Bambini annientati dai dispositivi elettronici, bambini annoiati, bambini che non giocano e non si divertono più. Bambini che passano gran parte del loro tempo in luoghi chiusi, come chiuso diventa il loro carattere. Il mondo dei bambini, che dovrebbe essere un mondo colorato, vivace, pieno di fantasia e di creatività, sta diventano un mondo tetro, rischioso, spento, un mondo nel quale rinchiudersi e perdere ogni contatto con la realtà. Del resto se l’aumento complessivo degli utenti di neuropsichiatria infantile negli ultimi 5 anni è stato pari al 45%, così come in forte ascesa è l’allarmante fenomeno Hikikomori, allora ci sarà pure un motivo scatenante. E, a mio avviso, gran parte della causa sta nell’assenza di una condotta naturale per questi bambini.
Gran parte dei bambini non sa fare più un capriola, correre a perdifiato, andare in bici, arrampicarsi su di un albero, saltare su una gamba. Zero contatti con la natura e con i propri coetanei. Non esplorano e non sperimentano nuove attività. La routine li avvolge, interi pomeriggi a casa, davanti alla televisione, al computer o tablet, tra giochi virtuali e social. Bambini silenziosi, iperconnessi, con la tecnologia che fa da baby-sitter per la felicità dei genitori che non devono darsi troppo da fare nel fare, appunto, il genitore.
Che ricordi d’infanzia potranno mai avere questi bambini, quali ricordi di esperienze e divertimenti legati ai giochi all’aria aperta o di momenti di condivisione con altri coetanei? In compenso, però, avranno interi book fotografici, da quando erano nel pancione, poi appena nati, foto di bambini usati come soprammobili, per immortalare la famiglia felice, fino a quando non saranno in grado di farsi i selfie da soli.
Un tempo la società in cui viviamo offriva molti più spazi per i bambini, la strada stessa era un habitat del tutto naturale dove crescere. Adesso, invece, sono sempre più le piazze, i giardini condominiali, i cortili e i parchi che vietano e regolamentano le attività all’aperto: niente giochi! Altrimenti si fa troppo rumore, troppe risa, troppe grida che andrebbero a disturbare la gente sempre più stressata, nervosa e rincoglionita. Per non parlare di quelle mamme isteriche che alla prima corsa del bambino gli urlano dietro di fermarsi, onde evitare che possa accumulare due goccioline di sudore.
Non è un caso, infatti, se molti bambini non sanno più correre, ragazzetti che fanno a piedi solo pochi metri al giorno, imbalsamati con i loro dispostivi in mano. La conseguenza di questa staticità è evidente: loro muscolatura è diventata poco tonica e crea problemi di postura. Pochi minuti in piedi e devono sedersi, sono già stanchi. Con lo smartphone in mano naturalmente. Giovani privi di forza fisica o della capacità di usarla. Eccoci pronti, quindi, per accogliere generazioni di giovani debosciati, svogliati, giovani che con tutte le loro preoccupazioni salutiste si sentono, e sono, già vecchi.
La mancanza di spazi di libero gioco, e l’assenza di sprono da parte dei genitori, diventano causa e conseguenza della scarsa efficienza fisica dei bambini, della fragilità psichica e dell’assenza di giochi e divertimento. Così la tecnologia irrompe nelle loro vite, stanno lì, ore e ore, seduti sul divano o sdraiati nel letto, a trafficare con dispositivi che offrono loro ogni tipo di coinvolgimento virtuale, ma che li allontanano sempre più dalla realtà. E mi domando: questi bambini quando giocano per davvero? Quando staranno a contatto con i loro simili per ridere a crepapelle e scherzare? Quando si divertiranno come se non ci fosse un domani?
C’è poi un’altra categoria di bambini, una minoranza a dire il vero, che non hanno tempo per giocare e divertirsi. Mi riferisco a quei bambini costretti a vivere una vita da stachanovisti: a scuola, a nuoto, corso d’inglese, calcio, tennis, saggio di danza, poi di corsa a casa a fare i compiti, poi a cena e poi a letto a dormire. E il giorno dopo si ricomincia. In pratica non fanno una vita da bambini, ma sono diventati a tutti gli effetti degli adulti precoci. Infatti spesso parlano come gli adulti, vivono molte ore a contatto con gli adulti e ciò che è peggio è il fatto che questi bambini vengono trattati da adulti. Dov’è finito il gioco e il divertimento per loro? Dov’è finita la spensieratezza e il tempo per fantasticare?
“Bambini che masticano l’inglese ed eccellono con lo smartphone
ma che non sanno cosa significhi correre sotto la pioggia e scivolare nel fango,
che non hanno tempo libero, che non conoscono la noia.”
Dal mio libro “Schiavi del Tempo“
Forse è arrivato il momento di fare il punto della situazione, prima che sia davvero troppo tardi. Bisogna fare in modo che questi bambini non crescano incollati ad uno schermo e “divertirsi” passivamente con il personaggio virtuale di turno, e allo stesso tempo, non bisogna caricarli di troppe attività e responsabilità. Credo che ci sia il bisogno di restituire ai bambini quel senso di libertà che solo il gioco può darti, fornendo loro quell’aspetto importante e soprattutto divertente dell’infanzia che è giocare utilizzando la propria fantasia, la propria inventiva, spronare la creatività, dare spazio alle idee, ai movimenti, ai pensieri, gusti e preferenze. Perché un conto è giocare liberamente seguendo il proprio istinto, diversamente, fare movimenti forzati e obbligati in un’età prematura può portare a conseguenze negative sia sull’aspetto caratteriale e che in quello fisico.
Solo nella piena libertà di gioco i bambini potranno sviluppare quelle che in futuro potrebbero essere le loro capacità e tendenze. E se pensiamo a quelle che sono le nostre capacità, scopriremo come gran parte di esse siano nate dai nostri giochi e dal nostro modo di giocare, divertendoci.
Il gioco inteso come divertimento, come scoperta, ha un alto valore evolutivo, perché stimola cognitivamente il bambino e permette l’accesso al suo mondo interiore. Il gioco diventa per il bambino il fertilizzante per una crescita forte e sana, attraverso il gioco sperimenta capacità e scopre se stesso. Il gioco è e deve essere un diritto inviolabile per i bambini. Ecco perché è doveroso lanciare un allarme, affinché la società torni a dare importanza a quel mondo dell’infanzia che è fatto di richieste ludiche: perché bambini che non giocano, che non corrono, che non si divertono fra loro, sono bambini senza un’infanzia, senza identità, bambini che hanno perso il sorriso già prima di crescere!
“Il gioco è la medicina più grande.” Lao Tse
6 commenti
è tutto verissimo
le mie bimbe arrivano a casa stanche e si piazzano davanti alla tv e non giocano più.
Questo è molto triste..ma non so come risolverlo.
Ciao Francesca, purtroppo capisco che non è facile porre rimedio quando certe abitudini si sono ormai radicate. Credo, però, che non bisogna arrendersi e dovresti continuare a stimolare le tue bimbe con nuovi giochi e nuove attività che non prevedano schermi e display. Trascorrere del tempo fuori casa potrebbe essere un ottimo modo per tenerle lontane da quei maledetti schermi. Oppure cercare di trasmettere loro delle passioni sane, come il disegno, la musica .. o adottare un amico a 4 zampe che sicuramente saprà come attirare le loro attenzioni. I miei, naturalmente, sono soltanto dei consigli.
Hai veramente ragione.. Io sono una ragazza di 14 anni, adoro stare all’aperto o leggere magari, ma questo mi fa rimanere sempre da sola, perché le mie amiche hanno passioni diverse come ad asempio i social… E non gli interessa andarsi a fare una passeggiata o magari giocare con la palla insieme.. Spero tanto di trovare una ragazza con interessi simili a me.
Ciao Giorgia, capisco quelle che sono le tue difficoltà nell’interagire che le tue amiche, tutte prese da “passioni” diverse dalle tue. Il mio consiglio è: non scoraggiarti, prova a scuoterle, invitale in qualcosa che possa essere una via di mezzo, ad esempio una passeggiata per raggiungere una bella postazione da cui ammirare un tramonto stupendo, fotografabile per loro, pieno di poesia per te 😉
Caro,
si lotta contro i mulini a vento: la lobby dei videogiochi è terribilmente potente, le ricerche sui danni sono insabbiate, per un sito come il tuo ce ne sono 100 di gamers, gaming e tutte queste idiozie che stanno rovinando generazioni su generazioni. Saranno contenti psicologi e spacciatori. Io sono angosciato.
Dopotutto un popolo distratto è un popolo facile da manovrare, meglio ancora se lo si lascia sguazzare in un recinto fatto di fango e ignoranza. Quindi, perché non iniziare dalle generazioni più giovani?