Anziani Soli E Abbandonati: Siamo Una Generazione Priva Della Memoria Storica Dei Nonni

Tragicomico
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Anziani soli, talvolta maltrattati, anziani che vivono in uno stato di disinteresse generale, abbandonati dalla società e lasciati al proprio destino come canne al vento. Nonni silenziosi, che parlano al sole quando gli va bene, oppure ricamano quadri di fantasia sull’intonaco ormai marcio delle quattro mura che sono costretti a chiamare amiche.  

Eppure, una volta, c’era un tempo nel quale i nonni non erano degli scatoloni abbandonati, erano scatole piene, traboccanti, dalle quali attingere a piene mani, a seconda delle esigenze. Anziani che con i loro ricordi e il loro sapere mantenevano in vita anche ciò che ci aveva preceduto e lasciato. Mantenevano in vita parole, poesie, ricordi, saggezza, profumi, sapori e raccontavano la storia, quella vera, vissuta sulla propria pelle e vista con i propri occhi.

Non erano anziani soli, vivevano nell’ambiente famigliare, erano punti di riferimento per figli e nipoti, rocce pronte ad affrontare qualsiasi tempesta senza muoversi di un centimetro. Nonni cresciuti a pane e vita senza neanche aver studiato molto, ma possedevano quella coscienza ormai dimenticata riposta nel valore emotivo della famiglia e pregna del valore storico della conoscenza. Diventavano così maestri ed educatori, per trasmettere ai più giovani quella memoria storica capace di costruire cittadini che sentano e vivano i valori che a essi sono stati trasmessi, per carpire il grande frutto dell’esperienza vissuta: alcune volte tragica, alcune volte esaltante, a volte indotta e altre dal sapore ribelle.

Oggi, questi stessi anziani, queste fonti di ricchezza – anche economica – e di saggezza, che un tempo chiamavamo nonni, finiscono i loro ultimi anni di vita nella solitudine, nell’abbandono e nel disagio più totale. I più fortunati in case di riposo con rette da capogiro. Vittime di un sistema che ha deciso che non c’è più posto per gli ultimi, per i malati, per chi non riesce a stare al passo coi tempi – Tempi Moderni direbbe Chaplin. Vittime di una società che, vinta dal ritmo del successo e dal superamento dei valori passati, trascura quelli più intimi e tradizionali, per effetto di un’evoluzione umana sempre più terrificante.

 “Anziani dimenticati, derisi e umiliati, che lasciamo morire da soli senza un volto amato
che li accompagni durante il Grande Passaggio.
Dal mio libroSchiavi del Tempo

Guardiamoci in faccia e diciamocelo chiaramente: viviamo in una società senza scrupoli, che emargina e discrimina le persone quando queste, dopo una vita di duro lavoro, non servono più, anzi vengono considerate a tutti gli effetti una zavorra per un apparato socio-economico sempre più orientato a produrre ricchezza e sempre meno disponibile a sostenere coloro che, dopo aver dato, non possono più produrre e hanno poco da consumare. Altro che esseri umani, siamo diventati esseri usati e gettati.

È anche vero che molti anziani, per via delle polipatologie cronico-degenerative e cronico-invalidanti sempre in aumento,  necessitano di cure e di professionisti al loro fianco, capaci di curarli e sostenerli. Ma anche in questo caso l’abbandono non è giustificato. Per una persona anziana l’abitazione, l’essere circondata da volti conosciuti, è una parte importante della loro quotidianità e con l’avanzare degli anni acquisisce sempre maggiore importanza. Lo stesso Papa Francesco, tempo fa, ha portato all’attenzione generale il tema degli anziani e delle case di riposo. A tal proposito ha dichiarato: “Abbandonare gli anziani è peccato mortale“.

Una pratica, quella dell’abbandono degli anziani, che era diffusa millenni fa, quando il senilicidio si manifestava nelle società nomadi di cacciatori-raccoglitori. L’anziano malato in quel caso diventava un pericolo per quelle tribù che vivevano in territori particolarmente ostili, regioni in cui la sopravvivenza della comunità poteva essere messa a dura prova dalla presenza di un solo elemento inabile o poco utile alle attività quotidiane.

Ma nella nostra società progressista, che ha tutto, e tutto tritura e consuma, quale “pericolo” rappresentano gli anziani? Sono forse diventati un ostacolo per il nostro tempo mai sufficiente, un intralcio nella nostra folle corsa del mondo postmoderno? Del resto, se non abbiamo tempo per noi stessi, per i nostri figli, per ascoltare gli amici, se non abbiamo tempo per coltivare le nostre passioni, inseguire i nostri sogni, per fare l’amore con lentezza, come possiamo avere del tempo per i nostri nonni, per guardare la tv con loro, per camminare alla loro stessa velocità e soprattutto, per stare lì ad ascoltarli?

Et voilà: anziani soli,  nonni dimenticati, con addosso la “malattia” più grave: l’abbandono. L’ingiustizia più grande che una persona anziana possa subire, dopo tutto quello che ha dato, dopo il suo contributo da cittadino, viene abbandonata proprio quando ha bisogno del nostro aiuto, del nostro amore e del nostro tempo.  Pensate che in Giappone sono molti gli anziani a preferire la galera al destino crudele della solitudine da abbandono. Così ti ritrovi l’anziano che rubacchia qualcosa per finire in una comunità, quella carceraria, che non sarà la più confortevole delle situazioni, ma certamente migliore di un’esistenza vuota e solitaria.

Andrà tutto bene” era lo slogan durante la fase di lockdown che abbiamo superato. Una regola che, a quanto pare, non vale per gli anziani soli, sempre più abbandonati come oggetti nelle residenze sanitarie assistenziali (rsa), sempre più imprigionati, legati, a tal punto da tirare in ballo quella parola, “lager”,  che rievoca memorie storiche terrificanti. Proprio quelle memorie storiche che noi, come generazione, stiamo perdendo giorno dopo giorno, insieme alla nostra identità, alla cultura e alle tradizioni che i nostri cari nonni ci avrebbero voluto raccontare ancora una volta; se solo avessimo avuto il tempo di ascoltarli.

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10 commenti

Enrico Semeraro 6 Novembre 2020 - 0:05

Un saluto da Enrico Semeraro di Alberobello, molto curioso il suo sito, ovviamente io ho i miei punti di vista della vita, così ne ha certamente lei che ne espone qui sul blog. Posso essere anche in alcuni punti contrario.

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Tragicomico 7 Novembre 2020 - 14:32

Certo che puo’, anzi deve! Un caro saluto.

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Marina Gasparotto 21 Dicembre 2020 - 11:44

Buongiorno, ho letto il suo libro, interessante . Mi sento in parte una “mosca bianca” e condivido in gran parte i suoi pensieri. Il tempo si spreca inutilmente e non si riesce a trovare un attimo da dedicare agli anziani che sono la nostra memoria. Spero che molti lo leggano e ne trovino spunto per creare un mondo migliore .

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Tragicomico 21 Dicembre 2020 - 14:44

Grazie Marina, è sempre un onore per me quando la lettura di “Schiavi del Tempo” viene reputata come interessante. Lo scopo del libro è proprio quello di suscitare interesse e riflessioni verso un argomento fin troppo dimenticato, come il nostro tempo. E in questo particolare periodo storico, tutti noi dovremmo donare un pezzettino del nostro tempo verso chi è più solo ed emarginato, come gli anziani costretti, ancor più di noi, a rimanere chiusi in casa o in una qualche struttura sanitaria. Dalle piccole azioni quotidiane si può tentare di costruire un mondo migliore.

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vale 9 Giugno 2021 - 7:48

Questo dell abbandono degli anziani sta diventando un grosso problema. Certamente problema anche etico, morale e spirituale. Ci vorrebbe un programma serio di assistenza domiciliare h24 che includesse l assistenza Solo in casa all anziano, quindi nella sua casa di origine dove si sente a suo agio e non abbandonato, e una serie di badanti che a turno, oltre ovviamente le visite dei figli, viene a creare un clima di accoglienza intorno al malato o anziano..
Ma questo lo Stato non ci ha pensato. La società è diversa rispetto ad un tempo, i figli lavorano, e sono anche più stressati psicologicamente, rispetto agli antichi, e per questo non riescono più.. il mondo, la Società, il MODERNISMO, che ha creato da un lato benessere, dall altro ci sta causando questo.. perché lasciare un anziano così in una casa di cura, che per quanto bella può essere, per quante attività ricreative facciano (che danno pure fastidio all anziano che vorrebbe pace e non feste e confusione) non è certo la soluzione … ma intanto ci sono situazioni che non permettono di tenere l anziano a casa, a meno ché l anziano non abbia bisogno di svegliare tutte le notti, che non arrivi davanti al water facendosi ogni sera pipi’ o feci addosso.. perché li diventa difficile quando un anziano è obeso e difficile anche solo da gestire, sollevare, muovere per pulirlo. .. una persona non c è la fa, e perfino la badante ogni notte diventa costoso perché la messa in regola, obbligatoria, è veramente costosa, se si chiama singolarmente una psrsona. per questo secondo me ci vorrebbe una struttura che si occupa di questo che offre un servizio anziche’ dentro una casa di cura, la casa di cura diventa la casa dell anziano… e alternare più badanti a ciclo.. per dare tregua un po’ a tutte e tutti.. lo Stato, dovrebbe garantire stipendio ai dipendenti che lavorano in case di anziani e non che i singoli debbano possedere ricchi stupendi per poter permettersi due badanti insieme..
Forse si sono posti poco questo problema, ma ancora lo Stato non offre soluzioni Fattibili ai cittadini bisognosi di aiuto.

Spero le cose cambino ma non so.. c è poca conoscenza di questo problema…
È un problema dell intera società moderna, che riguarda tutti, non solo i singoli figli, che a volte, veramente, anche se non vorrebbero, non riescono a trovare una soluzione adeguata per mancanza di soluzioni fattibili economicamente parlando. Perché poi è sempre quello il problema.. la mancanza di denaro. Chi può permetterselo, può pagare due badanti che si alternano giorno e notte.. ma gli altri? Ecco perché dovrebbe venire in aiuto lo Stato, e tariffare questi servizi facendo una tariffazione che può venire incontro a tutti, pagando Statalmente le badanti che si alternano e quindi sarebbero anche meno stressate, anziché lavorare h24, potrebbero darsi dei cambi e dei turni, e dare molto lavoro a “ciclo” a tantissime persone badanti.

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Tragicomico 9 Giugno 2021 - 18:49

Con il tuo commento hai descritto in maniera fedele una triste realtà che molti anziani vivono ogni santo giorno, soli e abbandonati a se stessi, lasciati morire senza dignità, dopo aver contribuito al mantenimento materiale, morale e spirituale di questa società ormai allo sbando. E se permette, aggiungerei che ci sono anche anziani senza figli, senza aiuto, dimenticati, con una pensione da fame, lì veramente si è toccato il fondo come umanità, più che come società.

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Giusy 13 Settembre 2021 - 16:38

Vorrei portare ad esempio la mia testimonianza. Sono figlia di due genitori anziani (98e 90anni) la mamma oltretutto è ammalata di Alzheimer con tutte le problematiche annesse …. sarebbe stato semplice x me metterli in una Rsa ma se l’avessi fatto , il rimorso E la pena mi avrebbero distrutta ! Ho cercato x tanto tempo una badante a loro gradita ( ne abbiamo cambiato più di una decina) poi finalmente è arrivata quella giusta ! Sorridente affettuosa paziente ! Una di famiglia! Io comunque vado tutti i giorni a trovarli ! Non li abbandonerei x nulla al mondo ! Eppure non sono figlia unica ….. ho una sorella che avrebbe dovuto condividere con me questo impegno …ma ha preferito sparire nel nulla ! Ho sofferto tanto x questo ! Poi mi sono rassegnata ! Non tutti sono capaci di affetto , riconoscenza x ciò che hanno avuto ! Io sono felice di averli accanto finché Dio vorrà !

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Tragicomico 14 Settembre 2021 - 9:13

Che meraviglia, grazie per questa tua testimonianza Giusy, l’affetto dei nostri cari, seppur malati, seppur anziani, è uno dei beni più preziosi che abbiamo, ecco perchè vanno custoditi e non abbandonati. Un giorno lasceranno un grande vuoto intorno a noi, non anticipiamo i tempi, viviamo la loro lentezza, proviamo ad ascoltare ancora una volta le loro storie, i loro lamenti e fa niente se sono storie già sentite, il bello è essere lì, in quel momento, accanto a loro, anche solo per ascoltarli respirare, per uno scambio di sguardi. La vita, a quell’età, è tutta racchiusa nel nocciolo dell’esistenza, nell’essenzialità delle cose, quelle che per troppo tempo diamo per scontate. Un abbraccio.

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Chiara 26 Novembre 2021 - 19:44

Non è scontato che ad avere figli si eviterà l’abbandono in tarda età. Ci sono tristi storie di anziani lasciati soli, eppure avevano più di un figlio. Nella mia esperienza, ho dato aiuto a mia mamma per il tempo che è stato necessario e assecondando il suo costante desiderio di autonomia a fronte di una crescente necessità di assistenza, calibrata nel rispetto dei suoi desideri. Lo rifarei e considero un privilegio averli potuto fare. Poco importa che i miei fratelli si siano defilati. “Meno male che ci sei tu”, con queste parole mia mamma ha spazzato via tutte le incomprensioni che non sono mancate nel nostro rapporto. Mi ha messo al mondo, accudito ed educato, è il minimo che potessi fare per lei, per gratitudine, affetto e dovere morale.

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Tragicomico 28 Novembre 2021 - 12:41

Grazie Chiara, per questo spezzone di vita vissuta, uno specchio di una quotidianità che si ripete in tante famiglie, dove ci sono figli “troppo impegnati” per custodire i propri cari, oppure anziani soli che ormai non interessano più a nessuno, perché non facente più parte di quel maledetto ingranaggio messo in moto dalla produttività del nostro sistema. Se non produci, se non consumi, allora non servi, meglio che te ne stai in dispare e ti spegni lentamente. È questa la triste realtà nella quale siamo immersi e troppa gente fa finta di non vederla, preferisce girare la testa dall’altra parte e cullarsi all’idea di avere impegni inderogabili da affrontare. Ma la vita presenterà sempre il suo conto, prima o poi.

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