Senza Crisi Non Ci Sono Sfide – Il Pensiero Di Albert Einstein

Tragicomico
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La parola “crisi” oggigiorno manda letteralmente in crisi, e talvolta nel panico, la maggior parte delle persone. Crisi economica, crisi sentimentale, crisi lavorativa, crisi mondiale. Siamo ossessionati da questa voce, come se rappresentasse il male più estremo in una società che non ammette imperfezioni, cambi di direzione e nuove possibilità di realizzazione personale. In altre parole, la crisi serve, subdolamente, per tenere gli individui legati alla stessa direzione, ancora più saldi, come se i binari su cui viaggiano fossero gli unici binari disponibili.
Direzione a senso unico.
Destinazione: baratro.

Ma per la teoria degli opposti trovo molto interessante e godibile il pensiero al riguardo della crisi scritto da Albert Einstein nel libro “Come io vedo il mondo”, un’antologia pubblicata nel 1934 e che aveva lo scopo di far conoscere “l’uomo” Einstein, al di là dei suoi straordinari studi e teorie nel campo della fisica. Un uomo che afferma di amare la vita semplice, che è ostile alle differenze di classe e offre il suo pensiero sul pacifismo, sull’irrazionalismo, sulla cooperazione umana e sulla lotta per combattere il dolore e l’ignoranza. Proprio affrontando questo argomento, Einstein ci offre le sue considerazioni sul concetto di “crisi”.

Smettiamola di pretendere che le cose cambino, mentre noi continuiamo a fare le stesse cose.
Una crisi può essere una vera benedizione per chiunque, per le persone e per le nazioni. Perché dalle crisi scaturiscono progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno dalla notte oscura. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte, le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere ‘superato’.
Chi attribuisce un suo fallimento alla crisi, trascura il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. Solo l’incompetenza è vera crisi. Il maggiore svantaggio di persone e nazioni è la pigrizia con cui si affronta la ricerca di una soluzione ai problemi.
Senza crisi non ci sono sfide. E senza sfide, la vita diventa routine: una lenta agonia. Non c’è neanche merito senza crisi. È in momenti di crisi che abbiamo la possibilità di mostrare quanto di meglio c’è in noi. Senza crisi, ogni vento cede alla bonaccia. Nella crisi emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlarne significa incrementarla. Non parlarne significa esaltare il conformismo. Piuttosto, lavoriamo duro. E fermiamo, una volta per tutte, l’unica crisi davvero pericolosa e tragica: la mancanza della volontà di superarla.
Tratto da: “Come io vedo il mondo“.

Attraverso le sue parole Einstein ci ricorda che senza crisi non ci sono sfide, sottolineando che è proprio nei momenti di grande difficoltà che spesso si riesce a tirar fuori il meglio di sé alla ricerca di soluzioni. E si sente il bisogno di migliorare. Motivo per cui, a differenza di come noi oggi intendiamo la crisi, può essere considerata come una benedizione.

Del resto la parola “crisi” deriva dal greco κρίσις e originariamente indicava la separazione, provenendo dal verbo κρίνω: “separare”. Un termine utilizzato in riferimento alla trebbiatura, cioè all’attività conclusiva nella raccolta del grano e consistente nella separazione della granella del frumento dalla paglia e dalla pula. Da qui derivò tanto il primo significato di “separare”, quanto quello traslato di “scegliere”.

Nei momenti di crisi c’è da fare una scelta. È forse questo “lo spaventapasseri” che ha trasformato il significato originario di crisi, quale la cernita del grano durante la trebbiatura, attraverso un lento processo di astrazione terminologica, a indicare una condizione prettamente negativa che riguarda “deterioramento”, “malessere”, “sconvolgimento” di un certo status quo.

Einstein lo scrive a chiare lettere: “Smettiamola di pretendere che le cose cambino, mentre noi continuiamo a fare le stesse cose”. Se c’è una qualità che stiamo perdendo, allora è proprio la capacità di reinventare qualcosa di noi stessi e della nostra vita quando si affrontano dei momenti di crisi. Eppure la soluzione è tutta lì. Scegliere, reinventare, sperimentare, scoprire. In altre parole, non bisogna temere di aprire nuovi scenari nella propria vita e di scoprire nuove sfaccettature di se stessi.

La crisi può essere un calcio di rigore al novantesimo, un’incredibile occasione per dare una svolta alla tua vita quando ormai tutto sembrava perso. Certo, tirare un rigore al novantesimo può essere “faticoso”, ma se quel rigore nemmeno lo calci perché tentenni, perché ti tremano le gambe, allora non puoi sperare che qualcosa possa cambiare. Sono queste le sfide che devi affrontare.

Crisi sentimentale, lavorativa, economica. E allora, proviamo a ripartire dopo un fallimento, costruiamoci un futuro nel bel mezzo della disoccupazione, inventiamo un nuovo modo di intendere l’economia. Non sto dicendo che sarà facile, ma nemmeno impossibile. La differenza sta, citando sempre Einstein, nell’affrontare “l’unica crisi davvero pericolosa e tragica: la mancanza della volontà di superarla”.

Il cambiamento è crescita. E nessuna crescita è indolore. Ci vogliono sforzi, sacrifici e tanto sudore se si vuole ottenere un risultato. Chi è un sportivo lo sa bene, senza questi ingredienti non si ottiene nulla. E nella vita di tutti giorni funziona esattamente allo stesso modo. Vi dirò di più: nessun cambiamento è così potente come quello generato da una crisi. Questo Einstein lo sapeva bene, motivo per cui definiva la crisi come una benedizione.

Questo stesso blog è nato da un mio personale momento di crisi, circa sei anni fa. Sapevo che non sarebbe stato facile occuparmi non solo della gestione, ma anche dei contenuti. Cosa scrivere? Come scriverlo? Per me, che mi sono sempre occupato di materie tecniche, sembrava del tutto assurdo mettermi in gioco nel campo della scrittura. Una vera sfida! Eppure eccomi qui, non ti parlerò dei risultati, ma posso dirti che tutt’oggi questo spazio è per me fonte di crescita e stimoli continui. Così come di grande importanza è stato scrivere e pubblicare il mio primo libro – “Schiavi del Tempo“. Anch’esso frutto di una seconda crisi superata alzando l’asticella degli obiettivi da raggiungere.

Vi dico questo, cari lettori e lettrici, perché se non fossi passato attraverso questi momenti di crisi forse non avrei mai trovato il coraggio di prendere in mano la mia vita e non avrei goduto di tutti i benefici che ne sono conseguiti.
È in momenti di crisi che abbiamo la possibilità di mostrare quanto di meglio c’è in noi”.
Non sprecate voi stessi, reinventatevi sempre. Investite il vostro tempo.

Tragicomico

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2 commenti

Giuseppe 15 Novembre 2019 - 16:17

E’ proprio così, la crisi è solo il preludio di un cambiamento interiore il quale può essere estremamente positivo solo se saremo in grado di metterci in discussione, mettendo a soqquadro le nostre abitudini mentali e fisiche. Io ho trovato per “caso” questo blog proprio in un momento di crisi interiore. Cercavo tutt’altro, qualcosa di decisamente più negativo, ma come un fulmine che illumina la strada durante una notte tempestosa, ho trovato queste candide parole a segnalarmi la retta via. Tutto ha un perchè!

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Tragicomico 15 Novembre 2019 - 17:15

Nulla succede per caso, ne sono fermamente convinto. La vita è fatta di segni e indicazioni luminose, per chi sa vedere oltre la coltre nebbia di irrealtà che ci circonda. Felice di averti aiutato, nel mio piccolo, non offro medici, ma appunto, indicazioni per una via più nobile, retta ma soprattutto, per una vita vissuta a fondo.

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