La Responsabilità Di Fare Politica

Tragicomico
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fare-politica-responsabilitàNegli ultimi decenni è andata scomparendo in Italia la responsabilità di fare politica da parte dei cittadini, vi è un vero e proprio distacco, uno scollamento, e la politica viene vista come qualcosa di estraneo, come qualcosa da subire; il risultato è che negli ultimi anni, nel nostro paese, si subisce l’effetto della politica, non si fa politica.
Fare politica significa che ogni cittadino deve sentirsi parte integrante dello Stato, ovvero ogni nostra azione diventa un atto politico. La politica può essere una via di realizzazione e di responsabilità per il cittadino, se ci si prende la responsabilità per ciò che accade nel nostro paese.

Perché la responsabilità è NOSTRA, siamo noi che dobbiamo fare politica, non la deve fare qualcun altro al nostro posto, quelli che comunemente vengono chiamati gli “addetti ai lavori”, perché se non facciamo politica, sarà la politica stessa a venirci a cercare.

La politica viene abitualmente considerata come qualcosa di sporco, e quindi viene rifiutata dal cittadino, che sfugge dall’atto politico, che non riguarda soltanto il voto, ma riguarda soprattutto ciò che facciamo nella nostra quotidianità. E più scappiamo dalla politica e più questa ci inseguirà, perché la politica ci influenza sempre, entra nella nostra vita, è quella che ci fa pagare le tasse, è quella che fa i tagli alle pensioni, è quella che prolunga l’età pensionabile, che impone lo scudo fiscale, ecc . In questo senso siamo tutti dei perseguitati politici, perché ripeto, se non si ha la responsabilità di fare politica, bisogna subirla, gli altri ci fanno una politica su misura.

La politica NON va vista come una “casta” al di sopra delle parti, inattaccabile, ma il politico è il cittadino, qualsiasi cittadino può confrontarsi, votare, esprimere le proprie idee, proporre soluzioni. Questa è politica. Chiunque di noi può fare politica e deve farla. Perché altrimenti, se noi non crediamo più in un valore, se abbiamo perso la capacità di sognare qualcosa, di sognare un’Italia diversa, allora la politica diventa “tecnica”, ovvero il livello più basso che la politica possa toccare. I governi tecnici, come anche il pseudo-governo attuale non eletto da NESSUNO, sono solo la conseguenza di ciò che sta diventando la politica.

Questo perché i leader non sono più capaci di sognare, non sono dei visionari, non sono capaci di vedere l’Italia come sarà fra cinquant’anni. I leader veri, così come lo erano i vari Gandhi, Martin Luther King, Kennedy, Lincoln,  erano persone visionarie, che non solo avevano la percezione della realtà, ma andavano oltre, avevano una visione del futuro. L’Italia non ha più una direzione, e allora deve rifugiarsi nella tecnica, nel nulla; abbiamo dei politici che stanno a guardare cosa fanno i mercati, per prendere poi (forse!) delle decisioni, abbiamo politici succubi della borsa, delle banche, delle lobby.

Ci stiamo fregando da soli, non è colpa di nessuna entità divina, perché nel momento in cui NON prendiamo la responsabilità di fare politica, avviene lo scollamento tra cittadino e Stato, ovvero il cittadino vede lo Stato e la politica come entità estranee a se stesso e si sente succube.

Il leader politico è quello che ha l’idea, è quello che segue un valore, indica la direzione, è un sognatore, un filosofo, un visionario. I leader attuali, non sognano più, ma TREMANO, tremano per quello che fanno i mercati, più che leader sembrano dei ragionieri, fanno i conti, tappano buchi di bilancio qua e là, e non si preoccupano d’intraprendere nessuna direzione. E la colpa di questa situazione, è soltanto nostra, perché siamo noi che abbiamo “proiettato” questi leader al governo, perché siamo noi in primis ad aver perso la capacità di sognare.

Per cambiare questo paese, bisogna tornare a sognare, bisogna tornare ad essere politici, tutti, e per essere politici non intendo coloro che si candidano. Tutti possono fare i politici, tutti voi potete divulgare le vostre idee intorno a voi, per strada, in edicola, dal salumiere, coinvolgere le persone a responsabilizzarsi politicamente, perché se le persone cambiano, i leader non possono che cambiare, se le persone si illuminano, i leader non possono che essere illuminati: la politica è lo specchio della nostra società. Ma se le persone sono schiave, i leader non possono che essere schiavi: schiavi dei mercati, schiavi della Bce, schiavi delle lobby.

popolo-sovranoPer questo dobbiamo prenderci la responsabilità di fare politica, perché siamo noi la chiave, siamo noi i padroni di noi stessi. Se noi NON prendiamo questa responsabilità non possiamo “proiettare” all’esterno, in alto, qualcuno che ci governa e che sia responsabile. La politica è la gigantografia di ciò che noi siamo, ed il leader ne è il massimo esponente. Non c’è da dare nessuna colpa ai leader che oggi ci sono in Italia, e a quelli che ci sono stati, perché ognuno di loro è lo specchio dell’uomo medio, dell’incapacità d’informarsi e di responsabilizzarsi dell’uomo medio.

Quando noi acquisiamo questa responsabilità nella NOSTRA vita, allora non potremo far altro che cercare e pretendere dei leader che abbiano la stessa responsabilità verso il Paese. Ma fin quando noi saremo un popolo che mira solo a sopravvivere, che mira solo a mantenere vivo il suo piccolo giardino, ed è sufficiente che ci diano un minimo di pensione/sussidio per non morire di fame, che ci diano la possibilità di comprarci un’auto a rate, di andare la domenica al centro commerciale, e ci basta tutto questo, disinteressandoci della politica, allora è chiaro che se siamo un popolo che mira solo al proprio guadagno, alla propria sopravvivenza.

Ognuno va a votare pensando al proprio interesse, al proprio guadagno: il pensionato va a votare chi “promette” un aumento di pensioni, l’operaio va a votare chi “promette” di difendere la classe operaia, l’imprenditore va a votare chi “promette” di difendere la classe imprenditoriale, e così via… a questo punto vi chiedo: chi ci sarà al governo secondo voi? Qualcuno che difende la “sua” categoria, non qualcuno che difende i cittadini, il popolo. Ecco la gigantografia, il leader difenderà se stesso, la sua categoria e la sua casta. E la responsabilità è nostra! Perché se noi votassimo in modo completamente diverso, con una coscienza completamente diversa, allora andremmo a votare per il bene del Paese, e non per il nostro o quello della nostra categoria.

Cambiamento significa andare a votare affinché la Nazione sia una Nazione migliore, anche se magari chi andremo a votare non ci porterà interessi personali. Ma si va a votare avendo dentro la volontà di agire per il bene del Paese. Allora, succederà, che se milioni di persone vanno a votare con questo sentimento, al governo ci sarà qualcuno che farà la volontà del Paese e non della sua casta, è semplicemente una legge di proiezione, universale, “al governo c’è ciò che noi siamo”, il governo ci fa “vedere” ciò che realmente, interiormente, noi siamo; ovvero quella parte di noi che non vogliamo vedere ma che c’è, esiste (a tal proposito consiglio la lettura del seguente mio articolo: “La Legge Dello Specchio, L’Esterno È Interno“).

democrazia-direttaPer cui, se noi cambiamo, il governo DEVE cambiare, l’Italia deve, può, cambiare. Ma dev’essere qualcosa che parte dalla nostra coscienza, per questo ho scritto che la politica è una via di realizzazione per il cittadino. Il cittadino si deve sentire realizzato, nel fatto che finalmente fa politica, nel sentire che ha il potere di cambiare le cose, questo è il vero Potere, questo è il popolo sovrano.

La verità inoltre, è che non c’è nessun “nemico” da combattere nella politica, perché non c’è nulla contro cui combattere. Queste persone che si reputano oggigiorno politici, in realtà non hanno idee, non hanno valori, sono già morti perché fanno parte di una classe politica già morta; hanno solo paura di perdere il posto. Ma non hanno alcun valore da proporre, se non idee morte, idee che appena uscite dalla loro bocca cadono ai loro piedi, sono idee bidimensionali senza profondità. Quindi è inutile combattere qualcuno, possiamo solo far  “vedere”  alle persone che ci circondano come sono le idee ridimensionali, come sono le idee con una profondità, e “attirare” a noi le persone che spontaneamente sentono cos’è la tridimensionalità, cosa vuol dire avere una profondità di pensiero. Le idee degli attuali politici non sopravviveranno, perché moriranno insieme a loro, sono idee già morte. Il vero leader vive per delle idee che gli sopravviveranno, perché è un sognatore, un visionario.

Bisogna lavorare per un nuovo paradigma, un nuovo modo di conoscere il mondo, una nuova idea di essere umano. Uno nuovo paradigma vuol dire un cambiamento a livello sociale, non solo della classe politica, perché la politica cambia se cambiamo noi stessi. La nostra realtà sociale, politica, economica, dipende da noi. È essenziale portare la politica nella vita quotidiana di ognuno di noi, perché le idee non sono delle cose chiuse nella scatola cranica, ma sono qualcosa che circondano l’essere umano, vengono irradiate da noi stessi anche inconsapevolmente, e se le vostre idee sono un nuovo modo di pensare, voi irradiate alla gente quel modo di pensare. Ecco che fare politica significa dirigersi verso il cambiamento sociale. Noi siamo Stato, non siamo schiavi dello Stato, siamo noi che costruiamo, decidiamo e proiettiamo questa nuova realtà chiamata: Vita dell’Essere Umano!

L’uomo è per natura un animale politico.Aristotele
In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica.Gandhi

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