Expo 2015: Un Fallimento Nascosto

Tragicomico
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expo-2015-giuseppe-salaLa tragicommedia Expo 2015 è finalmente giunta al termine, e insieme ad essa si è conclusa anche l’impressionante campagna mediatica di Tv e giornali, la retorica renziana sparsa a quintali, insieme ai numerosi dati falsi spacciati per grandi successi in stile staliniano. Insomma, è calato il sipario, e al buon cittadino medio è stato raccontato che Expo 2015 è stato un grande successo, il commissario Sala insieme ai colonnelli del PD ha celebrato in pompa magna il successo dei 21.5 milioni di biglietti elargiti per Expo2015 (quanti in omaggio, non si sa!). Giuseppe Sala ha dichiarato: “21,5 milioni visitatori totali, abbiamo conquistato il mondo” e si è dichiarato pronto a candidarsi come prossimo sindaco di Milano (ma guarda un po’ che coincidenza!). Peccato che lo stesso Sala sei mesi fa dichiarasse: “Per pareggio di bilancio bisogna vendere 24 milioni di biglietti”. Ora, io che per natura sono tragicomico, e amo vedere oltre l’apparenza delle chiacchiere, vi racconto una favola diversa: Expo 2015 è stato un fallimento tenuto nascosto.

Per capire che si tratta di un fallimento non bisogna essere degli economisti e tantomeno degli scienziati: basta una calcolatrice alla mano! 21,5 milioni di biglietti (ammessi che siano stati tutti pagati) ad un prezzo medio di circa 19 euro, fruttano 410milioni di euro. Più 300 milioni che sono stati “donati” dagli sponsor. Arriviamo così a 710 milioni di incasso, ma lo stesso Sala aveva dichiarato che “Le spese di gestione di una macchina come Expo ammontano a 800 milioni di euro”. Quindi c’è già un fuori budget di 90 milioni di euro che gravano sulle tasche dei cittadini… perché i soldi, miei cari lettori, sono sempre i nostri, ricordatevelo a vita! Ma potete ancora stare tranquilli, 90 milioni di euro sono soltanto la punta dell’iceberg, il vero fallimento giace sotterrato da quella macchina dell’informazione composta da giornalisti e tv compiacenti. I costi dichiarati da Sala infatti, si riferiscono a quelli della macchina organizzativa, ossia della società Expo 2015. I costi reali dell’Expo sopportati dal contribuente italiano, per i terreni acquisiti da Arexpo, le infrastrutture logistiche e padiglioni, sono stimati dall’economista Perotti, oggi commissario alla spending review, a 14 miliardi di euro. Sì, avete letto bene, 14 miliardi di euro che potevano essere spesi per risollevare l’economia di questo Paese attraverso la ristrutturazione di scuole ed ospedali, mediante la sistemazione di strade e ponti, per fornire supporto contro il dissesto idrogeologico e quant’altro questo Paese abbia bisogno.

Invece, grazie ad Expo 2105 i terreni agricoli dove far sorgere l’intera area fieristica sono stati pagati 7 volte il loro valore di mercato, terreni agricoli cementificati per sempre: una vera cattedrale nel deserto di cui nessuno sa più cosa fare. Un Expo sulla sostenibilità alimentare sponsorizzato da multinazionali che hanno affamato interi popoli, e come se non bastasse, pare chiaro come nell’operazione Expo ci siano state infiltrazioni mafiose e arresti a non finire. Quindi non fatevi “convincere” dalla narrativa televisiva sul grande successo di visitatori. E soltanto uno specchietto per le allodole. Per coprire i 14 miliardi, Expo 2015 avrebbe dovuto vendere 360 milioni di biglietti a 39 euro. Invece molti biglietti sono stati regalati, altri ridotti, e la stima delle visite si è fermata a 21,5 milioni. Ricordo che l’Expo del 1992, a Siviglia, registrò 41 milioni di visitatori.

La verità è che l’Expo non sarebbe dovuto accadere in Italia, e mi chiedo come abbiano fatto quei 21,5 milioni di cittadini a bersi la balla della sostenibilità alimentare. In Sostanza Expo 2015 è stata l’ennesima occasione persa, dove la gente poteva sfruttare la storia a suo favore e mandare un segnale alle Istituzioni compromesse nel malaffare: boicottandolo! Quello di Expo 2015 è il fallimento nascosto di una vicenda mediatica e politica, ma il vero fallimento è che in VENTUNO MILIONI sono andati a dimostrare che cosa siamo: un popolo di zombi! Milioni di persone che facevano file chilometriche per assistere entusiasti a come i loro governanti hanno divorato atavicamente i nostri contributi sociali, per un’opera che non avevamo mai chiesto. Spese che si tramutano in tasse, e invece di ottenere servizi che ormai risultano essere fondamentali per poterci ancora ritenere abitanti di una nazione civile, ci ritroviamo con ammassi colossali di cemento inutile. A volte è bene NON cercare il male troppo in alto, ma più in basso e più vicino a noi di quanto possiamo pensare!

Il nostro primo dovere è quello di non seguire, come fanno gli animali, il gregge di coloro che ci precedono.Seneca

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