Lettere Dalla Kirghisia – Silvano Agosti (Recensione)

Tragicomico
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Un piccolo romanzo unico nel suo genere, “Lettere dalla Kirghisia” è un racconto epistolare che regala al lettore la consapevolezza della totale insulsaggine del nostro modo di “vivere”. L’autore, il regista e scrittore bresciano Silvano Agosti, descrive con semplicità fanciullesca un’alternativa possibile agli orrori della società moderna. Un’alternativa possibile e realizzabile soltanto per chi non sia diventato adulto o adulterato e che sia in grado di vedere in se stesso un capolavoro assoluto della vita.

Un prezioso manuale di vita che ogni essere umano dovrebbe tenere con sé, una guida per ritrovare la semplicità e la naturalezza che questo mondo sempre più serio e artificioso sta scordando. Criticare tutto, e con forza, è un nostro dovere più che un diritto, perché questo nostro modo di vivere non è né l’ unico né il migliore, e mostrare un’ alternativa come la Kirghisia è il grande dono di questo autore visionario.

“Lettere dalla Kirghisia” è probabilmente un romanzo inusuale, in quanto scritto in forma epistolare e poi perché utilizza caratteri piuttosto grandi ed è, al tempo stesso, molto breve. Ma nonostante ciò è uno splendido testo immaginifico e onirico che ci fa soffermare un po’ di più ad analizzare la nostra società e il nostro modo di vivere. Il racconto visionario di Silvano Agosti infatti, ci descrive una società dell’entroterra asiatico dove si lavora il giusto, dove il tempo libero non viene “ammazzato”, ma si vive il tempo per se stessi e per la famiglia. Nelle scuole si impara giocando, l’anzianità non è un peso ma uno status sociale attivo, non si ruba e non si commettono reati, perché lì dove c’è la felicità, la libertà, non c’è necessità di rubare qualcosa a qualcuno.

È un libro che aiuta a scorgere la quotidianità dalla giusta prospettiva, di come una società potrebbe essere se l’essere umano seguisse semplicemente ed esclusivamente il buon senso scevro da ogni forma di condizionamento. Un testo semplice, scorrevole, molto ben scritto, che dà al lettore uno scorcio su un possibile stile di vita. Uno stile di vita raccontato con maestria assoluta da Silvano Agosti, immaginando un ipotetico Stato dove vige un codice etico e morale molto utopico,  ma se messo in pratica, potrebbe rendere veramente il mondo un posto migliore per tutti.

Qui in Kirghisia, in ogni settore pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un’eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 e 21 ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all’amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili. [..] Questo meccanismo delle otto ore di lavoro ogni giorno, produce da sempre tensioni sociali, nevrosi, depressioni, malattie e soprattutto la sensazione precisa di perdere per sempre l’occasione della vita.” Tratto da “Lettere dalla Kirghisia” di Silvano Agosti

Voto: 8
Note: Visionario, Ironico, Stimolante

Tragicomico

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