Cambiare Il Modello Educativo: L’Insegnante Diventa Maestro Di Vita

Tragicomico
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modello educativo maestro di vitaÈ giunto il momento di cambiare radicalmente il modello educativo perpetrato attraverso quell’istituzione che viene chiamata “scuola”. È tempo di evolvere, di smettere di usare i cervelli degli alunni come degli hard disk per cercare di immagazzinare il maggior numero di dati e nozioni spesso inutili e false. Che senso ha? Che tipo di educazione è? L’Universo insieme agli esseri umani segue il flusso evolutivo della vita. È impensabile poter restare radicati nei concetti e nei modelli, soprattutto in questo nuovo Millennio che rappresenta anche l’entrata nella nuova Era, un’Era in cui la solidarietà, l’apertura delle idee, e lo sviluppo di nuove tecnologie saranno le caratteristiche e i valori fondamentali per l’evoluzione cosmica.

L’ossessione di molti insegnanti è quella di dover/voler rispettare il programma da svolgere durante l’anno scolastico, costi quel che costi, senza tener conto dello sviluppo e della formazione degli allievi. Questi bambini/ragazzi, non devono più essere visti come dei contenitori da riempire mediante informazioni provenienti da chissà quale “versione ufficiale”, ma gli insegnanti dovrebbero trasformarsi in veri e propri Maestri di Vita, curando l’intelletto, le emozioni e il talento di ogni creatura umana. Il Maestro deve tornare ad essere un esempio di vita, non un dispensatore di verità altrui.

L’attività intellettuale andrebbe limitata a poche ore settimanali, soprattutto nei primi anni di scuola, dando maggior risalto ad attività come disegno, pittura, modellato, musica. Basta con questi bambini bombardati da ore ed ore di insegnamento, da zainetti carichi come un sacco pieno di mattoni. La cultura non è un peso, è risorsa e crescita.

Bisogna puntare sulla collaborazione tra gli alunni, sviluppare l’intuizione, la volontà, l’iniziativa, e far comprendere ai ragazzi il valore della scelta e della partecipazione.
Depenniamo i voti e le pagelle, almeno per le elementari e le medie. La scuola non è competizione, non può esistere la bocciatura che naturalmente è correlata all’ansia e alla preoccupazione. Bisogna far sì che questi ragazzi abbiano interesse, motivazione e piacere per lo studio.

La scuola non è una fabbrica, ma la sua struttura che conosciamo tutt’ora nasce proprio da lì, quando lo scopo era quello di creare operai sapienti che fossero in grado lavorare nelle fabbriche. Ancora oggi il modello educativo della scuola è quello di istruire la massa, renderla omologata al sapere comune: il principale obiettivo è che alla fine del ciclo scolastico l’allievo sappia ripetere a memoria un certo numero di nozioni.

Il sistema educativo è troppo statico e c’è poco spazio per la creatività.
Per questo l’istituzione scolastica ha un grande lavoro da fare: accendere una luce di cambiamento e porre al centro del nuovo modello l’insegnante, ovvero la figura del Maestro, e non più il logoro ed ansioso programma scolastico. Su questa linea di pensiero, per un nuovo modello educativo, si sono allineati anche molti docenti, che in questa nuova Era vogliono cambiare il metodo educativo e respirano l’aria del Risveglio. Ricordiamoci che l’insegnamento è un’arte sacra e come tale va interpretata.

Vorrei chiudere con un pensiero dello scrittore francese Daniel Pennac, proprio al riguardo dei voti, un’arma tanto temuta dagli alunni, quanto abusata dagli insegnanti:

Il Voto, la malattia infantile dell’educazione. Il voto è la sorgente della paura preventiva, quella che ci portiamo dietro e che non se ne va più. Il voto è la valutazione. È il giudizio. È il sospetto che si annida dentro l’alunno, dentro il maestro. Il voto è la vergogna dell’essere somaro. E genera la vergogna dei genitori. È la vergogna e la resa di un insegnante. È per ultimo la resa di un’intera società. Che finisce solo per preoccuparsi dell’identità, dell’immagine. Di un fantasma.”
(Daniel Pennac – “Diario di scuola“)

Personalmente appenderei una targa con questo pensiero di Pennac all’entrata di ogni scuola.

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