze dell’ordine. Tasse pagate, ma dove sono i nostri servizi?

A cosa serve spendere 14miliardi per 90 cacciabombardieri F35 quando non si è in grado di assicurare la sicurezza al tabaccaio o al benzinaio che paga regolarmente le tasse? E poi, non eravamo pacifisti? Basta guardarsi attorno per strada per avere l’impressione che in questo Paese sia l’illegalità a farla da padrona. E guarda caso in parlamento vedo parecchi soggetti che della legalità se ne fregano. Vedo asili, scuole e strutture sanitarie inefficienti eppure vengono spesi in continuazione miliardi pubblici per opere come il TAV, L’Expo e il Mose. A questo punto mi domando che senso abbia continuare a fare sacrifici ogni anno, per pagare le tasse, se poi i problemi che si ripresentano sono sempre gli stessi e gli unici ad essere salvaguardati sono (guarda caso!) gli istituti bancari con gli appositi decreti salva-banche.

Una situazione davvero tragicomica, in cui sembriamo essere vittime di una dittatura finanziaria, con gli agricoltori in balia dei mercati, che fanno sacrifici per produrre merce che vale sempre meno, mentre le tasse aumentano sempre di più. Se invece di pagare miliardi per le guerre “di pace” degli ultimi decenni, si fossero usati questi soldi per mettere in sicurezza e per isolare termicamente le case esistenti, adesso le case degli italiani non solo sarebbero più sicure, ma anche autosufficienti e il consumo di gas per riscaldarle e di energia per rinfrescarle, sarebbe estremamente ridotto. Senza contare che per questi lavori sarebbero stati creati numerosi posti di lavoro, per gente che con quel stipendio avrebbe potuto sfamarsi, anziché spendere miliardi in opere molto discutibili.

I sacrifici si fanno per ottenere progressi e risultati durevoli, non per pagare le guerre dall’altra parte del mondo. E invece i nostri sacrifici sono vani, inutili, perché nulla tende a migliorare, i servizi sono sempre più scadenti e tendenzialmente inesistenti. Siamo vittime di una dittatura finanziaria che per pagare debiti sempre crescenti ci richiede sacrifici sempre maggiori per poi darci in cambio sempre le stesse cose, anzi di meno. Da anni giriamo in un vortice che sembra non avere mai fine, per un debito pubblico del quale noi cittadini non siamo neanche responsabili.

crescita-economica-morteLa verità è che questo sistema economico non funziona, perché è un sistema che si basa sulla crescita costante dei consumi, ma non può esserci una crescita all’infinito, prima o poi era prevedibile e logico che la curva in crescita dei consumi si sarebbe stabilizzata, per poi scendere nuovamente. È di fatti è ciò che sta succedendo: i consumi sono in calo!

Ma ciò che mi preoccupa è che nessuno vuole farsene una ragione, tutti rincorrono ancora la crescita economica e non hanno capito che è proprio la crescita la causa di tutto, e questo stesso sistema finanziario la stiamo lasciando in eredità alle prossime generazioni future. Un sistema economico basato sul debito pubblico non può far altro che generare dei debitori pubblici, cioè noi, vittime di questa dittatura finanziaria. È un sistema semplicemente insostenibile dal punto di vista sociale, economico ed ecologico.

Abbiamo dimostrato più volte di essere un popolo a cui i sacrifici non spaventano, ma questi sforzi che vengono prodotti devono essere gestiti con intelligenza, devono essere mirati al conseguimento di un obiettivo sociale, di tutti, e non per continuare ad ingrassare le tasche di impresari, politici e finanzieri, che inseguono sistemi di sviluppo ormai obsoleti, che non hanno prospettive di miglioramenti nel futuro.

È inutile continuare a vivere nella speranza e nell’illusione, perché se anche domani ci fosse un nuovo boom di crescita economica, quindi un rialzo dei consumi, questa volta non saranno i nostri politici a ricordarci che dobbiamo fare ancora più sacrifici, ma sarà la natura stessa a chiedere il nostro sacrificio, con malattie sempre più mortali a causa del cibo sempre più spazzatura, con risorse dimezzate che causeranno nuovi conflitti mondiali per chi dovrà appropriarsene. Tolstoj disse: “Tutti vogliono cambiare l’umanità, ma nessuno vuole cambiare se stesso” e aveva perfettamente ragione, perché in questa società molti parlano di rivoluzione, di occupare le piazze e alzare la voce contro questa dittatura finanziaria, ma pochi hanno capito che la rivoluzione inizia prima nella sfera personale e poi nelle piazze!

Manifestare è un diritto di tutti, questo non lo metto in dubbio, ma bisogna lottare per le cause e non per le conseguenze. Se oggi non siamo più cittadini, non siamo più persone ma siamo consumatori, è una conseguenza, ma la causa é proprio tutto quel benessere che noi tutti oggi consumiamo, quella crescita economica che tanto osanniamo. La soluzione è tutta in una parola, “decrescita”, perché solo attraverso la decrescita potremo adottare un nuovo modello sociale, economico e culturale che sia sostenibile, cioè che preveda un futuro per noi e le prossime generazioni.

george-orwell-1984-citazione-fraseTutte le convinzioni, i costumi, i gusti, le emozioni, gli atteggiamenti mentali che caratterizzano il nostro tempo sono stati in realtà programmati al solo fine di sostenere la mistica del Partito e impedire che venga colta la vera natura della società contemporanea. Le masse non si ribellano mai in maniera spontanea, e non si ribellano perché sono oppresse. In realtà, fino a quando non si consente loro di poter fare confronti, non acquisiscono neanche coscienza di essere oppresse.

Il lavoro pesante, la cura della casa e dei bambini, le futili beghe coi vicini, il cinema, il calcio, la birra e soprattutto le scommesse, limitano il loro orizzonte. Tenerli sotto controllo non è difficile. Perfino quando in mezzo a loro serpeggia il malcontento questo scontento non ha sbocchi, perché privi come sono di una visione generale dei fatti, finiscono per convogliarlo su rivendicazioni assolutamente secondarie. Non riescono mai ad avere consapevolezza dei problemi più grandi.” (George Orwell1984”)

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