Più Cultura Meno Profughi

Tragicomico
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cultura-africa-meno-profughi-scuolaPiù cultura meno profughi” è il messaggio che mi sento di lanciare dinnanzi all’ennesima ecatombe avvenuta nel mediterraneo, e che pone il nostro paese davanti ad una questione che sembra essere “irrisolvibile”.. ma in verità ogni problema ha la sua soluzione, se viene analizzato alla radice. Cosa voglio dire con “più cultura meno profughi”? Semplice, la diffusione della cultura, intesa come informazione reale, nei paesi Africani ( e non solo quelli!) può essere molto più importante di qualsiasi altro supporto umanitario. Loro non hanno meno di noi, semplicemente sono più sfruttati di noi, questo li impoverisce e arricchisce l’occidente. Il problema che abbiamo davanti è immenso e in gran parte l’abbiamo creato noi, noi occidentali, i ricchi, anche se in verità siamo dei “pezzenti” sotto il profilo intellettuale, politico e morale. L’Africa ha le risorse umane e materiali per autosostenersi, può divenire forte e indipendente, ma sono proprio le sue risorse (petrolio, diamanti, oro) a rendere conveniente un’instabilità sociale, e se non c’è instabilità ci pensiamo noi occidentali a crearla, con il “vizio” di esportare a tutti i costi il nostro modello di democrazia. La fame e l’ignoranza, in questi paesi, fanno comodo a chi estrae oro e petrolio, a chi ruba preziose risorse. Gli aiuti umanitari rammolliscono il popolo rendendolo schiavo della mano altrui, in sostanza, lo addomesticano.

È vero che non possiamo impedire a un essere umano di portare le gambe dove vuole, ma possiamo cercare di capire cosa lui crede di conoscere del posto dove vuole recarsi, o se è influenzato da altri a recarsi. Si può cercare di capire se ha le informazioni corrette, e magari fornirgliele, attraverso la cultura, l’informazione, in altre parole, raccontandogli la verità! Senza la “conoscenza” ogni viaggio diventa un viaggio di speranza, e purtroppo, di morte. Lo so che sembra fantascienza, ma noi occidentali, che abbiamo più “mezzi” per andare da un continente all’altro, e per divulgare più facilmente e velocemente l’informazione, dovremmo in qualche modo raggiungere gli africani e spiegargli come stanno le cose qua in occidente. Raccontare la vita pietosa e piena di frustrazione di tanti altri africani che sono approdati nel nostro continente, lo sfruttamento in atto, la questione razziale, senza dimenticare di evidenziare l’alto tasso di rischio di queste attraversate con i barconi guidati da scafisti senz’anima.

Il problema non è quanto uno ha, ma quante cose sa. Uno può anche essere estremamente povero, ma se sapesse da dove viene la sua povertà, non solo probabilmente non si recherebbe in altri luoghi della Terra, ma riuscirebbe forse anche a modificare, insieme ai suoi simili, le condizioni dell’angolo di Terra dove è nato e cresciuto. Questo concetto è di fondamentale importanza, perché aiuta a capire che non ha senso di spostare delle persone da una parte all’altra del globo per trattarle allo stesso modo. È vero che molti fuggono da guerre e carestie per non morire, ma è anche vero che molti scappano anche se non c’è una guerra in atto e nemmeno una situazione tragica di fame, si scappa perché si “pensa” di stare meglio di là, salvo poi ritrovarsi tutto il giorno, al freddo o al sole, ad elemosinare accanto ad un lampione. È chiaro che nessuno gli aveva spiegato a cosa andasse incontro.

E noi cosa facciamo per aiutarli? Gli mandiamo colonizzatori spirituali a cercare di imporre i nostri dei, finanziamo rivolte interne in modo da destabilizzare i governi e assumerne il controllo, saccheggiamo le loro risorse economiche e culturali. La soluzione sarebbe acculturarli, più cultura meno profughi, invece di mandare solo medicine e cibo come aiuti umanitari si comincino a mandare anche libri, mezzi per facilitare l’informazione (quella vera!) e una volta raggiunta la massa critica potrebbero ribellarsi e cercare di rendere migliore il loro paese. Naturalmente mi auspico che ciò avvenga anche per l’Italia!

La cultura non è un lusso, è una necessità.Gao Xingjian

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