In Questo Mondo Di Zombi

Tragicomico
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in-questo-mondo-di-zombiViviamo in una società che in apparenza sembra più evoluta in senso culturale e cognitivo rispetto alle civiltà del passato, ma che in realtà ha raggiunto un grado di sociopatia urbana tale che possiamo tranquillamente affermare di vivere in un mondo popolato da zombi, dove gli esseri umani “vivi” e “svegli” sono una rara eccezione. Il processo evolutivo, signori miei, si è fermato da tempo. È in atto un’involuzione feroce, animalesca, che riporta l’uomo al tempo delle caverne, dove vige il principio arcaico della sopravvivenza, e questo principio lo ritroviamo applicato in forma psicologica negli zombi che popolano questo mondo di oggi.

Al tempo delle caverne infatti, gli istinti primordiali dell’uomo erano la paura, l’istinto riproduttivo e la difesa del territorio, mentre in questa società si sono trasformati nel loro aspetto psicologico dell’Ego in: paura, piacere e potere. La paura dell’uomo delle caverne era costituita dalla difesa o dalla possibilità di scappare davanti ad un’eventuale situazione di pericolo. Per lo zombi moderno, invece, la paura è creata e alimentata da se stesso, assume le forme di stress, ansia, senso d’insicurezza, e tenta di dominarla con l’assunzione di psico-farmaci.

In questo mondo di zombi abbiamo paura di tutto, di perdere ciò che abbiamo faticosamente guadagnato: il lavoro, il futuro, le persone che amiamo, e persino quella che crediamo sia la nostra identità, ma che è soltanto Ego. Un Ego creato dal modello mentale delle nostre memorie passate. La paura aumenta il grado di separazione, perché crea stress, diffidenza, odio, fanatismo, rabbia, violenza, e mette allo scoperto la parte peggiore dell’essere umano, il suo lato zombi. L’istinto di riproduzione invece, si è trasformato nella ricerca spasmodica del piacere, nella ricerca della gratificazione personale attraverso i sensi.

La nostra società ne è la diretta espressione. Il valore dell’individuo si misura sulla base del conto in banca, delle vacanze costose, dell’ultimo modello di iPhone, dell’abito e delle scarpe firmate, dal numero di flirt. Ma il lato tragicomico di tutta questa realtà effimera sta nel fatto che la soddisfazione dei propri impulsi non dà appagamento, se non momentaneo, presto sostituito da un senso di vuoto difficilmente colmabile.

In uno scenario simile anche la ricerca del piacere ci separa gli uni dagli altri, perché anch’essa fa leva sui peggiori istinti dell’uomo come manipolazione, violenza, sopraffazione, aggressività, gelosia, e via dicendo. Basta leggere le pagine di cronaca di un qualsiasi quotidiano per rendersene conto. Infine, la difesa del territorio. Per lo zombi moderno, si è trasformata in smania di potere, dominio, sopraffazione, competizione, egoismo, ricerca del profitto ad ogni costo e abuso di potere. “Il potere logora chi non ce l’ha” diceva Andreotti, una dichiarazione emblematica da considerarsi alla stregua di una pietra tombale su quella che è ritenuta l’unica importante risorsa per la quale si battono coloro che si considerano i grandi leader di oggi.

esseri-programmatiMa tutto ciò è totalmente fasullo! Ciascuno di noi deve sapere che se lascia per troppo tempo la guida di se stesso al pilota automatico, abdica alla propria libertà, perchè l’Ego funziona come una macchina telecomandata dal Sistema nel quale viviamo e risponde agli stimoli esterni secondo comportamenti automatici che, badate bene, nascono non da risposte cognitive ma dai filtri delle esperienze passate. In questo mondo di zombi siamo zombi separati da altri zombi, perché ciascuno di noi risponde per il 95% della propria giornata (lo dicono le neuroscienze!) a meccanismi di sopravvivenza programmati dal passato.

Fateci caso, questo comportamento prevedibile, automatico, ipnotico, da zombi, è ben conosciuto e sfruttato da coloro che occupano le centrali di comando del Sistema che governa il mondo. Sono coloro che detengono il potere economico, politico e finanziario del pianeta.

Questi “signori” sanno benissimo come manipolare e tenere sotto scacco una massa di zombi, mantenendola ad un basso livello di coscienza allo scopo di preservare il loro potere. Attraverso questi prevedibili meccanismi mentali ed emotivi dell’Ego, gli zombi vengono tenuti nella condizione di insicurezza, stress e paura. Mai come oggi siamo vittime di un dosato quanto terroristico martellamento mediatico che ci dice che siamo in crisi, in una recessione irreversibile, senza posti di lavoro ma soprattutto senza futuro.

È ovvio che la maggior parte di noi si chiuda in uno stato protettivo solo allo scopo di garantirsi la sopravvivenza e non capisca che invece bisogna saper reagire, perché questo è un momento di rinascita, ed è meglio uscire dai nostri recinti protetti perché fuori da essi c’è la crescita e la libertà. Come disse Einstein: “È in momenti di crisi che abbiamo la possibilità di mostrare quanto di meglio c’è in noi”.

Tuttavia non è soltanto la paura che viene inculcata. Vi è anche l’avidità. In questo mondi di zombi la pubblicità ci fa vedere l’opulenza di famiglie che non si fanno mancare nulla, lussuose macchine sportive di tutte le marche, facile conquiste di partner bellissimi grazie alla marca di un profumo, banche i cui direttori indossano la maschera del buon samaritano, quasi che rappresentassero enti di beneficienza e non enti di esclusivo profitto.

Il meccanismo della ricerca del piacere è impiegato su larga scala nella nostra società iperconsumistica, al fine di manipolare gli zombi e spingerli a consumare senza fine, con il miraggio della gratificazione e della felicità. Di certo non manca poi il terzo meccanismo, quello del potere. Vengono sollecitati lo spirito della competitività, l’istinto della lotta, il desiderio di dominare, il potere del denaro, il prestigio del possesso dei beni materiali, il senso di falso appagamento che deriva dal dominio sugli altri.

Ma una volta presa coscienza del nostro stato di zombi e di ciò che avviene alle nostre spalle, la domanda è: come difenderci? Intanto c’è una piccola premessa da fare, ossia la lotta non deve essere contro il Sistema che ci manipola, sarebbe una fatica inutile e improduttiva e il Sistema stesso ci schiaccerebbe con un dito. Se vogliamo trovare un responsabile è sufficiente che ci guardiamo allo specchio, in quanto siamo noi che consentiamo la manipolazione perché siamo manipolabili, siamo noi che dobbiamo liberarci da questo modello di vita limitato e limitante che ci condanna a vivere secondo i solchi del passato. Lasciamo ai deboli e agli ignavi questo mondo di zombi. E se anche tu appartieni a coloro che credono che sia possibile il cambiamento, allora datti una mossa, dai una mano e riprendiamoci la vita. La nostra vita.

morti-dentro«Una percentuale considerevole della gente che incontriamo per strada è vuota dentro, cioè, in realtà è già morta. È una fortuna per noi che non lo vediamo e non lo sappiamo. Se sapessimo quante di queste persone sono in realtà morte e quante di queste persone morte governano le nostre vite, impazziremmo dall’orrore»
(G.I. Gurdjieff in “Frammenti di un insegnamento sconosciuto“)

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